prioritari
prima emissione 1999
PRIORITARIO 1999 – RISPONDERE O NON RISPONDERE?
Non avrei voluto scrivere queste, spero, poche righe perché non mi piace alzare polemiche inutili; non stiamo parlando di cose fondamentali della vita, ma di un hobby e questo è il motivo della mia posizione: evitare situazioni che generano tensioni. Purtroppo più di un amico mi ha spinto a rispondere adducendo la motivazione che, essendo stato chiamato in causa, una mia risposta sarebbe doverosa. Già in altra occasione ho mantenuto con rigidezza la mia posizione, ma riconosco che le situazioni sono molto differenti, come pure differente è l’anima della questione. In questo caso penso che Giovanbattista Spampinato non sia stato stimolato da nessuna intenzione di cercare un conflitto. Noi tutti scriviamo, con la passione e per la passione, per trasmettere le nostre conoscenze convinti di raccontarle nel modo più corretto possibile e sono convinto che molti lettori in qualche modo apprezzano la spontaneità e la disponibilità di chi, con tutto il proprio animo, cerca di informare divertendosi e per trasmettere spunti di divertimento.
Qualche tempo fa ho pubblicato una ricerca con la quale ho portato a conoscenza dei collezionisti la scoperta di una particolare tiratura del francobollo prioritario del 1999 che sul lato sinistro presenta il fustellatore invertito (figura 1) (Il Francobollo Incatenato, 299 ottobre 2019). Lo stesso articolo è stato pubblicato su Il Postalista e sul mio sito personale: (https://www.ilpostalista.it/varieta/varieta040.htm) (https://www.peritofilatelico-cipriani.it/prioritario-1999-un-fustellatore-invertito/).
.
.
.
.
Nell’articolo descrivo le caratteristiche della varietà, il periodo d’uso e la sua distribuzione sul territorio nazionale. Non ho mai minimamente pensato che questo francobollo potesse essere falso perché tutte le sue caratteristiche sono originali. È noto un solo falso dell’epoca di questa emissione e fu stampato in offset e senza doratura; inoltre è stato l’unico prioritario ad avere una fustellatura molto simile all’originale (figura 2).
.
.
.
.
Tutte le imitazioni successive erano invece caratterizzate proprio da quella orrenda fustellatura che li rendeva facilmente riconoscibili. Solo molto tardi i falsari si sono dotati di fustellatori un po’ più vicini a quelli del Poligrafico. La mia esperienza sui falsi dei francobolli recenti è cresciuta nel tempo grazie alla attenzione posta su questo materiale e allo studio continuo svolto nel corso degli ultimi venti anni agevolato dalla intensa attività dei falsari.
Per coloro che conoscono meglio le emissioni più recenti, meno i prioritari, porto ad esempio i falsi di Posta Italiana che sono molto comuni. Negli originali, ad esclusione dei piccoli valori, è sempre presente un colore di sottofondo al di sotto del colore metallizzato della bustina che vola. In genere tale colore è lo stesso di quello del nome dell’incisore (Ciaburro), quindi ogni valore dovrebbe avere il proprio. Se negli originali venisse a mancare il colore metallizzato, la bustina mostrerà il colore di sottofondo. Nessuna varietà di questo tipo è mai uscita dal Poligrafico. Sono però state trovate casualmente alcune piccole varietà in cui il colore metallizzato è parziale ed in questi casi è visibile la sovrapposizione dei due colori (figura 3).
.
.
.
.
Ho visto anche varietà dei falsi senza il colore della bustina ed al suo posto il fondo bianco della carta semplicemente perché il colore di sottofondo non ce l’hanno (figura 4).
.
.
.
.
Il prioritario del 1999, al di sotto di quella pesante doratura ha un sottofondo di colore giallo (figura 5);
.
.
.
.
molti ricorderanno le pseudo varietà gialle prodotte cancellando con una semplice gomma da matita la patina dorata superficiale. Coloro che hanno la monografia de Il Servizio Prioritario, edito dal CIFO, potranno verificare l’esistenza di questa varietà procurata. In moltissimi valori del prioritario del 1999 la sovrapposizione doratura/giallo non è perfetta ed un po’ di giallo si intravede sempre almeno lungo un bordo. Ma, anche quando non sussiste assolutamente nessun fuori registro, lungo tutto il perimetro della doratura si intravede una sottilissima riga gialla che la contorna. Questa osservazione naturalmente richiede una lente di ingrandimento. Ricordo anche che il colore oro dei prioritari non è mai stato imitato in modo efficace, probabilmente per una questione di costi.
Recentemente Giovanbattista Spampinato ha pubblicato un articolo su Il Postalista in cui asserisce che il prioritario 1999 con fustellatura invertita è un falso. A supporto di questa idea adduce la forma dei quattro dentoni d’angolo che differiscono da quelli tipo. Giovanbattista ha un ottimo occhio che io ho spesso enfatizzato quando, nei miei scritti, ho parlato di lui; anche in questa occasione ha voluto evidentemente sviscerare la sua attenzione su questa varietà. In effetti tra le due tirature (fustellatore invertito e non) c’è realmente una differente geometria dei quattro dentoni (figura 6), ma la differenza sul lato sinistro è legata alla inversione del fustellatore che taglia gli angoli della vignetta in modo differente rispetto al francobollo tipo.
.
.
.
.
Per quanto riguarda il lato destro, si potrebbe pensare anche che il fustellatore utilizzato potesse essere anche leggermente differente da quello solitamente usato. Non credo che i fustellatori siano assemblati presso il poligrafico, ritengo più probabile che vengano acquistati già pronti. Probabilmente al Poligrafico si devono essere accorti dell’inconveniente ed hanno sostituito il cilindro fustellatore. Quando ho scritto i miei articoli sui falsi, per agevolare i meno esperti, ho fornito alcuni caratteri distintivi che potessero aiutare i collezionisti a riconoscerli. Orbene, uno di questi caratteri è la rotondità dei quattro dentoni d’angolo prodotti da fustellatori non proprio identici a quelli del Poligrafico. Mi preme far presente però che i fustellatori delle imitazioni hanno anche altri caratteri distintivi e tra questi è anche la forma del taglio degli pseudo denti che hanno una curvatura differente e gli stessi denti sono più appuntiti. Inoltre i denti del lato destro delle imitazioni sono spesso delle punte triangolari con uno stretto arrotondamento in testa (figura 6).
