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IL 650 LIRE CASTELLI FALSO IN … TANDEM
Nicola Luciano Cipriani perito filatelico e Stefano Proserpio segretario CIFO
Stefano Proserpio
Qualche settimana fa navigando su Ebay incappavo in una cartolina concorsi affrancata con un francobollo da 650 lire della serie Castelli definito dal rivenditore come “falso di Napoli”. In vendita era offerta anche una busta affrancata con lo stesso falso con l’aggiunta di due Castelli da 50 lire per completare la tariffa a 750 lire. In calce ad entrambe le offerte era indicato che erano disponibili più pezzi. A seguito di contatti presi con il proprietario ho avuto modo di apprendere che i pezzi affrancati con tale “falso” passati nel tempo per le sue mani erano una decina e che tutti erano apposti su cartolina concorso, a parte quello sulla busta con valori complementari sopra citati. Dietro specifica richiesta apprendevo, inoltre, che mittente di tutti gli oggetti era un unico soggetto e che non si trattava di fotocopie a colori ritagliate e dentellate. Incuriosito, decidevo di procurarmi qualche pezzo: la cartolina posta in vendita mostrava un angolo mancante, per cui non partecipavo all’asta (il pezzo trovava comunque un acquirente). Il venditore mi inviava le immagini di altre cinque cartoline: sceglievo le tre che parevano mostrare francobolli integri (figure 1, 2, 3 e 4) e lasciavo da parte le altre due.
Non sono riuscito, invece, ad aggiudicarmi la busta affrancata per 750 lire (figura 5). Segue, infine, una fotografia parziale della lettera “conquistata” da un altro acquirente
Non appena ricevuto a casa le tre cartoline ho constatato che effettivamente non erano affrancate con fotocopie a colori dentellate; ponendole sotto la Lampada di Wood con meraviglia ho osservato che i francobolli erano stampati su carta fluorescente! Una prima scansione grossolana metteva, inoltre, in evidenza un retino di stampa assai strano.
Provvedevo quindi a contattare il nostro Luciano Cipriani raccontandogli l’antefatto ed inviandogli dapprima le immagini che avevo a disposizione e poi spedendogli le cartoline. Qui mi fermo e passo la parola al nostro illustre Perito.
Nicola Luciano Cipriani
La mia curiosità è sempre grande quando c’è da vedere o studiare novità, e questo 650 lire Castelli è una novità in tutti i sensi, compresa la procedura di stampa. Tutti i falsi per posta stampati in epoca recente sono stati realizzati con il metodo offset (fotolito), spesso a tratto pieno, più raramente con retino a punti. La stampa di questo 650 lire Castelli non differisce tanto nella metodologia di stampa, che è sempre in offset, quanto per il tipo di retino utilizzato. Infatti è la prima volta che mi capita di vedere un retino a righe verticali utilizzato per la stampa di falsi per frodare le Poste Italiane. Per quanto riguarda il loro uso, le cartoline hanno l’annullo illeggibile anche se il concorso (per il quale sono state spedite) ha avuto scadenza il 10.02.92; si deve quindi datare al 1991-92 la stampa di questa imitazione. La busta invece ha un annullo chiaro del 23.1.94, un uso tardivo quindi.
Prima di passare in dettaglio l’analisi di questo falso, mi preme precisare che questa imitazione non è compresa nell’elenco dei falsi castelli redatto da Giovanni Riggi (Seminario di Spotorno, 30-31 maggio 1998) e non mi risulta sia mai stato descritto.
Passo ora ad analizzare questo falso mostrandovi inizialmente la sua immagine a confronto con il francobollo originale (figura 6). Le due immagini a basso ingrandimento dicono poco, ma vedremo meglio le differenze analizzando qualche particolare. Inoltre metto in rilievo che le differenti tonalità visibili, non sono dirimenti in quanto i colori dell’originale sono stati molto variabili nel tempo ed alcune ristampe hanno avuto gli stessi colori dell’imitazione.
La stampa
Nella figura 7 ho riportato i tre francobolli in esame e, anche a piccolo ingrandimento si nota abbastanza bene la rigatura verticale nella parte alta della cornice.
Come si vedrà nelle immagini successive, ciascun colore è stato stampato utilizzando un retino a sottilissime righe verticale. Nelle successive quattro immagini (figura 8), una per ciascun colore utilizzato, il rigato è maggiormente visibile, in modo particolare nel ciano, giallo e nero.
