Gattamelata
IL PETTINE VERTICALE A 21 FORI
a cura del perito filatelico Nicola Luciano Cipriani e del perito filatelico Marcello Manelli
Durante la scorsa manifestazione di Milanofil, mi è stato presentato un foglio intero da 100 francobolli, emesso per il 300° anniversario della nascita di Giambattista Vico, con una evidente stampa al verso. Il proprietario mi ha gentilmente concesso di visionarlo con calma e l’ho portato con me a Firenze. Ho fatto il viaggio di ritorno in compagnia di Marcello Manelli ed abbiamo mostrato vicendevolmente i nostri “acquisti”. Io ho mostrato anche il foglio di Vico. Entrambi avevamo qualche dubbio sulla effettiva realtà di questa varietà, ma lì per lì non siamo andati oltre con altri approfondimenti. Marcello però, con il suo occhio molto addestrato alle dentellature, ha notato subito che il perforatore a pettine basso mostrava una sovrapposizione di due fori nello spigolo superiore (figura 1)
ed ha subito tirato fuori il suo catalogo delle varietà di Repubblica mostrandomi una varietà del 500 lire Donatello, stampato anche questo in fogli da 100, con la stessa caratteristica (figura 2).
Nel particolare ingrandito sono contraddistinti con due differenti colori le due battute successive del pettine. Si tratta di un perforatore a pettine basso con 21 fori lungo i lati verticali (figura 3) e senza i fori di invito laterali;
Marcello mi ha spiegato che quella fu una scoperta di Franco Zuppichini, interessante e poco conosciuta. In pratica i 21 fori dentellano tutto il lato verticale e l’ultimo foro si sovrappone con il primo foro della battuta successiva della barra del pettine; al contrario, invece il perforatore a 20 fori verticali conferisce al francobollo una perforazione più pulita che, se eseguita a regola non renderebbe visibile alcunché, se invece la base del pettine, durante la battuta successiva, si avvicina o si allontana dalla precedente crea un dentello più stretto o più largo. Questo carattere è molto comune se di piccola entità e diventa una curiosità che può attrarre quando si generano francobolli più alti o più corti di almeno un paio di millimetri. È possibile anche che lo sfasamento del pettine avvenga in direzione orizzontale, in questo caso si produce una parziale sovrapposizione dei fori che producono i tipici dentelli d’angolo di una perforazione lineare, simulandola (figura 4).
Tra l’altro, queste piccole differenze nella dimensione dell’ultimo dente consentono di riconoscere velocemente il sistema di perforazione a pettine che può essere di più tipi. Abbiamo continuato con le nostre “chiacchiere” ripromettendoci di verificare meglio la presenza di questo perforatore ed io di inviargli una copia recto/verso del foglio di Giambattista Vico. Tornato a Firenze, ho subito controllato i fogli del periodo ed ho potuto verificare che le emissioni per le quali era stato usato lo stesso perforatore sono solo tre e tutte con le stesse caratteristiche: Giambattista Vico emesso il 24 giugno 1968, Tommaso Campanella del 5 settembre e Gioacchino Rossini del 25 ottobre (figura 5).
Le caratteristiche comuni sono i fogli da 100 francobolli, la stampa calcografica, lo stile grafico comune, le dimensioni del foglio e dei suoi bordi e l’assenza di scritte e disegni lungo i bordi verticali, mentre, lungo quelli orizzontali sono presenti spezzoni di ornato (del tipo “D” secondo la classificazione di Manelli) in prossimità del bordo. Questo tipo di ornato è tipico dei francobolli stampati in calcografia. Tutti gli altri francobolli dello stesso formato emessi in quel periodo hanno i bordi dei fogli più larghi, sono perforati con un pettine a 20 fori ed hanno due fori di invito laterali (figura 6). Inoltre, lungo i bordi verticali hanno la scritta “FLUORESCENTE” (a destra) e la sinusoide accostata ad un segmento, entrambi spezzati, come di consueto; lungo i bordi orizzontali invece sono presenti segmenti di colore di registro orizzontali ed obliqui e in corrispondenza degli angoli le consuete croci.
Le similitudini tra questi tre commemorativi ed il San Giorgio sono molte ed evidenti e coincidono con quelle elencate poche righe sopra.
Secondo una ricerca fatta a suo tempo da Franco Zuppichini, il San Giorgio sarebbe apparso nel 1970; questa data, seppur vaga, ci dice che questo pettine sia stato usato molto poco, potrebbe essersi trattato di un perforatore da provare che però potrebbe non aver fornito i risultati sperati. C’è anche da fare una considerazione relativa alla tipologia di stampa, i francobolli in calcografia venivano stampati con la Goebel 300. Bisogna notare anche che i commemorativi del periodo sono stati stampati quasi tutti con la Goebel a 2 o a 4 colori con stampa in rotocalco, mentre Vico, Campanella, Rossini ed il San Giorgio sono stati stampati con la Goebel 300 in calcografia.
Ci siamo presi la briga di controllare la tipologia di perforazione degli altri commemorativi (formato San Giorgio) stampati in calcografia a partire da Giuseppe Garibaldi (150° della nascita) emesso nel 1957. Ebbene, per tutti questi commemorativi è stato utilizzato un perforatore a 20 aghi lungo il lato verticale. Il perforatore a 21 fori risulta quindi utilizzato solo per le emissioni presentate in questo articolo. In aggiunta alle emissioni descritte in questo articolo, Giovambattista Spampinato ci ha comunicato che anche il francobollo emesso nel 1970 per la commemorazione di Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, presenta le stesse caratteristiche di perforazione.
Non siamo in grado di fornire una spiegazione plausibile in merito all’uso di questo perforatore, se non ipotizzare che possa essersi trattato di un perforatore di prova oppure tenuto di riserva per eventuali rotture momentanee di quello a 20 fori.