Insomma, a me è doppiamente spiaciuto rientrare in questo argomento per un rapporto di amicizia che mi ha legato a Giovanbattista, penso che avrebbe fatto meglio a consultarsi direttamente con me, ma non lo ha fatto. Ritengo che in primis dobbiamo rispettare le informazioni e tutti gli amici che le leggono. Oggi in tempi di internet dove si scrive di tutto e del suo contrario, almeno nel nostro hobby bisognerebbe cercare di tenere sempre aperte le porte del dialogo, ritengo che sia l’unico mezzo per cercare di chiarire e spiegare in modo amichevole qualunque questione possa presentarsi. In altre parole invito ad utilizzare una dialettica costruttiva.
PRIORITARIO 1999 – UN FUSTELLATORE INVERTITO
Nicola Luciano Cipriani, perito filatelico
Premessa
Ricordo che questa emissione ha visto la luce il 14 giugno del 1999; i primissimi francobolli furono stampati in fogli da 28 esemplari con etichetta aderente e, praticamente in contemporanea, furono allestiti anche i fogli con 40 francobolli senza etichetta; per questa versione furono stampate etichette in fogli da 76 pezzi, differenti da quelle abbinate ai francobolli nei fogli da 28 (figura 1).
.
.
.
.
La successiva emissione con millesimo 2000 fu distribuita dal 10 gennaio. I francobolli prioritari con il formato dei fogli da 28 pezzi furono stampati con la Gallus R200 (figura 2) a tre colori e sei elementi di stampa presso il Poligrafico (IPZS) dal 1999 al 2004. Nell’autunno del 2003 il poligrafico si dotò di due nuove macchine Goebel che iniziarono a stampare i prioritari dal marzo 2004 con un formato dei fogli diverso da quello della Gallus.
.
.
.
.
In questo nuovo articolo (settimo aggiornamento a Il Servizio Prioritario, 2015) presento, come rivela il titolo, una varietà decisamente nuova, molto particolare ed interessante che però non è rarissima allo stato di usato, ma nemmeno comunissima; direi invece raro allo stato di nuovo. Almeno queste sono le informazioni che sono scaturite dopo circa un anno di ricerche seguito alla scoperta fatta dall’amico Giuseppe Kullovitz, noto ricercatore e conosciuto per le sue scoperte in area veronese.
Durante l’estate del 2018, Giuseppe stava riordinando una partita di prioritari della prima emissione (1999) ritagliando le abbondanti e comunissime buste per risparmiare un po’ di spazio; nel mezzo di questo lavoro si accorse della strana fustellatura di due francobolli su una busta e smise di ritagliare. Ricontrollò tutti quelli già lavorati e trovò 700 esemplari ormai ritagliati; continuò sulle buste ancora da lavorare salvandone 130 affrancate con 259 francobolli (una delle buste ha affrancatura singola). Separò quindi tutti, gli ormai sfusi e le poche buste, e mi mostrò il materiale essendogli nota la mia esperienza sulle emissioni dei francobolli prioritari. La particolarità di questi francobolli è che il lato sinistro ha la fustellatura invertita (figura 3). Ho cercato anche nel mio archivio ed ho trovati altri 28 pezzi, sia su busta (18) che ritagliati (10).
.
.
.
.
La mia sorpresa fu ovviamente grande e cercai di verificarne l’esistenza allo stato di nuovo. Nulla, sembrava proprio che nuovo fosse introvabile. Ho parlato con alcuni amici sicuri per cercarlo su più fronti ed il lavoro di gruppo ha prodotto un solo ritrovamento (figura 4).
.
.
.
.
Solo recentemente ne è stata ritrovata una coppia (figura 5).
.
.
.
.
Come si può vedere, si tratta di esemplari provenienti da fogli da 40 esemplari, di quelli senza etichette. Ciò conferma quanto ipotizzato sin dal primo momento, deduzione che palesai subito notando che le etichette delle 130 buste erano tutte del tipo stampato in fogli da 76. La ricerca del nuovo è ancora in atto perché questa varietà va capita in quanto un fustellatore invertito necessita di spiegazioni tecniche; la situazione migliore sarebbe trovare un foglio intero e verificare quali e quante posizioni presentano la varietà. Ma andiamo per ordine e vediamo di presentare le informazioni note e, dove possibile, dare interpretazioni o porre domande derimenti.
.
.
Cosa vuol dire un fustellatore invertito?
Per come lo conosciamo, il fustellatore che ha impresso la simil dentellatura ai prioritari ha una forma non simmetrica, vale a dire che la parte di carta intrafrancobolli (sfrido) che veniva staccata dal foglio siliconato aveva l’incisione di forma complementare rispetto a quella lasciata (simil dentellatura) sui francobolli. È, in pratica quello che si può notare tra il francobollo e l’etichetta sottostante (nelle emissioni con etichetta) (figura 6).
.
.
.
.
Il taglio del fustellatore lascia sul francobollo la tipica forma costituita da una serie di dentelli separati da incavi circa semicircolari; sull’etichetta invece lascia una serie di protuberanze semicircolari separati da stretti incavi. Orbene, se si inverte il fustellatore, avremo le protuberanza semicircolari con incisioni strette sul francobollo ed il complementare dentellato sull’etichetta; è in pratica quello che è successo al fustellatore che è stato utilizzato per il lato sinistro del francobollo riprodotto in figura 3.
