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Nicola Luciano Cipriani

posta1

ANCORA SU POSTA1

a cura di Nicola Luciano Cipriani perito filatelico

A servizio ormai avviato, non siamo ancora in grado di descrivere con esattezza l’iter seguito dagli invii di posta1. È vero che nel sito di Poste Italiane è indicato l’uso delle cassette di impostazione, ma è anche vero che il servizio è corredato di tracciabilità. Abbiamo fatto ulteriori richieste di informazioni ad alcuni addetti degli uffici postali. Le ultime informazioni ricevute sono che gli invii possono essere indistintamente impostati in cassetta oppure consegnati allo sportello. Questi ultimi vengono subito registrati con un lettore ottico ed al mittente resta il tagliando quadrato da cui è stata staccata l’etichetta con il codice binario più l’alfanumerico. Il tagliando non va inteso come una ricevuta sul tipo della posta registrata (raccomandate e assicurate), bensì somiglia più ad una “figlia” di un bollettino di conto corrente che sta ad indicare l’avvenuta consegna presso l’ufficio. Se invece il posta1 viene immesso in cassetta, allora la tracciatura dovrebbe iniziare presso il CMP. Non sappiamo le modalità, a domanda fatta preso l’ufficio postale ci è stato risposto che ignorano anche loro essendo il CMP sistema indipendente dagli uffici postali.
A questo punto si deve dedurre che le informazioni a nostra disponibilità sono e sono state parziali e che ognuno di noi, che ha scritto in merito, ha riferito informazioni parziali e comunque corrette solo in parte. Quindi anche noi che scriviamo dovremmo essere più attenti a utilizzare un condizionale in attesa di maggiori certezze e senza avanzare critiche poco costruttive.
A tutto questo si deve aggiungere anche il parziale disservizio sia per quanto riguarda la distribuzione dei nuovi francobolli della serie leonardesca, sia per quanto riguarda la lavorazione della corrispondenza che ormai presenta caratteri endemici.
Per il primo punto bisogna lamentare la pessima distribuzione di una serie ordinaria. La maggior parte delle località anche principali (Firenze) ha ricevuto due soli fogli per ciascun valore ed al sud (Campania e Sicilia, quelle a noi note) non sono arrivati nemmeno tutti i valori. Va bene che è possibile l’applicazione di tutti i francobolli in uso, però almeno l’inizio del servizio dovrebbe coprire tutte le necessità. A Napoli (Ufficio Colli Aminei) era disponibile solo il valore da 3,50 (A Zona 1). Sempre a Napoli, alle Poste Centrali il nuovo servizio sembra totalmente sconosciuto e gli addetti non sono nemmeno a conoscenza dell’emissione dei nuovi francobolli. Anche nei centri minori l’1 Ottobre sono stati spesso consegnati solo alcuni esemplari: a Giarre (CT) il 2,80 e il 3,50 e nelle località limitrofe solo il 2,80; stessa situazione a Palermo e Termini Imerese (PA) dove sono arrivati solo i primi due valori. Solo a distanza di circa 10 giorni sono state completate le consegne in molte località. Questi sono solo alcuni esempi monitorati da collezionisti interessati al primo giorno d’uso.
Per quanto riguarda invece la lavorazione della corrispondenza mancano le informazioni minime persino agli addetti di Poste Italiane. Per poter quindi capire come viene svolto il nuovo servizio, almeno in questi primi giorni, dobbiamo basarci necessariamente su quello che riusciamo a recuperare per verificare su invii concreti cosa sia stato fatto. Nella figura a corredo, mostro un invio fatto dallo scrivente il 3 Ottobre presso l’ufficio postale distaccato, ospite della manifestazione per la consegna del Premio Giovanni Riggi svoltasi a Pecetto Torinese, all’interno del quale ho spedito la fattura dell’albergo in cui ho alloggiato. Ho chiesto volutamente alla signora addetta di inviarlo al di fuori della manifestazione proprio per verificare il servizio. Molto gentilmente mi è stato risposto che avrebbe provveduto il lunedì successivo, 5 Ottobre, dall’ufficio di Venaria dopo aver fatto la registrazione. Sono stato molto soddisfatto della risposta, ma affatto dalla ricezione della missiva, trovata in cassetta il 7 Ottobre. Come potete vedere, è stato applicato l’annullo guller di Venaria Reale, datato 5.10.15, ma presso il CMP di Torino non è stato apposto alcun codice a barre, né quello rosa fluorescente, né quello nero indicativo del CAP di destinazione. Così come è, sembra che la busta non sia transitata all’interno del SIACS (macchina smistatrice). Certamente come prima busta vista, sono rimasto un po’ perplesso, ma è ovvio che la lavorazione è stata fatta a metà.