Il ciano è presente in sottili righe rade sulla cornice e in righe più addensate in tutte le parti in cui sono visibili il ciano ed il verde; il giallo è praticamente in sottili righe addensate su tutta l’immagine; il magenta è concentrato in sottili righe addensate sulla cornice, ma è presente anche nella parte del castello; infine, il nero è presente essenzialmente in corrispondenza del verde ma si notano rade sottili righe anche sulla cornice.
La carta
Recentemente il nostro Stefano ha acquisito un’altra cartolina con il francobollo non annullato e che riproduco nelle immagini successive. Non è noto se questo francobollo avesse una propria colla posta sul retro o se ne fosse senza. Fatto sta che in acqua fredda non si è staccato velocemente, segno che non dovrebbe avere colla vinilica, tipica di questa emissione. Dopo il distacco non ho notato alcun residuo di colla, né sul retro del francobollo né sul ritaglio di cartolina, il che determina che la colla fosse stata applicata con un sottile velo e che sia solubile in acqua. Dalle osservazioni sulle caratteristiche della carta si vede molto bene che essa è molto scadente e facile alla sfilacciatura. Nella figura 9 riporto il confronto in luce viola tra l’originale ed il falso, mentre nella figura 10 anche il confronto con una normalissima carta per fotocopie da 80 g/mq. La grammatura della carta utilizzata per il francobollo è leggermente superiore, probabilmente da 100g/mq. Si noti nell’immagine la similitudine della sfilacciatura ancorché il francobollo sia stato perforato.
La fluorescenza
Sempre dalla figura 10 si può notare anche la fluorescenza della carta. Come si può vedere, il colore è decisamente bianco e nulla ha a che vedere con la fluorescenza bianca in pasta che caratterizza i francobolli originali. Infatti l’originale ha un colore di fluorescenza tendente leggermente al rosato smorto, mentre l’imitazione emana una vivida colorazione azzurrina. Per questo confronto ho scelto un originale con risposta in fluorescenza il più bianco possibile tra numerosi campioni disponibili.
La dentellatura
La dentellatura è molto irregolare a causa del non allineamento degli aghi. Questi sono molto sottili, hanno un diametro di 3-4 decimi di mm e probabilmente usurati, come si può dedurre dai fori per la maggior parte poco definiti. Di contro il diametro degli aghi utilizzati presso l’IPZS è di circa 8 decimi (figura 11). I fori molto piccoli agevolano gli strappi durante la separazione dei francobolli tanto che nessuna delle imitazioni è stata separata in modo idoneo. Questo spiega anche la difficoltà di scelta da parte di Stefano al momento dell’acquisto. La misura della dentellatura, in queste condizioni, non è agevole dovrebbe essere 10,5 per entrambe le direzioni. Il condizionale è d’obbligo perché la distanza tra i fori non è nemmeno costante.
Il confronto con l’originale
Con un minimo di esperienza filatelica, questo falso dovrebbe essere facilmente riconoscibile, ad ogni modo è sempre bene fornire immagini di confronto con l’originale per mettere in evidenza particolari che possano facilmente agevolare la distinzione.
Nel complesso l’immagine del castello è stata riprodotta in modo abbastanza fedele e, a parte il fuori registro dei colori dell’imitazione, nel complesso non si notano differenze grafiche del castello da mettere in evidenza. Un po’ per il fuori registro, un po’ per il retino a linee verticali, le scritte in alto che descrivono il castello non sono affatto nitide e la sovrapposizione di più linee colorate conferisce alla scritta una certa confusione visiva.
Nella figura 12 presento il confronto tra l’altezza dei due francobolli. Come si può notare, questa dimensione è identica a quella dell’originale.
Nella successiva figura 13 metto a confronto la larghezza, anche questa dimensione non mostra assolutamente alcuna differenza, nemmeno nelle singole scritte e nel valore.
In questa immagine sono maggiormente visibili le sottili linee di ciascun colore del retino che invadono un po’ tutto il disegno, tanto che la scritta ed il valore non sono monocolore come nel francobollo originale.
Nella successiva figura 14 mostro un ingrandimento adeguato per mettere in risalto l’aspetto generale della stampa. Come si può vedere, sono ben evidenti tutte le caratteristiche descritte.
Nella tabella elenco, in forma sintetica, i caratteri generali e le differenze tra l’originale e l’imitazione.