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Nicola Luciano Cipriani

timbro guller

LA RICOSTRUZIONE DI ALCUNI TIMBRI DI LIBIA DEGLI ANNI ’30-‘40

Nicola Luciano Cipriani – Perito Filatelico

 

Questo articolo mi è stato ispirato dallo studio in corso che sto scrivendo sul valore da 50 cent violetto della serie di posta aerea di Cirenaica con soprastampa LIBIA emesso l’8 luglio 1936. Si tratta del ben noto e comunissimo valore la cui vignetta mostra un arabo su dromedario sovrastato da un aereo in volo stilizzato con una fascia bianca, valore che fa parte della serie emessa l’8 agosto 1932. Nello studio più ampio che sto portando avanti da qualche tempo, ho avuto la necessità di dover ricostruire alcuni timbri per aumentare i dati da utilizzare per l’analisi statistica degli usi postali. Questo argomento mi ha posto davanti al tentativo di attribuzione di alcuni annulli dei quali ho dovuto ricostruire la data o addirittura la località di annullamento. Questo aspetto, decisamente molto interessante e speculativo ai fini della ricerca, mi ha portato a notare alcuni annulli non ancora pubblicati e probabilmente già noti ad alcuni specialisti del settore. Tra l’altro consultando una discreta quantità di materiale mi sono imbattuto anche in annulli più o meno completi ed anche questi non ancora pubblicati.

Benché le caratteristiche dei timbri siano ben note agli esperti, penso possano essere utili a coloro che desiderano approfondire l’argomento.

In figura 1 sono evidenziate con differenti colori le parti salienti di un guller:

 

LA RICOSTRUZIONE DI ALCUNI TIMBRI DI LIBIA DEGLI ANNI ’30-‘40

Figura 1 – le tre parti salienti di un guller, in particolare di quelli utilizzati in Libia durante l’occu-pazione italiana.

 

 

 

Sulla corona circolare si riportano le dizioni che caratterizzano la località ed il tipo del servizio oppure la provincia oppure l’ufficio postale che detiene il timbro. Nel caso di figura 1 compare il nome del servizio in alto e la località in basso e tra parentesi, si tratta di una impostazione antiquata che nel tempo è stata cambiata invertendo le due dizioni ponendo la località in alto. Spesso la scritta superiore è separata da quella inferiore da una coppia di simboli posta ai due lati del datario. Tra quelli più comuni si riscontra una coppia di stellette, oppure una coppia di quattro puntini o quattro quadratini ecc. Ciascuna coppia di simboli può caratterizzare un periodo storico.

Le due lunette hanno dimensioni molto variabili ma sono comunque porzioni di circonferenza geometricamente chiamati segmenti circolari. Spesso, nei timbri più vecchi, la loro posizione può essere leggermente sfalsata sia in orizzontale che rotazionale rispetto al loro centro geometrico. La loro variabilità dimensionale condiziona ovviamente l’altezza della fascia bianca che contiene il datario, quindi la distanza tra le due lunette può essere diagnostica per la distinzione di due timbri apparentemente uguali.

La fascia centrale che contiene il datario è costituita da una finestra che mostra i numeri in successione da sinistra a destra e, nei timbri più antichi, si legge il giorno, il mese e l’anno (con due o quattro cifre); nelle versioni successive fu aggiunta anche l’ora di timbratura (ultimi numeri a destra) e durante l’era fascista fu aggiunto, interposto tra l’anno e le ore, l’anno dalla sua fondazione in caratteri romani. L’era fascista, come noto, è contata dalla presa del potere il 29 ottobre del 1922 ed è applicata con numeri romani; come si evince, l’anno fascista era parzialmente sfasato rispetto a quello solare di circa due mesi. Sui timbri postali l’anno fascista è stato applicato solo dal 1927 e compare a destra del datario; esso può essere l’ultimo numero o il penultimo seguito dall’ora di bollatura quando presente.