Per meglio visualizzare il particolare del fustellatore invertito ho elaborato la figura 3 aggiungendo sul lato sinistro l’immagine del bordo destro fustellato normalmente. Come si può notare in figura 7, il bordo destro dentellato aderisce in modo perfetto con la fustellatura del lato sinistro, vale a dire sono complementari tra loro.
.
.
.
.
Dimostrato e chiarito che la varietà è stata dovuta al posizionamento invertito del fustellatore, viene spontaneo chiedersi come possa essere avvenuto, quale ristampa/tiratura ne è stata interessata e quante posizioni potrebbe occupare sul foglio.
La prima ed ovvia domanda che ci si può porre è: quali erano le caratteristiche del cilindro fustellatore? Per poter rispondere a questa domanda è necessaria la conoscenza della macchina Gallus R200 ed in particolare del cilindro fustellatore. Questo modello è ormai fuori produzione e non è facile trovare le informazioni necessarie; l’unica soluzione è stata quella di rivolgersi direttamente al costruttore nella speranza di ricevere il giusto supporto. La Gallus Group ha sede a San Gallo, Svizzera, e molto gentilmente mi hanno inviato un manuale. Colgo qui l’occasione per ringraziare sentitamente l’Azienda per aver agevolato le mie ricerche.
Il fustellatore è montato su un cilindro che può essere di tre tipi, differenziati in base al diametro. Purtroppo non mi è noto il diametro del cilindro utilizzato per fustellare i francobolli prioritari, però, per analogia con altre macchine ed anche per motivi strettamente geometrici, ritengo che il fustellatore fosse di grande diametro in modo che potesse fustellare uno o due fogli con una rotazione completa. Nella figura 8 il cilindro fustellatore (in questo caso di piccolo diametro) è contrassegnato con il n. 3.
.
.
.
.
Dal manuale purtroppo non si evince come siano montate le lamelle (cutters) sul cilindro. Sicuramente sono elementi che vengono montati e smontati di routine, visto che la macchina può stampare etichette di vario tipo e forma. Questo potrebbe spiegare l’anomalia del fustellatore invertito.
.
.
Come può essere avvenuto?
La nascita di questa varietà è stata certamente dovuta ad un anomalo montaggio delle lamelle sul cilindro fustellatore, quindi un errore umano. Non potrei trovare spiegazione migliore, né ulteriore.
.
.
Quale tiratura ne è stata interessata?
Come dimostrano le figure 4 e 5, la tipologia di prioritario interessata è quella stampata in fogli da 40 esemplari e senza etichetta; come già detto infatti, sulle buste salvate dall’operazione di ritaglio, si trovano solo le etichette blu stampate in fogli da 76. Ma di questa tipologia di prioritari sono state eseguite varie ristampe e, tra i fogli e gli spezzoni visionati sino ad oggi, nessuno ha mostrato questa varietà. Poco oltre mostrerò alcune elaborazioni statistiche che forniranno indicazione, seppur generiche, ma definite almeno per quanto riguarda il periodo d’uso.
.
.
Quali posizioni del foglio sono interessate da questa varietà?
Come affermato poco sopra, non è stato possibile trovare alcun foglio in cui fossero presenti francobolli con il fustellatore invertito e quindi non mi sono note le loro disposizione sui fogli; penso che possa essere possibile solo proporre ipotesi e, come tali, tutte da verificare. Le 130 buste trovate sono tutte del formato mezzo foglio, come si chiamavano una volta; oggi si definiscono Formato Medio (figura 9). Tutte hanno la doppia affrancatura tranne una che l’ha singola.
.
.
.
.
Tutte le buste di formato medio sono dirette alla medesima associazione sportiva lombarda e partono tutte dalle province di Varese, Como e Lecco, anche se non sempre l’annullo è leggibile. Delle 129 buste con affrancatura doppia, nessuna presenta una affrancatura mista costituita dalla varietà + normale. Inoltre del materiale trovato nel mio archivio, le 18 buste sono tutte di formato standard e con affrancatura singola ad eccezione di una che ha due prioritari; tra i frammenti ho trovato una affrancatura doppia ed una tripla (figura 10). Entrambi questi frammenti hanno tutti i francobolli con la varietà.
.
.
.
.
Le affrancature multiple mi inducono ad escludere con sicurezza che la varietà possa occupare una sola posizione sul foglio. Quindi posso affermare che potrebbe occuparne almeno una sua parte se non addirittura il foglio intero. Analizzando il campione di 132 affrancature multiple dal punto di vista statistico, non posso non far notare che in tutti i casi si tratta di affrancature monocolore (sempre due/tre francobolli con la varietà), quindi il 100% del campione è monocolore. Non è presente alcuna affrancatura mista pur essendo state spedite da località differenti. Se la varietà avesse occupato una parte del foglio, con un campione più che rappresentativo come queste 132 affrancature, si sarebbe sicuramente verificata la possibilità di una affrancatura mista. Non resta quindi che prendere in considerazione l’ipotesi che la varietà potesse interessare il foglio intero e, in seconda considerazione, una sua parte decisamente prevalente. La mia opinione tende ad accettare la prima ipotesi. É probabile quindi che una partita di fogli da 40 francobolli avesse tutte (o quasi) le posizioni con questa varietà. Potrebbe quindi trattarsi di un intero lotto di stampa, ma potrebbe anche essere stato una sua parte. Normalmente un lotto di stampa era caratterizzato da circa una ventina di milioni di francobolli, talora di più. Il modello Gallus in uso presso il Poligrafico era una macchina particolare, spesso soggetta a fermi macchina per guasti di vario tipo. In effetti è stata una macchina piuttosto complessa che poteva lavorare con differenti procedimenti di stampa (tipografia, serigrafia e flessografia) i quali richiedevano differenti velocità di avanzamento della bobina tanto che questa procedeva in modo alternato avanti e dietro per alcuni centimetri in modo continuativo. I problemi tecnici erano quasi all’ordine del giorno e spesso è stato necessario interrompere la stampa. In molti casi il fermo macchina non interrompeva il lotto di produzione, ma in altri si è dovuto procedere addirittura al rifacimento di un cilindro. Si pensi ad esempio al cilindro che stampava in flessografia il disco interferenziale che è stato rifatto più volte, come si rileva dai differenti diametri del disco sui francobolli. Si tratta, anche se basati sulla logica, sempre di ipotesi che comunque necessitano di maggiore concretezza.
