“LE TIRATURE” DELLA NUOVA ORDINARIA POSTA ITALIANA
di Nicola Luciano Cipriani – Perito filatelico
In filatelia utilizziamo prodotti della stampa (i francobolli) e da questa abbiamo ereditato definizioni e modi di dire. A questo proposito ho letto con molto interesse l’articolo “Tiratura o tipo?” apparso sul n. 1 de “l’Odontometro” a cura di Marcello Manelli. Già nel mio articolo “I Prioritari” pubblicato sul volume speciale per il 200° numero de “Il Francobollo Incatenato”, notiziario del CIFO, ho messo un piccolo punto di chiarimento sul concetto di tiratura e mi fa piacere che indipendentemente da Marcello, ci siamo trovati ancora una volta ad affrontare insieme alcune definizioni. Giuste tutte le considerazioni riportate da Manelli, ma va aggiunta ancora una parola: “ristampa”. Per farla breve, la confusione maggiore è sulla parola “tiratura” che spesso viene confusa, oltre che con “tipo”, anche con “ristampa”.
Al di la delle definizioni più che corrette riportate nei dizionari generali e specifici, ritengo che in filatelia si debbano fare alcune considerazioni in più proprio per evitare confusioni nell’uso dei termini specialmente per i francobolli delle serie ordinarie che nel corso della loro vita sono soggette a numerose ristampe. Cosa facciamo? diciamo che sono tutte tirature o tipi differenti? È molto difficile proporre una cosa del genere, diventeremo tutti pazzi e si perderebbe il concetto di filatelia specializzata che comunque deve rimanere con i piedi in terra. Visto che le tante ristampe di un ordinario non possono assolutamente essere considerate come differenti tra loro, a meno di vistosi elementi facilmente riconoscibili, vorrei fare alcune considerazioni che spero possano trovare condivisione da parte dei lettori. Innanzitutto metterei da parte la parola “tipo” a cui si può dare la seguente definizione: il francobollo tipo è quello che meglio rappresenta un’emissione. Per quanto riguarda gli altri due termini “ristampa” e “tiratura”, anche se dal punto di vista lessicale si possono dare definizioni che in qualche modo si accavallano, ritengo che sia opportuno adattare alla filatelia definizioni chiare e distinte. Detto questo passo a proporre le seguenti definizioni:
Ristampa – è una ripetizione della stampa di un francobollo differenziata temporalmente dalla precedente. La ristampa non è detto che sia esattamente identica alla precedente, se ne può differenziare per cause non volute dall’operatore ma che comunque non modificano in modo evidente il prodotto finale. Un esempio può essere la non perfetta corrispondenza cromatica della vignetta, ma certamente mantenendo costante tutti gli elementi determinanti del francobollo.
Tiratura – è evidentemente una ristampa che però si deve distinguere nettamente dalla stampa precedente per almeno un carattere evidente e determinante per il francobollo. In questo caso l’elemento differente dovrebbe essere in generale voluto per modificare un carattere non particolarmente idoneo; può anche darsi che tale evento possa essere non voluto, ma che comunque modifica un elemento importante del francobollo. Ci sono tanti esempi di variazioni di carta, dentellatura, filigrana, gomma o addirittura di tipologia di stampa che possiamo portare come esempi. Detto questo, che spero possa aprire un piacevole dibattito, passo a disquisire sull’oggetto di questo articolo per il quale questo cappellaccio lo ritengo necessario.
Ho ricevuto i tre francobolli di figura 1 con la richiesta di studiarne le caratteristiche. Si tratta del valore da € 0,60 della nuova ordinaria, quello contrassegnato con la lettera “A” è quello tipo e comunemente usato dal giorno di emissione in poi, quello con la lettera “B” è caratterizzato dalla busta dorata, noto ormai ai più come emesso all’inizio del 2010 (ad oggi prima data nota d’uso il 02.03.2010) e classificato dal catalogo Unificato 2011 con il numero 3154A descritto “Busta oro, tricolore e azzurro – 2010” e quello con la lettera “C” che è apparso alla fine d’agosto negli uffici postali della provincia di Torino e che presenta il colore delle scritte leggermente più chiare, particolarmente evidente nella micro scrittura.
Questi francobolli sono stati distinti da alcuni come appartenenti a tre tirature differenti: prima, seconda e terza rispettivamente.
Vediamo tutti insieme quali sono le differenze di questi francobolli; vi propongo gli ingrandimenti di tutti gli elementi grafici per poter avere una base completa per la discussione. Prima di tutto analizziamo le dimensioni dei francobolli, nella figura 2 è riportato il confronto per la dimensione orizzontale, mentre in figura 3 quella verticale.
Come si può verificare, i tre francobolli sono perfettamente identici.
Passiamo ora ad analizzare gli altri caratteri grafici. Nella successiva figura 4 sono messe a confronto le micro scritture della cartella di destra. Come si può notare i caratteri “intrusi” (IPZS) sono sempre nella stessa posizione, però si nota anche molto bene che la micro scrittura del francobollo “C” è più nitida, o se volete, meno impastata. A guardare bene, i tratti utilizzati per queste lettere sono leggermente più sottili rispetto ai primi due.
Nella successiva figura 5 si vede molto bene come la quadrettatura della busta sia molto impastata nelle prime due e leggermente più pulita nella terza.
Figura 6 – il doppio tratto che delimita la busta che vola ha una tonalità di colore non tanto diversa rispetto agli altri, ma si vede bene come lo spazio bianco tra le due righe è più evidente.
Figura 7 – le linee che formano le lettere della micro scrittura, come visto per la figura 3, sono più sottili e con meno sbavature.
