logistica postale
LA LOGISTICA DI POSTE ITALIANE – parte seconda
Verso una organizzazione centralizzata europea
Di Nicola Luciano Cipriani perito filatelico, Giovanni Leone e Claudio Ernesto Manzati
Le informazioni di carattere generale che abbiamo fornito nel primo articolo, ci consentono di iniziare a raccontarvi il viaggio di una nostra busta dal momento in cui la imbuchiamo in una cassetta postale. Vi spiegheremo come la nostra busta, tra centinaia di migliaia, attraversando le macchine di smistamento del CMP possa arrivare a destinazione finale in così breve tempo. Queste macchine sostituiscono tutta la lavorazione manuale di lettura degli indirizzi, separazione per destinazioni principali, trasferimento al CMP di arrivo e seconda lavorazione per la distribuzione locale.
Il percorso semplificato del processo di lavorazione è riportato in Figura 1 in cui oltre al flusso schematizzato sono indicati anche i tempi previsti per alcuni intervalli della lavorazione che prevedono il prelievo alle ore 9 e la consegna entro le 13 del giorno successivo. Sono riportate anche le due definizioni dei nuovi acronimi
Prima di procedere alla descrizione dettagliata, descriviamo brevemente i passaggi dello schema di Figura 1. La raccolta (1) viene effettuata una sola volta al giorno e ad orario prestabilito, entro le 10,00 presso le cassette distribuite sul territorio, entro le ore 12 per le cassette ubicate presso gli uffici postali. L’automezzo che ha prelevato la nostra lettera la trasporta (2) al Centro di Smistamento in Partenza (CRP, settore del CMP di partenza) (3). Da qui dopo la selezione meccanizzata per destinazione viene timbrata e vengono apposti i due codici a barre (nero e rosa-arancio fluorescente) dopo di che viene caricata su automezzi o velivoli (4) per il trasporto al Centro di Smistamento in Arrivo (CRA, settore del CMP di arrivo) (5). Qui la nostra lettera viene rilavorata e separata per destinazione ed insieme a poche altre confezionata per ciascun portalettere e trasportata agli uffici di destinazione (6) i quali la distribuiscono ai singoli portalettere per il recapito (7). Questo riassunto si è reso necessario per poter meglio comprendere la nomenclatura e gli acronimi della logistica postale italiana (figura 2).
Iniziamo il nostro racconto dettagliato partendo dalla cassetta delle lettere e seguiamo il furgone che l’ha svuotata: la nostra lettera inizia il suo viaggio. Di seguito il testo sarà suddiviso in paragrafi relativi a ciascun passaggio che subirà la nostra lettera, tralasciamo altre tipologie quali la posta registrata che segue un percorso simile ma attraverso canali paralleli.
Raccolta e trasporto
La raccolta dalle cassette postali avviene di norma tra le ore 10 e le 12 di ogni giorno feriale ad esclusione del sabato. Nelle zone più periferiche (piccoli centri sparsi in zone di campagna) il giro di prelievo di ciascun automezzo è tortuoso ed a volte il rientro al centro di raccolta è intorno alle ore 15. Il personale addetto a ciascun percorso preleva anche la posta registrata e voluminosa presso gli uffici postali. Nei grandi centri invece lo svuotamento delle cassette sulla pubblica via è generalmente separato dal prelievo delle registrate. Dai centri di raccolta locali, la posta viene trasportata al Centro di Meccanizzazione Postale (CMP) del bacino di utenza.
Lavorazione al Centro di Meccanizzazione Postale (CMP)
Cos’è un Centro di Meccanizzazione Postale? È il centro a livello regionale (Figura 3) (in alcune regioni ve ne sono due, solo in Lombardia tre, alcune regioni di piccole dimensioni sono inglobate in altre) dove arriva la corrispondenza in partenza raccolta sul territorio afferente e quella in arrivo da altri CMP per la consegna sul territorio. Si tratta di un ambiente di tipo industriale molto vasto all’interno del quale ci sono i vari settori di competenza per ciascuna attività e tipologia di corrispondenza divisi in posta meccanizzabile, posta voluminosa e posta registrata.
Nel proseguo del testo per semplificare la lettura e le descrizioni, facciamo uso di acronimi il cui significato è riportato nella Figura 2.