.
.
Un po’ di statistica elementare
Passo ora ad analizzare la distribuzione areale di questo varietà. Come detto nell’introduzione, il bravo Giuseppe ha lavorato un lotto di circa 15.000 pezzi, tra questi, i francobolli già ritagliati con la varietà sono 700 mentre quelli su busta sono 130 affrancature (pari a 259 francobolli) a cui va aggiunta la modesta quantità del mio archivio con 28 francobolli che portano il campione analizzato a 987 francobolli. Già da questi semplici numeri e con un semplice calcolo matematico, è possibile verificare la frequenza di ritrovamento che è risultata essere intorno al 5%.
Certamente il quantitativo analizzato non è molto rispetto ai grandi lotti stampati di questo francobollo, però non è nemmeno da considerarsi piccolo e quindi ritengo che il suo valore statistico possa essere abbastanza veritiero. Come si può facilmente intuire, non si può parlare di rarità, ma di varietà interessante certamente si. Il valore di rarità, come accennato, penso che vada attribuito alla versione nuova su supporto siliconato; sicuramente se ne potranno trovare altri oltre questi tre che siamo riusciti a rintracciare, ma non penso in grandi quantità. Il francobollo di questa prima emissione prioritaria non è mai stato attraente e, specialmente chi aveva alti numeri di spedizione, ha cercato di smaltire le proprie giacenze per eliminare quello che veniva ritenuto un magazzino di francobolli senza valore, tanto che oggi non è facile trovarli in fogli interi.
Tornando alle statistiche, dei 987 francobolli, 251 hanno un annullo indecifrabile, quindi per l’analisi statistica ne sono stati utilizzati 736. Di questi, 79 pezzi consentono di leggere solo la provincia e sono inseriti nei 736 pezzi utilizzati per valutare le località di partenza, mentre per analizzare i periodi d’uso sono stati utilizzati 657 francobolli da cui era possibile dedurre la data.
.
.
Quando è stata utilizzata questa varietà?
Il primo step dell’analisi è la valutazione del suo uso nel tempo. Nel grafico riportato in figura 11 è ben evidente il suo massimo uso nei mesi di dicembre 1999, gennaio e febbraio 2000.
.
.
.
.
Sia l’incremento dalla sua comparsa, sia il decremento dopo il mese di febbraio sono stati molto veloci tanto che già con il mese di agosto il suo uso può essere considerato sporadico. Nel grafico non compaiono gli usi molto saltuari trovati fino al mese di luglio del 2003. Da notare che il primo uso appare nel luglio 1999, solo un mese dopo l’emissione. Si deve quindi pensare che questo lotto è stato stampato abbastanza presto e distribuito con leggero ritardo. Si deve infatti tenere presente che in quel periodo Poste Italiane stava profondendo notevoli energie per pubblicizzare il nuovo servizio prioritario ed aveva in distribuzione notevoli quantitativi del primo francobollo dedicato. Tutti gli uffici avevano grandi disponibilità che si erano andati accumulando con il progredire della produzione.
In particolare questo lotto, caratterizzato dal fustellatore invertito, non deve essere stato molto grande e dopo un primo uso intenso per tre mesi si è ridotto notevolmente con un uso molto sporadico dovuto a pochi rimasugli rimasti mescolati ai rifornimenti successivi. Può darsi che, con nuovi ritrovamenti, il grafico possa subire qualche leggera variazione, ma non penso che potrà essere significativa.
.
.
In quali regioni italiane è stata distribuita questa varietà?
Sulla base dei 735 francobolli utili per riconoscere la provincia d’uso, ho esplicitato la distribuzione areale di questi francobolli (figura 12).
.
.
.
.
Questo dato non può e non deve essere preso in senso quantitativo in quanto è ragionevole pensare che i contatti con una associazione sportiva, anche se nazionale, ubicata a Milano, siano più frequenti con le regioni del nord piuttosto che con quelle del centro e del sud. Se fosse possibile analizzare grosse accumulazioni messe insieme sia al centro Italia che al sud, sicuramente il grafico della distribuzione per provincia sarebbe suscettibile di consistenti differenze.
.
Quindi nel grafico presentato è possibile solo dedurre due informazioni:
- La prima è che, solo per quanto riguarda le regioni del nord, la distribuzione provinciale sembra sia stata concentrata in Lombardia nelle province di Varese, Como e Lecco.
- La seconda è che gran parte del territorio nazionale ha ricevuto fogli con la varietà di fustellatura descritto in questo articolo.
Nel grafico non sono presenti numerose province, sia del nord sia, in modo particolare, del centro-sud; questo non vuol dire affatto che nelle province non menzionate questa varietà non sia stata affatto distribuita. Da questo punto di vista il grafico deve essere considerato parziale.
.
.
Bibliografia
Monografia Il Servizio Prioritari e successivi aggiornamenti.