Altro dato importante è il diametro della circonferenza esterna e, come è noto, questo valore è tendenzialmente aumentato nel tempo. fino a raggiungere i 33 millimetri nei timbri di ultima generazione della fine degli anni ‘30. Oltre alla dimensione maggiore, l’ultima versione dei timbri postali coloniali era caratterizzata dalle lunette con i due estremi arrotondati anziché a punta (figura 2).

 

 

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Figura 2 – la foggia dei timbri di ultima generazione in distribuzione in Libia dal 1937-38. Il diametro della circonferenza ester-na è di 33 millimetri e le lunette hanno i vertici arrotondati.

 

 

 

I numeri del datario sono saldati su una serie di rotelline che consentono di cambiare numerazione giornalmente. Mentre, le lettere riportate lungo la corona circolare vengono distribuite in modo da occupare lo spazio disponibile e con una certa simmetria rispetto alle lunette per consentire una certa facilità di lettura.

A seconda della lunghezza delle singole parole inserite, le lettere hanno uno specifico corpo (dimensione) e vengono applicate in modo che la parola abbia una precisa posizione relativamente a:

  • dimensione delle lunette,
  • distanza tra le singole lettere
  • altre caratteristiche tecniche

per “caratteristiche tecniche” si intende la presenza o meno di altri simboli quali stelline che dividono la parte alta del timbro da quella bassa. Generalmente due timbri esattamente uguali non possono esistere in quanto costruiti in modo artigianale, c’è quasi sempre qualche piccolo particolare che ne consente la distinzione. Per intenderci, i timbri somigliano per certi versi alle soprastampe che, per piccoli particolari ne consentono la plattatura sui fogli interi.

Alberto Diena nel suo compendio per il 50° della Libia Italiana ha pubblicato una seri di articoli su Il Collezionista (1962) e in due ha descritto alcuni timbri; taccio autori precedenti in quanto non esaustivi. Invece la prima catalogazione organica dei timbri di Libia con numerazione progressiva delle singole impronte e loro valutazione in punti è stata impostata da Piero Macrelli (1996) e ripresa e aggiornata con nuove impronte da Claudio Di Vita (2013) mantenendo la stessa scala dei punteggi. In entrambe le pubblicazioni sono riprodotte molte impronte le quali sono state decisamente preziose per la ricostruzione dei timbri parziali presenti sui francobolli usati.

Detto questo passo alla descrizione di alcuni timbri iniziando dal comune BENGASI (POSTA AEREA).

Inizialmente questo primo annullo l’ho analizzato per ricostruire una data d’uso nella quale non compariva il secondo numero dell’anno, decisivo per la sua attribuzione (figura 3); elemento importante per avere il maggior numero possibile di dati per le elaborazioni statistiche utili per la mia ricerca in corso. La ricostruzione del timbro di figura 3 è stata possibile grazie alla differente distanza delle due cifre che indicano l’anno, infatti tale distanza è minima per lo 0 ed il 2 (anni 40 e 42) e leggermente maggiore per l’anno 41 a causa della larghezza esigua del numero 1. Questo dato, insieme ad una piccola macchiolina sul dente del francobollo ha consentito di posizionare il numero 1 all’estremo lembo dei denti.

 

 

 

LA RICOSTRUZIONE DI ALCUNI TIMBRI DI LIBIA DEGLI ANNI ’30-‘40

Figura 3 – la cifra determinante per identificare l’anno è stata ricavata grazie alle distanze tra i due numeri.

 

 

Nel tentativo di ricostruire le date su altri esemplari del francobollo in esame, mi sono imbattuto in alcune impronte nelle quali non osservavo la giusta corrispondenza tra la posizione delle lettere rispetto alla prima impronta ridisegnata. Ho francamente avuto il sospetto di aver commesso qualche piccolo errore pertanto sono passato ad analizzare documenti viaggiati con annulli completi e chiari. Questi confronti mi hanno portato ad individuare una seconda impronta del timbro caratterizzata da una differente distribuzione delle lettere presenti nella corona circolare (figura 4). A questa impronta, non presente in bibliografia, ho attribuito il numero 10bis.

 

 

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Figura 4 – con il numero 10 (in basso a sinistra) è rappresentato il ben noto timbro di BENGASI (POSTA AEREA), a destra una seconda impronta individuata durante la ricerca; in questa seconda impronta la distanza tra le lettere è maggiore tanto da produrre una maggiore lunghezza delle parole.