Il cuore di un CPM è il Sistema Integrato di Accumulo, Codifica e Smistamento della corrispondenza (SIACS) (Figura 4) che riceve tutta la posta meccanizzabile; è un sistema di macchine molto complesso in cui vengono fatte passare tutte le corrispondenze non registrate e non voluminose sia in arrivo che in partenza. Il sistema è composto da tre fasi di lavorazione costituite da macchine, tutte collegate ad un cervello elettronico (SISC) in cui un complesso sistema di software e data-base svolge la funzione di riconoscimento automatico (OCR) e di codifica semiautomatica (VCS) delle immagini acquisite dalle linee di ingresso. La prima fase è composta da due linee di ingresso che entrambe effettuano la videocodifica veloce, l’acquisizione dell’immagine ed il presmistamento per inviare la busta verso la seconda fase di lavorazione (STAR).
Delle due linee di ingresso, la prima è chiamata CFC ed ha la funzione di selezionare le corrispondenze per dimensione e le raddrizza per la timbratura. All’interno di questa prima linea vengono memorizzate le immagini delle missive mediante sistema OCR (Optical Character Recognition); le immagini vengono inviate al cervello elettronico (SISC) che fornisce indicazioni sulla destinazione della lettera. A questo punto il sistema stampa il codice a barre fluorescente (ID-TAG), tale codice, d’identificazione fisico-informatica, consente di riconoscere ciascuna missiva come unità fisica. La seconda linea d’ingresso è chiamata ICM (Macchina di registrazione delle immagini) dove vengono smistate le corrispondenze provenienti da un altro CMP e quindi già codificate. Anche in questo caso la macchina procede alla memorizzazione delle immagini delle missive.
Dalle due linee d’ingresso le lettere vengono trasferite alla seconda fase di lavorazione che è costituita da una macchina (STAR) composta da più piste in cui le missive transitano e vengono lavorate dal cervello elettronico (SISC) che le raggruppa per destinazioni omogenee (Posta Buffer). Tutta l’operazione avviene utilizzando i dati del codice a barre rosa-arancio fluorescente (ID-TAG).
I gruppi di missive suddivisi per località omogenee vengono trasferiti alla terza fase di lavorazione finale (LSF) che è costituita da macchine che interagiscono ancora con il cervello elettronico (SISC) tramite l’ID-TAG e stampano sulle missive il codice a barre nere (CAP + numero di servizio) dopo di che le incasellano pronte per essere inviate a destinazione. La linea di smistamento finale (LSF) è suddivisa in due fasi di lavorazione. Le missive entrano prima nello Smistamento Finale Fine (SFF) e la macchina interagisce ancora con il cervello elettronico (SISC) per la verifica del codice fluorescente (ID-TAG). Dopo entra nel Sistema Impacchettamento Mazzetti (SIM) in cui le missive per destinazione omogenea vengono selezionate ed impacchettate per ciascun portalettere.
Il sistema SIACS non è perfetto, esso presenta carenze per lo più nella lettura dell’indirizzo tramite sistema OCR ed elaborazione da parte del cervello elettronico (SISC). Infatti molte missive, in cui gli indirizzi sono scritti sia mano sia stampati, non sono riconosciute dal sistema e vengono momentaneamente stoccate in un buffer della seconda fase di lavorazione (STAR) pur avendo ricevuto il codice a barre fluorescente (ID-TAG). Per la ripresa della lavorazione di queste missive stoccate, entra in azione il Centro di Videocodifica (CSC). Questi Centri non sono necessariamente ubicati all’interno del CMP; molti ex uffici provinciali per la lavorazione della corrispondenza sono stati trasformati per le operazioni di videocodifica. Alla fine del 2009 i Centri operanti erano 34 con circa 500 postazioni di terminali. I centri e le postazioni di Videocodifica sono cresciuti nel tempo per risolvere i problemi dell’OCR/SISC e raggiungere l’obbiettivo di qualità (J+1) del Servizio Postale Universale posto all’89% delle consegne. Gli operatori dei Centri di Videocodifica lavorano ad un terminale in cui si susseguono le immagini delle missive accantonate nel buffer; l’operatore digita il CAP per ciascuna missiva il quale viene inviato al cervello elettronico (SICS) del CMP che recupera la missiva dal buffer e la rimette in lavorazione all’interno del SIACS per procedere all’invio a destinazione. La codifica remota da parte di operatori si svolge a turni e per orario continuato. A dimostrazione della parziale capacità di lettura del sistema OCR/SISC notiamo il continuo incremento del numero di postazioni di videocodifica che Poste Italiane ha operato nel 2008 (+ 78) e nel 2009 (+252) pur avendo un volume di missive lavorate che possiamo considerare costante nel tempo se non addirittura in diminuzione, visto l’incremento di altri sistemi di comunicazione e di privati autorizzati alle spedizioni. Molto probabilmente il non perfetto funzionamento del sistema OCR/SISC è da imputare ai software di elaborazione che utilizzano modelli matematici non sufficienti per far operare il sistema in modo funzionale in quanto si basano sulla compilazione di algoritmi non ancora in grado di decifrare in pieno i caratteri della scrittura sia corsiva che stampata. Probabilmente in futuro lo studio di nuovi algoritmi consentirà al sistema di operare in modo più rispondente alle funzioni da svolgere.