Cipriani N. L., Manzati C. E., Spampinato G., Il servizio prioritario – storia, francobolli, tariffe ed aspetti collezionistici. CIFO, 2015
Cipriani Nicola Luciano (2015), Addenda al servizio prioritario: l’80 cent. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/addenda-per-il-servizio-prioritario/
Cipriani Nicola Luciano (2015), Numeri di cilindro sull’1,40 e 1,50 prioritario 2007. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/numeri-di-cilindro-sull140-e-sull150-prioritario-emissione-2007/
Cipriani Nicola Luciano (2015), Uno strano foglio di una emissione complessa. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/uno-strano-foglio-di-una-emissione-complessa/
Cipriani Nicola Luciano (2015), Le etichette prioritarie della fase sperimentale. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/le-etichette-prioritarie-della-fase-sperimentale/
Cipriani Nicola Luciano (2014), Prioritario da 1,50 euro (2005): con stampa granulare dell’oro. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/prioritario-da-150-euro-emissione-del-2005-ritrovata-una-strana-stampa-granulare-delloro/
Cipriani Nicola Luciano (2014), Numeri speculari nel bordo di foglio di due prioritari del 2007 e 2008. https://www.peritofilatelico-cipriani.it/numeri-speculari-nel-bordo-di-foglio-di-due-prioritari-del-2007-e-2008/
L’IMPREVEDIBILITA’ DELLE DONNE
Alcuni usi tardivi delle donne nell’arte
Nicola Luciano Cipriani (perito filatelico)
Un altro titolo che ho talora usato con alcune varianti è ”Le donne stupiscono ancora”, la prima idea è stata reiterare questo titolo, ma poi, al momento di iniziare ho preferito cambiare ed ho scelto una variante che ha più o meno lo stesso significato. L’aspetto femminile del titolo genera sempre in noi maschietti reazioni contrapposte, nel bene e nel male. Naturalmente non ho nessuna intenzione di addentrarmi in questo pericolosissimo terreno di gioco, preferisco le donne della passata serie ordinaria che ne ritraevano alcuni fulgidi e famosi esempi. Questa serie ordinaria è da tempo ormai accantonata da parte di Poste Italiane e anche noi tutti la consideriamo ormai cosa passata e, coloro che seguono le ordinarie attuali, hanno certamente voltato l’attenzione alle nuove serie Leonardesca e Piazze d’Italia. Anche la serie di Posta Italiana è quasi messa da parte, ma non in modo definitivo perché le due ultime stentano a decollare. Anche il valore base per l’interno delle Piazze d’Italia sembra poco usato.
Ma torniamo alle Donne nell’Arte, di questi francobolli ne parlo solo per le tariffe per la posta ordinaria. Questa serie, dopo aver convissuto per una decina di anni abbondanti con i francobolli prioritari, dopo il 2009 si è mostrata in apparizioni saltuarie che sono sfumate nel tempo verso le apparizioni sporadiche. Parlo naturalmente di usi non procurati.
Quando è stata in vigore la tariffa da 70 cent (1.1.13 – 30.11.14), si sono riviste alcune affrancature con francobolli delle Donne nell’Arte. Il taglio più comune è stato certamente il valore da 45 cent, di cui erano noti consistenti residui, che è stato usato in abbondanza con il 25 cent di Posta Italiana (figura 1).
In questo periodo tariffario ha fatto anche la comparsa il taglio da 70 cent in giusta sostituzione del pari valore della nuova ordinaria (figura 2);
la comparsa di questo valore è stata una sorpresa perché la sua emissione risale al 31.7.2004 e non più utilizzato per anni. Probabilmente sono stati recuperati i fogli giacenti da qualche parte che hanno sopperito in parte, probabilmente voluto, alla non completa distribuzione della nuova ordinaria durante la prima parte temporale di questa tariffa. Altro valore ricomparso, ma con minor sorpresa è stato il valore da 90 cent, minore sorpresa perché questo valore è stato emesso il 26.6.2004, ma poco utilizzato in generale causando una scorta invenduta consistente. Questo valore è noto in abbinamento all’Alto Valore da 1 euro per la tariffa del secondo porto di questo periodo tariffario (figura 3).
Con il successivo periodo tariffario (1.12.14 – 30.9.15), la lettera primo porto era passata a 80 cent ed il secondo porto a 2,15 euro. Anche in questo periodo sono comparsi alcuni valori delle Donne nell’Arte; in questo caso non ho un esempio per il primo porto, ma posso mostravi due invii di secondo porto. Nel primo, di formato standard, l’affrancatura è composta da tre pezzi da 70 cent di Posta Italiana e cinque pezzi da 1 cent Donne nell’Arte (figura 4).
Purtroppo l’annullo rotante del CMP ha obliterato solo due valori da 70 cent lasciando intonsi gli altri francobolli. il secondo invio ha ancora un valore in centesimini, questa volta ricompare il taglio da 3 cent. Non è la sola sorpresa, perché è presente anche il taglio da 2,00 euro dei prioritari, emissione senza millesimo. Questo centesimino delle donne risale al 2002 ed era sparito di circolazione ormai da anni.
Il tempo passa e le apparizioni continuano, le donne non vogliono farsi dimenticare.
Con l’attuale tariffa base a 95 cent, in vigore dal 1.10.2015, ho trovato ben tre invii con francobolli delle Donne nell’Arte. Il primo è un invio primo porto con un eccesso di 5 cent (figura 6).
Si tratta di un valore da 20 cent del 21.8.2004 utilizzato come valore integrativo ad un’80 cent di Posta Italiana. Il secondo invio è del febbraio di quest’anno ed è affrancato con un 77 cent Donne nell’Arte abbinato ad una tp-label per completamento di tariffa del valore di 18 cent. (figura 7), purtroppo questa affrancatura, per la presenza della tp-label non presenta annulli sul francobollo.
Infine l’ultima è una affrancatura di fantasia in quanto la tariffa è totalmente fuori luogo. Dalla pieghe sulla busta si evince che doveva essere un po’ pesante e probabilmente del secondo porto. L’affrancatura è composta da coppia del 45 cent donne e da un valore da 1,00 di Posta Italiana per un totale di 1,90 euro (figura 8).