 

 

Nella successiva figura 5 mostro in sovrapposizione le due impronte della figura precedente, in questo caso l’impronta 10bis è rossa. Lo sfasamento delle scritte, appena accennato per BENGASI, è invece più visibile per la scritta (POSTA AEREA). L’elemento più appariscente è la parentesi a sinistra che risulta in corrispondenza della base del primo numero del datario.

 

 

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Figura 5 – sovrapposizione delle impronte 10 (nero) e 10bis (rosso) della figura 4. Si noti il leggero sfasamento tra le scritte della corona circolare.

 

 

Altro aspetto interessante ed importante, come accennato, è che quasi sempre è possibile ricostruire il timbro anche se parziale purché la parte presente sia sufficientemente leggibile. È questo il caso abbastanza frequente delle impronte presenti su francobolli con la sola parte bassa del timbro nella quale è possibile leggere solo la parola “CIRENAICA”, non sempre tra parentesi, ma anche questo particolare aiuta molto.

Un esempio interessante è il timbro con data errata (10 anziché 40) trovato per Tobruch che non è ancora stato descritto da alcuno (figura 6). Ricordo che questa data in realtà non è errata, fu un escamotage in quanto alcuni timbri distribuiti agli inizi del secolo erano predisposti con la prima cifra dell’annualità composta da soli tre numeri e validi quindi fino al ‘39. L’avvicinarsi del conflitto molto probabilmente rallentò la distribuzione dei nuovi timbri e fu consigliato agli uffici periferici di utilizzare la cifra 1 al posto del 4. I casi furono decisamente pochi tanto che impronte con data “errata” non sono molto comuni.

 

 

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Figura 6 – francobollo con annullo datato 1.5.10 con la de-nominazione regionale leggibile ma senza il nome della località. Le distanze tra le singole lettere di “CIRENAICA” hanno consentito l’attri-buzione a Tobruch (v. testo e figure seguenti).

 

 

 

L’attribuzione a Tobruch dell’annullo riportato sul 50 centesimi di figura 6 lo avevo inizialmente attribuito a Derna in quanto per questa località sono stati ritrovati due differenti timbri con la data errata: 6 bis con la dizione “CIRENAICA” senza parentesi ed il 10 bis con la dizione “CORRISPONDENZE” (Di Vita op. cit.). L’altra località nella quale sono stati utilizzati tali timbri è stata Porto Bardia, sempre in provincia di Derna. Per questa seconda località sono stati trovati tre timbri con data “errata”: i nn. 1, 2 e 3, tutti con la dizione “CIRENAICA”, ma nessuno con le due stellette ai lati del datario, al loro posto ci sono quattro puntini disposti a quadrato. Il timbro n. 4 ha le stellette ma ha struttura totalmente differente.

L’unica impronta di Derna che riporta le stellette e la dizione “CIRENAICA” senza parentesi è il n. 6 bis, purtroppo in tale impronta non si osserva la perfetta sovrapposizione della parola “CIRENAICA” in quanto le dimensioni e forma delle singole lettere sono differenti rispetto a quelle presenti sul francobollo in questione (figura 7).

 

 

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Figura 7 – annullo 6 bis di Derna in rosso con la data 1.5.10 riportata sul francobollo i cui si nota la differente forma della C di Cirenaica e la non sovrapposizione dell’intera parola.

 

 

Nell’annullo del francobollo la prima C non è ben visibile, ma la seconda è abbastanza chiara ed ha forma allungata in altezza. Al contrario le due C nel timbro di Derna hanno forma arrotondata. Il timbro è stato centrato con le due lunette presenti sul francobollo e rinforzate con il tratto nero interno a quelle rosse per evidenziarne la posizione.

Un altro timbro di Derna possibile è il n. 5, ma anche questo ha le lettere di “CIRENAICA” arrotondate e si distingue dal n. 6 per una lieve maggiore lunghezza della scritta che non aiuta affatto.