LA LOGISTICA DI POSTE ITALIANE – parte prima
Verso una organizzazione centralizzata europea
Di Nicola Luciano Cipriani – perito filatelico – Giovanni Leone e Claudio Ernesto Manzati
Quando si spedisce una lettera ed entro due giorni la stessa arriva al destinatario per l’utente è un servizio dovuto. Quando centinaia di migliaia di lettere vengono spedite nello stesso giorno, dalla stessa città, e consegnate sempre entro due giorni ad altrettanti destinatari sparsi per l’Italia, per i singoli utenti ciò rientra nella norma. Nessuno però immagina quanto complessa sia l’organizzazione della movimentazione della corrispondenza. Con questo articolo abbiamo cercato di renderla comprensibile facendoci strada tra un ginepraio di concetti e definizioni tecniche di non facile acquisizione che spesso hanno vita brevissima a causa della continua evoluzione del servizio postale universale per arrivare all’adeguamento unitario con l’Europa. Infatti il periodo di trasformazione di Poste Italiane è iniziato ormai dal 1997 e da allora sono nati nuovi servizi, estinti altri ed in parallelo si è reso necessario anche l’adeguamento logistico alle norme europee. Sull’evoluzione dei servizi sono stati pubblicati numerosi articoli, ma nessuno fino ad ora si è interessato alla ristrutturazione ed alla evoluzione della logistica di Poste Italiane in linea con le direttive europee sia in merito alla privatizzazione, sia in merito alla lavorazione senso stretto della corrispondenza. La compilazione di questo lavoro, che verrà pubblicato a puntate a causa dell’ampiezza dell’argomento trattato, non è stata cosa semplice, sia perché quando eravamo al punto di iniziare a scrivere alcune cose erano già superate rispetto al momento della raccolta delle informazioni, sia per le reali difficoltà a districarsi tra definizioni tecniche relative a macchinari poco noti sia a quelle relative alla strutturazione delle varie fasi del processo di lavorazione. Ci auguriamo che il nostro sforzo non sia stato vano augurandoci di avere realmente fornito un testo comprensibile per gli interessati.
Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico nel 2010 il 90,6% della Posta Prioritaria (Posta Non Massiva) è stata consegnata entro il parametro J+1 (recapito in un giorno più quello di deposito), mentre gli standard qualitativi europei del Servizio Postale Universale stabiliscono tale valore all’89,0%, con uno scostamento positivo dell’1,6%. L’ufficialità dei dati non è certamente discutibile, possiamo solo dire che sono valori medi perché è innegabile che vi siano differenze tra l’organizzazione nelle regioni settentrionali e quelle meridionali come si evince dalle corrispondenze che ci scambiamo con amici e parenti da un capo all’altro della penisola. C’è da dire inoltre che proprio al centro-nord (Lombardia, Piemonte e Toscana) nel 2009 si sono avuti valori inferiori alla media a causa dell’elevato quantitativo di corrispondenza da lavorare; ritardo che è stato recuperato durante il 2010 con l’attivazione di nuovi centri di recapito (punti di raccolta della corrispondenza all’interno di uno stesso bacino di CMP).