L’invio è stato effettuato l’8 novembre scorso. la tariffa di 1,90 era il secondo porto durante il periodo tariffario 1.1.13 – 30.11.14, un po’ lontano nel tempo rispetto al tariffario attuale che prescrive una affrancatura pari a 2,55 euro. Purtroppo capita spesso di imbattersi in affrancature totalmente avulse dal tariffario in corso. Un po’ per ignoranza, non solo degli utenti, un po’ per l’aumento continuo del “degrado” ambientale in generale, si può affrancare con qualunque cosa, comunque la missiva arriva a destinazione nella stragrande maggioranza dei casi. Se qualche invio irregolare viene fermato e controllato è esclusivamente un puro caso.
ADDENDA PER “IL SERVIZIO PRIORITARIO”: l’80cent
Nicola Luciano Cipriani, perito filatelico.
Comunicazione
Comunico una addenda al capitolo 5 della monografia, su Il Servizio Prioritario. In questo capitolo abbiamo descritto le emissioni e le ristampe di ciascun francobollo prioritario; in particolare, nel paragrafo 5.3.4 abbiamo descritto le emissioni del 2005 e le ristampe dei valori da 1,40, 2,00 e 2,20 millesimati 2004 ma stampati nel 2005 con la scritta laterale (IL FOGLIO DI 40 FRANCOBOLLI VALE € …) di colore nero, al pari della barretta in corrispondenza del 36 esemplare. Queste seconde tirature sono riconoscibili anche dalla prima lettera del codice alfanumerico (C invece di B). In quella occasione abbiamo dimenticato di inserire anche il valore da 0,80 che qui riproduciamo per dovere di cronaca. Nell’immagine è riportato il bordo destro del foglio con il codice alfanumerico CA022455571 la cui prima lettera (C) indica appunto l’anno di stampa, 2005 anziché 2004 (B)
Considerazioni aggiuntive
Al momento dello studio sui francobolli prioritari abbiamo utilizzato il codice alfanumerico come elemento distintivo per le tirature di questi francobolli. Il codice è stata una novità che al momento ci fece porre l’attenzione solo su questo aspetto. Solo in seguito mi è venuta l’idea di utilizzarli anche per indagare il numero dei francobolli stampati. Infatti il codice alfanumerico è stato introdotto dal Poligrafico per automatizzare il conteggio dei fogli prodotti.
Due sono i codici che compaiono sui fogli, uno è il codice prodotto, vale a dire il codice che caratterizza una emissione; è il famoso codice a barre tanto ambito dai collezionisti. Il secondo è il codice alfanumerico che è invece quello che riflette il conteggio progressivo dei fogli. Tale codice è composto da due lettere seguite da noce cifre. La prima lettera definisce l’anno di produzione, mentre la seconda corrisponde ad una delle due Goebel con cui vengono stampati i francobolli: A e B. La A è la rotocalcografica, mentre la B e la calcografica. Le nove cifre sono la progresione numerica in ordine di stampa. Il codice alfanumerico è tradotto in un codice a barre nere posto alla sua destra. Il codice a barre ha altezza di 9 millimetri e lunghezza di circa 6 centimetri. Il circa è doveroso in quanto la lunghezza dipende dal numero di barre larghe e strette. Ricordo che la stampante di detto codice è stata sostituita alla fine del 2014 (v. Le tre tirature del 25 cent di posta italiana).
Solo in occasione dello studio sui piccoli valori di posta italiana mi è venuta l’idea di poter risalire al numero di francobolli stampati di questi valori ordinari. Come è noto, infatti, Poste Italiane comunica le tirature esclusivamente per i francobolli commemorativi, celebrativi ecc.; al contrario il numero degli ordinari è sempre stato un grande mistero. L’utilizzo del codice alfanumerico consete, con relativa facilità, di avere un’idea abbastanza vicina alla realtà delle tirature di questi francobolli, oltre naturalmente al riconoscimento dei lotti di stampa interposti tra altri francobolli. Personalmente ritengo che ogni lotto di stampa possa essere definito tiratura ben riconoscibile ed individuabile ancorché la distinzione sia spesso esclusivamente sulla cimosa destra. Situazioni di questo tipo, d’altronde, sono già note per altre emissioni del passato, quali ad esempio il valore da 15 lire emesso nel 1957 in occasione del 150° della nascita e 75° della morte di Giuseppe Garibaldi; di questo francobollo sono note due tirature riconoscibili esclusivamente da un numero in colore presente sulla cimosa.
NUMERI DI CILINDRO SULL’1,40 E SULL’1,50 PRIORITARIO 2007
articolo pubblicato il 15 gennaio 2014 su l’odontometro
Nicola Luciano Cipriani (perito filatelico)
introduzione
Parlando con Giovambattista Spampinato dei numeri di cilindro trovati sui prioritari, ci siamo scambiati un po’ di conoscenza sull’argomento e mi ha riferito di avere anche il valore da 1,40 con i numeri ben evidenti. Ho chiesto un’immagine che Giambattista mi ha girato velocemente (figura 1). Come ricorderete, avevo già comunicato l’esistenza dei numeri di cilindro per i valori da 0,60 del 2007 e da 2,00 euro del 2008 (www.peritofilatelico-cipriani.it e L’odontometro n. 6 – ottobre-dicembre 2011) a questo breve elenco dei prioritari vanno aggiunti, quindi, anche i valori da 1,40 e 1,50 emissione 2007. Anche in questo caso i colori utilizzati sono cinque ed altrettanti sono i cilindri utilizzati per la stampa in rotocalcografia.