Per poter individuare la località da cui fu spedito questo francobollo bisogna valutare la struttura del timbro e l’aiuto viene considerando lo spazio bianco in cui si trovano le stellette. Dall’ampio spazio bianco il nome della località deve necessariamente essere abbastanza corto e molto probabilmente costituito da una sola parola.

  • Battisti ha lo spazio intorno alla stelletta molto piccolo, come pure Apollonia,
  • Cirene ha un timbro possibile, ma ha le lettere arrotondate come quelli di Derna,
  • Giovanni Berta ha un solo timbro con la sola dizione Berta ma è il nuovo tipo con le lunette arrotondate, stessa considerazione per le località Luigi di Savoia e Luigi Razza,

Tra le località con nome breve in provincia di Derna resta solo Tobruch, per la quale località si conoscono numerosi timbri e con una discreta distanza intorno alle stellette. Non sono segnalati timbri con datario “errato” in provincia di Bengasi. Tale anomalia, come accennato, può essere messa in relazione con le difficoltà prebelliche che hanno certamente interrotto la distribuzione dei nuovi timbri con le lunette arrotondate in tutta la Cirenaica.

La ricerca di un possibile annullo di Tobruch che potesse essere stato usato con l’annualità 1910 mi ha portato ad individuare l’impronta 15 alla quale ho aggiunto il termine “bis” (figura 8).

 

 

LA RICOSTRUZIONE DI ALCUNI TIMBRI DI LIBIA DEGLI ANNI ’30-‘40

Figura 8 – annullo 15 bis di Tobruch in rosso nel quale la parola “CIRENAICA” trova giusta sovrap-posizione con quella sul francobollo e vengono rispettate tutte le altre geometrie.

 

 

Come si può notare nel particolare ingrandito la sovrapposizione delle stellette e quella della dizione “CIRENAICA” sono perfette e lo sono anche le singole lettere che la compongono rispettandone anche la forma. Si osserva, anche se a posteriori, anche la coincidenza delle due gambe della R di TOBRUCH.

Oltre ai due timbri sopra esposti, ne ho individuati altri, sicuramente noti, ma dei quali non ho trovato impronte in bibliografia: BENGASI (VAGLIA A) in due versioni le cui impronte sono ben leggibili direttamente sui francobolli. Le due versioni dei timbri di BENGASI (VAGLIA A) sono stati trovati su alcuni esemplari in una parte della gran massa di francobolli usati che sto analizzando e probabilmente ne usciranno altri.

Nella figura 9 sono riportati due esemplari che accoppiati hanno consentito la ricostruzione del timbro del primo tipo. In questo timbro le stellette sono assenti, le lettere sono di grandi dimensioni e le lunette relativamente piccole distano tra loro 9 millimetri La parola bengasi occupa tutto l’arco della lunetta superiore; in basso (VAGLIA A) ha le due parentesi che sbordano al di sopra della linea orizzontale della lunetta, quella di destra in modo più accentuato. Al centro della figura il timbro ricostruito.

 

 

LA RICOSTRUZIONE DI ALCUNI TIMBRI DI LIBIA DEGLI ANNI ’30-‘40

Figura 9 – impronta BENGASI (VAGLIA A) tipo I senza le stellette e con caratteri grandi.

 

 

Il secondo tipo è presente quasi per intero all’interno di un solo francobollo (figura 10) e la sua ricostruzione è stata facilissima.

 

 

LA RICOSTRUZIONE DI ALCUNI TIMBRI DI LIBIA DEGLI ANNI ’30-‘40

Figura 10 – impronta BENGASI (VAGLIA A) tipo II con le stellette e con caratteri piccoli e maggiormente distanziati.

 

 

In questo caso il timbro ha le stellette ai lati del datario, le scritte con caratteri leggermente più piccoli e le lunette molto piccole tanto che la loro distanza è 11,5 millimetri, molto ampia rispetto a quella dell’impronta precedente. La dizione BENGASI fuoriesce abbondantemente dall’arco della lunetta e VAGLIA A è senza le parentesi e gli apici delle due lettere agli estremi coincidono con i due vertici del segmento circolare.