Prima di parlare della logistica che Poste Italiane ha predisposto per la consegna delle lettere, bisogna tenere presente che l’Italia è ormai, per alcuni purtroppo, un membro dell’Unione Europea e ne segue quindi le direttive diramate, compresa l’organizzazione postale. In queste direttive rientrano sia la privatizzazione del servizio postale, sia la sua organizzazione. Già da qualche tempo alcuni di voi si sono resi conto che l’attività di consegna (Servizio Portalettere) è strutturalmente separata dagli Uffici Postali così come siamo stati abituati a vederli in passato. Molti cittadini, inoltre, si sono resi conto solo di un fatto: le corrispondenze spedite per la città spesso vanno in un’altra per tornare poi indietro ed a costoro la cosa appare decisamente folle. Ebbene per l’attuale organizzazione di Poste Italiane la cosa non è affatto folle, bensì rientra in una organizzazione ancora in evoluzione che contempla in una prima fase l’adeguamento della lavorazione della posta agli standard europei per realizzare, in una fase successiva, un unico sistema europeo. I punti sostanziali della lavorazione della posta sono sia lo smistamento che il trasferimento. Per lo smistamento sono stati creati centri di raccolta in località strategiche in dipendenza dei quantitativi mobilitati e della loro ubicazione; attualmente sono 85 i centri di smistamento provinciali (CP) afferenti al bacino di un CMP. Questi ultimi sono 21 e distribuiti a servire al meglio il territorio nazionale (Figura 1).
In futuro i CMP saranno notevolmente ridotti in numero per servire un’unica organizzazione europea.
I Centri di Meccanizzazione Postale (CMP) lavorano sia le missive in partenza che in arrivo: essi sono dotati di macchinari molto complessi che stampano sulle missive in partenza e leggono in quelle in arrivo due tipi di codice dei quali uno corrisponde al CAP di destinazione (barrette nere in basso a destra della busta), l’altro è invece l’ID-TAG ovvero il “nome, cognome e codice fiscale” o “carta d’identità” di ciascuna missiva che ne consente l’identificazione in modo ineluttabile (barrette rosa-arancio fluorescenti).
Come spiegheremo nel prossimo articolo, i due codici a barre sono essenziali affinché il percorso di una lettera si possa realizzare. Infatti i due codici sono rilevabili dal complesso di macchinari che lavorano la corrispondenza e ne garantiscono l’arrivo a destinazione con una certa linearità. E’ ovvio che talvolta possa esserci qualche errore, ma questo è prevalentemente umano e non della macchina. Come tutti sappiamo, al di là di qualche avaria, le macchine fanno tutto e pedissequamente quello che noi gli abbiamo imposto di fare. Queste macchine sostituiscono tutta la lavorazione manuale di lettura degli indirizzi, separazione per destinazioni principali, trasferimento al CMP di arrivo e seconda lavorazione per la distribuzione locale. In particolare il sistema attuale, oltre ad essere semiautomatico, ha annullato la fase di lavorazione della corrispondenza in arrivo. Anche se la pubblicità delle Poste nazionali europee dichiara il completo automatismo, in realtà il sistema è da considerarsi “semiautomatico” perché necessita comunque dell’intervento umano anche nella fase di passaggio attraverso la macchina di lavorazione. Come esempio di intervento umano possiamo portare il Centro di Videocodifica (VCD), di cui parleremo più estesamente nel prossimo articolo; presso i terminali di questo centro arrivano le immagini di tutte le lettere per le quali il sistema non è stato in grado di leggerne il CAP. Attualmente tutto il sistema di coordinamento europeo è in evoluzione per arrivare in un prossimo futuro ad un unico sistema europeo che porterà ad una riduzione drastica dei punti di lavorazione per lasciare spazio a megacentri operativi. Probabilmente quando tutto questo sarà realizzato, la lavorazione della corrispondenza sarà realmente automatica.
Nel proseguo del testo, allo scopo di snellire la lettura abbiamo introdotto alcuni elenchi di acronimi con la definizione e le mansioni svolte sia nella fase di lavorazione della corrispondenza, sia per alcuni macchinari adibiti allo scopo. Nella Figura 2 sono riportati gli acronimi menzionati nel testo.
Negli articoli successivi, in cui tratteremo questo argomento, cercheremo di spiegare il percorso e le vicissitudini di una busta personale, tra milioni di altre buste, inviata ad un amico, un parente, un professionista ecc. Attribuiamo quindi a questo primo articolo un valore propedeutico in cui vi abbiamo fornito informazioni di carattere generale e forse anche un po’ noiose a causa dell’argomento un po’ freddo. Speriamo solo di avervi un po’ interessati e stimolati a leggere i successivi. Ci teniamo anche a precisare che le informazioni che vi stiamo fornendo sono suscettibili di variazioni in quanto da Poste Italiane non è possibile avere informazioni di alcun tipo; il nostro lavoro è stato una raccolta certosina in rete, e non solo, di dati prelevati da siti differenti (sito di Poste Italiane, tesi di laurea di varie università italiane, Wikipedia, ecc).