Vi ricordo che i numeri sono troncati sui bordi dei fogli e compaiono, come al solito, nella loro parte bassa sinistra. La sinistra va considerata secondo la direzione di stampa che in questo caso coincide con la posizione normale della vignetta, infatti la posizione corretta si realizza posizionando il foglio in modo che la scritta IL FOGLIO DI … sia a sinistra e leggibile dal basso verso l’alto. Nella figura 1 sono visibili i numeri dei cilindri (ingranditi e in ordine dal basso verso l’alto) e corrispondono ai seguenti colori e parti del francobollo:
cilindro n. 1 – giallo, per il fondino al di sotto della cornice dorata;
cilindro n. 2 – verde, per il centro colorato, questo colore cambia per ciascun valore;
cilindro n. 3 – oro, per la cornice dorata;
cilindro n. 4 – nero, per il cerchio centrale che contiene la “P”, le scritte ed il valore;
cilindro n. 5 – oro, della vernice interferenziale che copre il disco nero con la “P”.
In questo caso è possibile completare la tabella seguente, che avevo presentato nel n. 6 de L’odontometro, aggiungendo questi nuovi ritrovamenti.
Nel valore da 1,50 i numeri sono appena visibili per una porzione di pochi decimi di millimetro. Nella tabella sono evidenziati in maiuscoletto i numeri presenti sui bordi dei fogli, mentre in corsivo quelli mancanti. È interessante notare come la corrispondenza dei colori con i cilindri sia costante per tutti e quattro i francobolli e che per la loro stampa, al di là del restauro/rifacimento dei cilindri esauriti, era sufficiente sostituire solo il colore di fondo ed cilindro del nero, che stampava anche il valore, per produrre i differenti prioritari. Caso mai sarebbe da verificare se per la produzione di differenti valori il Poligrafico abbia fatto un cilindro per ciascun colore del centro o se abbia usato sempre lo stesso cilindro e cambiato solo il colore, come ci si aspetterebbe per logica. Se così fosse, per la produzione dei differenti valori sarebbe stato sufficiente cambiare solo il cilindro n. 4 del colore nero.
Queste segnalazioni, compresa quella recente relativa a G. D’Annunzio (L’odontometro n. 14 – ottobre-dicembre 2013), consentono di trarre alcune considerazioni.
analisi
Innanzitutto bisogna precisare che la bobina utilizzata dal Poligrafico è sempre di 30 cm di larghezza. I francobolli ordinari non sono certamente adatti per aiutarci a spiegare il fenomeno in quanto una tiratura annuale (individuabile dal codice alfanumerico di colore nero) è costituita da più lotti di stampa di cui non conosciamo l’intervallo numerico del codice alfanumerico progressivo di ciascuno di essi. Per i commemorativi, che vengono stampati in una o più volte, questi ritrovamenti possono aiutare di più. Vaccari news il 7 novembre scorso ha pubblicato una interessante notizia relativa alla diminuzione delle tirature di alcune emissioni commemorative del 2012 perché i quantitativi già stampati, secondo Poste Italiane, sono “… sufficienti a garantire la distribuzione sull’intero territorio nazionale senza determinare situazioni di criticità nel mercato filatelico”. Così ha sostenuto Poste italiane, concordando con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato “l’intendimento di non procedere al completamento della stampa”. Questo vuol dire che, contrariamente a quanto creduto fino ad ora, molti commemorativi vengono stampati in almeno due volte; la cosa spiega anche come mai spesso si notano piccole differenze cromatiche o altro per alcune emissioni. Ecco quindi che possiamo dare una spiegazione plausibile al fatto di aver trovato alcuni fogli di D’Annunzio con i numeri di cilindro ed altri senza. Da cosa può dipendere questo fenomeno? Ci ho pensato su abbastanza, finché non ho verificato la reale larghezza dei fogli che è sempre di 30 cm e che non viene praticata alcuna rifilatura dei fogli. Facendo questo controllo, mi sono imbattuto in una situazione che chiarisce molto bene il problema. In figura 2 ho messo a confronto due differenti tirature del 5 centesimi di posta italiana; questi due fogli non hanno i numeri di cilindro, ma sono diversamente centrati.
Nella figura ho incolonnato i francobolli e si nota come i bordi, avendo differente larghezza, sfalsano completamente i due fogli. La tiratura del 2012 (JA) ha il bordo destro più largo di quello sinistro, mentre la tiratura del 2013 (KA) li ha al contrario. Non so se all’interno della produzione di ciascuno dei due anni questo carattere è costante, certamente lo è all’interno di ciascun lotto di ristampa. Questo chiarissimo esempio ci rivela che la comparsa dei numeri di cilindro, che in teoria dovrebbero sempre cadere all’esterno della bobina, in realtà è possibile che vengano stampati a causa della maggiore o minore centratura della bobina rispetto al sistema di stampa. In altre parole, se la bobina è molto eccentrica e spostata verso sinistra è possibile la comparsa di almeno una parte dei numeri di cilindro sui bordi sinistri. C’è un altro elemento variabile che agevola o meno la presenza dei numeri di cilindro sui bordi di foglio: il rifacimento periodico per usura degli stessi cilindri. Il numero che li contrassegna viene punzonato/inciso ed anche la sua posizione può essere più o meno spostata verso l’area di stampa; ritengo plausibile che quando una serie di cilindri viene allestita nello stesso momento è molto facile che le punzonature dei numeri vengano fatte nella stessa posizione (vedi l’1,40); quando invece è solo una parte dei cilindri a dover essere rifatta, la punzonatura su questi non avrà sicuramente la stessa posizione di quelli allestiti in precedenza e pertanto ne potranno comparire solo una parte (vedi 0,60 e 2,00). Queste variabili spiegano, a mio parere, molto bene la presenza/assenza dei numeri di cilindro. Riprendendo l’esempio dei quattro prioritari riportati in tabella, appare normale la presenza di tutti e cinque i numeri nel valore da 1,40, mentre, la presenza parziale nello 0,60, 1,50 e nel 2,00 può essere spiegabile con il rifacimento di alcuni cilindri. Certamente questa spiegazione scaturisce da una mia interpretazione, ma ritengo che la realtà non sia molto lontana. Faccio notare come tra le due tirature del 5 cent. si nota anche una differente tonalità di rosso, visibile sui riquadri di registro del bordo destro.