La differenza più evidente è la dimensione delle lunette e la loro distanza.

L’ordine di classificazione in I e II tipo è stato casuale e legato all’ordine di rinvenimento, le date indicano la coesistenza di questi timbri, solo un mese di differenza, e al momento non ho ulteriori elementi discriminatori.

Nella ricerca che ho potuto fare ho trovato anche il vaglia di figura 11, in questo caso si tratterebbe di un III tipo in quanto ha le stellette e le parentesi, ma ha anche le lunette arrotondate ed è quindi da ricondurre all’ultima tipologia in corso di distribuzione.

 

 

 

LA RICOSTRUZIONE DI ALCUNI TIMBRI DI LIBIA DEGLI ANNI ’30-‘40

Figura 11 – impronta BENGASI (VAGLIA A) un ulteriore tipo (III) con le stellette e le parentesi ma con le lunette arro-tondate e caratteri ton-deggianti differenti dai primi due tipi.

 

 

 

La ricevuta vaglia riprodotta è stata ripresa dal sito delle vendite on line dell’AICPM, quindi più che nota agli specialisti di Libia. Stando alle mie conoscenze, non ho ancora avuto modo di vedere annulli Vaglia su buste viaggiate.

Altra impronta non trovata in bibliografia è BENGASI n° 1 (Berka) con le lunette arrotondate al quale ho attribuito il n. 6 (figura 12).

 

 

LA RICOSTRUZIONE DI ALCUNI TIMBRI DI LIBIA DEGLI ANNI ’30-‘40

Figura 12 – impronta BENGASI № 1 (BERKA) su cartolina di Tripoli spedita da Bengasi. Tale timbro, con le lunette arrotondate, fu l’ultima tipologia distribuita in Libia prima del conflitto. L’anno è di fantasia anche se congruo con il periodo d’uso.

 

 

Il ritrovamento di quest’ultimo, fatto da Nino D’Aponte, è stato del tutto casuale su una cartolina dalla quale era stato staccato il francobollo facendo perdere un quarto dell’impronta che però ho potuto comunque ricostruire abbastanza bene nei caratteri generali, ma con qualche incertezza nei particolari. Tale timbro è caratterizzato dalle lunette arrotondate ed ha diametro di 33 millimetri. Non è presente nell’elenco riportato da Di Vita. Ho fatto una ricerca in rete ed ho constato che non sono frequenti le offerte con annulli di Berka in generale, infatti nella scala di valutazione hanno buoni punteggi. Ad ogni modo l’annullo di figura 12 non è reperibile. Non l’ho notato nemmeno tra le immagini del forum dell’AICPM. Da uno scambio di opinioni con Samuel Rimoldi è emerso che il timbro è noto ma decisamente raro. Ne deriva quindi che l’uso di questo timbro non sia stato molto frequente. La ricostruzione della parte mancante segnata in rosso è stata fatta sulla base dei caratteri del timbro n. 4, sussistono solo due indecisioni: la presenza o meno dei due segmenti sotto il simbolo di N° e, per quanto noto a Samuel Rimoldi, l’ora di timbratura non dovrebbe essere presente.

 

 

Ringraziamenti

Desidero ringraziare per la fattiva collaborazione prestata Piero Macrelli, Roberto Monticini, Samuel Rimoldi e Nino D’Aponte.

 

 

Bibliografia

Di Vita C., (2013) – Libia 1911/1943 – Storia postale della Colonia di Libia e non solo. Volume II. Tasporti Grafici, Trezzano sul Naviglio, MI.

Diena A., (1962) – La storia postale e filatelica dell’ex colonia italiana a 50 dall’occupazione. Parte 7, Uffici postali e bolli: notizie generali. Il Collezionista – Italia Filatelica. N. 8.

Diena A., (1962) – La storia postale e filatelica dell’ex colonia italiana a 50 dall’occupazione. Parte 8, Elenco dei bolli circolari a date. Il Collezionista – Italia Filatelica. N. 10.

Macrelli P., (1996) – I bolli degli Uffici Civili della Libia. Fil-Italia Vol XXII, n. 3, giugno 1996.

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