ancora su posta1

figura 1 – posta1 inviata dall’Ufficio di Venaria (TO) il 5.10.15 per Gavorrano (GR).

Cosa pensare? Forse che la registrazione dell’ufficio di partenza possa essere stata sufficiente? No di certo, chi garantisce che questo invio sia stato realmente spedito per posta? Potrei aver fatto apporre l’annullo e la busta non aver mai viaggiato. Al contrario si trovano invii imbucati in cassetta e lavorati presso il CMP che riportano i regolari codici a barre. Anche in questo caso viene da chiedersi: “ma come viene fatta la registrazione presso i vari e numerosi CMP se la busta di posta1 è mescolata a quelle di posta4?”. Da informazioni ufficiose sembrerebbe che attualmente presso i CMP non sia attiva alcuna cernita della posta1. Questo, non mi sorprende affatto; resta però aperta una domanda: come avviene la registrazione presso i centri di lavorazione? Come ricorderete, presso questi centri vengono predisposti i pacchetti incellofanati per ciascun postino, un pacchetto per ogni tipologia di invio. Il postino ad oggi non riceve un pacchetto di posta1 separato da quello di posta4, riceve tutto insieme ed a voce gli viene detto di ricordarsi di registrare la consegna con il palmare.
Quando partì il vecchio servizio prioritario furono stampati francobolli ad hoc non fluorescenti e ricoperti o incorniciati da un colore oro che all’ultravioletto appare decisamente molto scuro (nero secondo il progetto) tanto da essere facilmente distinguibili da un lettore ottico e separati dalla massa di francobolli fluorescenti. Erano anche disponibili due distinti settori all’interno di ciascuna cassetta o addirittura cassette distinte nei centri di maggiore affluenza. Si tornò inesorabilmente alla cassetta unica con la soppressione del servizio di posta ordinaria. Ma quei tempi sono molto lontani, oggi i francobolli sono tutti non fluorescenti ed è impensabile una separazione manuale. Ecco quindi che a noi spetta ricostruire i fatti sulla base di informazioni parziali e cercare eventuali conferme a posteriori; opera certamente non facile, specialmente quando anche a posteriori abbiamo dati distorti come la busta inviata da Pecetto Torinese e smistata al CMP di Torino. Certamente si dovrà tornare alla impostazione differenziata, ma per ora quale strumento è stato adottato per la separazione della posta1?
Non resta da dire altro che la situazione attuale è dovuta ad un chiaro ed iniziale scollamento tra progettazione del servizio e sua applicazione con la conseguenza che le informazioni non sono state trasferite agli addetti postali in modo completo ed esaustivo. Non di secondaria importanza la mancata completa informazione per gli utenti; come è possibile utilizzare un nuovo servizio se non si mette l’utente nelle condizioni di conoscerne le modalità generali, e fornire la garanzia (attraverso la conoscenza dell’iter) che quanto detto venga effettivamente fatto?
Anche se l’utente medio può non essere completamente informato, almeno gli addetti alla diffusione delle informazioni (che siamo noi) dovrebbero essere messi nelle condizioni di poterle trasferire.
Ma al di là delle polemiche, che ritengo inutili, ci auguriamo che si arrivi presto ad una messa a punto del servizio sia dal punto di vista organizzativo che logistico e che gli utenti siano debitamente informati.

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luciano@demoskratos.it

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