Figura 8 – la scritta “Poste Italiane” appare più chiara delle altre, ma non tanto per la tonalità del colore, quanto per la maggiore dimensione dei quadratini bianchi; variazione dovuta sempre alle linee meno cariche d’inchiostro.
Figura 9 – vale quanto detto per la figura precedente.
Figura 10 – anche i colori della nostra bandiera appaiono un po’ più chiari, ma questo effetto è dato molto dalle linee più sottili e pulite con conseguente aumento delle superfici bianche.
Figura 11 – anche la scritta in ditta “I.P.Z.S. S.p.A. – ROMA” è caratterizzata da un carattere leggermente più sottile nel tipo “C”. Particolarmente evidente nelle lettere “Z”, “A” di SpA, “R”, “M” ed “A” di ROMA.
Figura 12 – anche per la scritta “ITALIA” e la sottostante “A. CIABURRO” valgono le considerazioni fatte per le figure 8, 9 e 11.
Prima di passare alle conclusioni, vorrei presentarvi le variazioni cromatiche che la busta ha subito in questo anno e poco più di vita Nella figura 13 vi riporto la parte superiore di ben 6 francobolli scelti in modo da avere una variazione continua dal verde scuro fino alla busta dorata. Prima di tutto bisogna dire che la busta è composta da un fondo di colore verde molto scuro tendente al blu a cui viene sovrapposta la tinta dorata. È ovvio che la variazione dell’intensità di ciascuno dei due colori produce una variazione cromatica. Le differenti tonalità replicate dallo scanner non sono tanto fedeli agli originali, purtroppo la luce perpendicolare alle immagini dello scanner non ci aiuta, comunque le differenze si riescono ancora a percepire.
– La busta A è caratterizzata da una copertura parziale del colore oro e quindi appare molto scura per la prevalenza del colore sottostante.
– La busta B ha un normalissimo colore verde scuro, con sovrapposizione oro, tipico dell’inizio della tiratura.
– La busta C ha un colore verde più chiaro, probabilmente per un leggero aumento della copertura dorata.
– La busta D ha un alta quantità di colore dorato tanto che la busta appare di colore bronzo, come si può vedere anche dalla sbavatura in alto a sinistra. Si noti anche che la falla di colore dorato sul bordo sinistro mette in evidenza il colore verde scuro sottostante.
– La busta E ha un colore quasi dorato, sarei un po’ indeciso, ma la potrei classificare come busta dorata.
– La busta F è decisamente con abbondante colore oro tanto che possiamo classificarla come tale senza alcun dubbio.
Considerazioni conclusivi sulle tirature di posta italiana
Questi esempi penso che siano sufficienti a dimostrare che la busta dorata non è altro che l’estremo di una variazione di rapporto tra i due colori che compongono la busta. Tornando all’oggetto di questo articolo e più precisamente alla tonalità leggermente più chiara dei colori utilizzati per il francobollo “C”, si può affermare che essa non è dovuta tanto ad una reale differenza cromatica, ma molto di più ai tratti di colore più sottili con conseguente aumento delle parti bianche. Ritengo che per questo francobollo sia stata apportata una modifica al cliché di stampa con lo scopo di avere un prodotto più pulito rispetto al precedente. Come si ricorderà, la micro scrittura fu presentata ufficialmente come un “codice” leggibile elettronicamente e che avrebbe consentito verifiche di autenticità in automatico. Certamente fino ad oggi questo sistema di lettura sembra non esserci, potrebbe anche d’arsi che Poste Italiane si stia organizzando e che in un prossimo futuro possa essere una realtà. Ma questa è solo un’ipotesi. L’altra possibilità è che si sia semplicemente voluto produrre un francobollo più pulito; questa possibilità potrebbe essere reale per il fatto che le altre due versioni mostrano spesso sbavature, parziali doppie incisioni ed anche spalmature rosse e blu che invadono, talora anche totalmente, il francobollo. Inoltre, visto il periodo di magra, potrebbe anche essere un escamotage per utilizzare meno inchiostro. Questo per quanto riguarda l’aspetto tecnico. Per quanto riguarda invece il discorso sulle tirature con cui ho aperto questo articolo, penso che sia evidente come i francobolli “A” e “B” siano perfettamente identici a parte il colore dorato della busta. Tutte le osservazioni che vi ho presentato mi fanno propendere per definire la busta dorata una “ristampa” con evidente variazione cromatica. Al contrario, il francobollo “C” sembra presentare un cliché ritoccato se non addirittura nuovo. Sarebbe molto interessante conoscere le procedure di realizzazione dei cliché presso il Poligrafico per poter affermare se il cliché è stato solo ritoccato o se effettivamente è stato rifatto ex novo. Certamente si parte da un file di disegno, altrettanto certo è che la macchina di stampa è computerizzata, di più non è dato sapere.
Ad ogni modo, indipendentemente dai particolari delle modalità di allestimento dei cliché, in questo caso, non esito a parlare di nuova tiratura secondo la definizione formulata sopra. Penso che a questo punto possiamo concludere dicendo che, ad oggi, del valore da € 0,60 della serie ordinaria denominata Posta Italiana siano state fatte alcune ristampe, non sappiamo quante, di queste una si differenzia per il colore della busta dorata. Inoltre, recentemente è stata stampata una seconda tiratura caratterizzata dalla maggiore nitidezza dei tratti di stampa. Ad ogni modo, la conferma a questa interpretazione la avremo sicuramente in futuro nel caso in cui le ristampe a venire si presenteranno esclusivamente con questo carattere.
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