Ho fatto anche un’altra verifica. Ho trovato ben cinque bordi del 2,00 euro con i numeri di cilindro; in tutti compaiono solo i due colori verde scuro e oro (v. tabella) e darebbero adito ad essere inquadrabili nello stesso lotto di stampa. È possibile! Analizziamo però le cinque strisce (figura 3), nell’immagine ho sovrapposto le strisce, ho allineato la tracciatura verticale sinistra ed ho aggiunto una linea nera parallela alla tracciatura per evidenziare la piccola differenza di larghezza del bordo.
La figura evidenzia come la larghezza dei bordi di foglio non sia costante, non ci sono due bordi uguali, anche se le differenze sono minime. Ho analizzato anche le croci di registro dei colori che compaiono nei pressi della base dei fogli (figura 4).
Anche in questo caso, ancorché le differenze siano minime, sembra che non ce ne siano due uguali. Alcune minime differenze potrebbero essere dovute ad una interruzione momentanea della stampa, in questo caso, per una differente tensione della carta, si potrebbe verificare, tra due cilindri abbastanza distanti tra loro, una leggerissima sfasatura dei colori riscontrabile nelle croci di registro, ma interesserebbero solo una minima parte dei fogli stampati e cioè fino a che la tensione della carta non ritorna nella normalità. Pur tenendo conto di questa considerazione, direi che si possono distinguere le croci di registro 1 e 4 da tutte le altre ed inoltre queste due appaiono differenti tra loro. Ma dalla figura tre si può notare che la differenza di larghezza tra la striscia n 1 e la 4 è veramente minima, mentre le altre sono abbastanza differenti tra loro. Sulla base delle considerazioni scaturite dalle figure 3 e 4, direi che le cinque strisce potrebbero appartenere ad almeno tre differenti lotti di stampa, forse più. Questo dato però non è convincente. Allora ho preso in considerazione le distanze tra i numeri e le scritte sul bordo, e tra i numeri e la vignetta del francobollo ed infine la larghezza del bordo fino alla vignetta. Nella tabella 2 riporto questi valori, compresi quelli del 5 cent. Innanzitutto i 5 cent hanno il bordo troppo stretto perché possano comparire i numeri.
Gli altri hanno tutti la variabile nella larghezza del bordo di foglio compreso tra il suo limite sinistro ed il disegno della vignetta. I fogli che non hanno numeri di cilindro hanno larghezza del bordo fino alla vignetta inferiore a 35 mm. Questa è la dimostrazione della differente centratura della bobina di carta rispetto ai cilindri.
Nota aggiuntiva del 15 ottobre 2015
dopo aver analizzato le tirature del 10 cent di posta italiana, devo riconoscere che l’intervallo dei codici alfanumerici riportati in figura 3, coprono un intervallo di fogli pari a 199.148 che, moltiplicati per 50, forniscono una produzione dentellata di 9.957.400 francobolli. Questo quantitativo è pienamente compatibile con un solo lotto di stampa e quindi le leggere differenze riscontrate non sono significative per ipotizzare più lotti di provenienza.
UNO STRANO FOGLIO DI UNA EMISSIONE COMPLESSA
Nicola Luciano Cipriani perito filatelico
Durante la scorsa edizione di Milanofil2015 ho avuto pochissimo tempo da dedicare alla ricerca, però sono stato colto da un pizzico di fortuna ed ho trovato un oggetto di cui ero convinto dell’esistenza per aver visto degli spezzoni di foglio, ma non ero riuscito a trovarlo intero per averne la conferma. Bene! A Milano ho trovato questo foglio. Si tratta di un foglio del prioritario millesimato 2004, fin qui nulla di particolare, ma il foglio che era venduto per non fustellato e non tracciato con leggero fuori registro del colore salmone, costava un po’ troppo; aveva anche lo slittamento del taglio verso l’alto di circa 3,5 cm causando lo spostamento della barretta accanto al 36° francobollo apparentemente accanto alla posizione n. 1. Ma a me queste varietà interessano poco, anzi, non mi attraggono per nulla. La particolarità di questo foglio era ben altra: aveva le scritte blu e la barretta nera (figura 1).
Non l’ho preso intero perché con tutte queste varietà il prezzo richiesto era eccessivo. Ma a me è bastata la striscia laterale sinistra, quella con le scritte e la barretta. Mi sono anche annotato il numero progressivo presente lungo il bordo destro, il fatidico codice alfanumerico (BA 015144095). Appena preso ho condiviso la scoperta con Giovambattista Spampinato e con gli altri amici presenti allo stand del CIFO. Questa scoperta segna il primo aggiornamento alla monografia sul Servizio prioritario fresca fresca di stampa.
Tutti coloro che si interessano di francobolli prioritari sanno che all’incirca fino a metà del 2004 le scritte laterali sinistre delle prime tre tirature di questo francobollo sono state di colore blu e che agli inizi dell’autunno fu riemesso (4a tiratura) con le scritte nere. Oltre alle scritte, la terza e la quarta tiratura hanno anche una barretta dello stesso colore in corrispondenza del 36° francobollo (in basso a sinistra).
Circa un anno fa Gino Biondi mi mostrò alcune varietà di prioritari in strisce di tre da certificare. Notai che alcune strisce avevano le scritte blu ed una la barretta nera. Le varietà erano identiche e pensai che appartenessero allo stesso foglio, Gino confermò la mia ipotesi, ma non avevo modo di dimostrarlo. Mi misi alla ricerca di questo materiale, ci dovevano essere altri fogli in giro. Per più di un anno l’ho cercato, ma senza risultato. A Milano si è verificato il caso fortunato. La particolarità di questo foglio è doppia perché avendo le scritte blu e la barretta nera porrebbe la sua stampa in una progressione ben definita, vale a dire tra la terza e la quarta tiratura. In realtà non è così se analizziamo i codici alfanumerici utili al conteggio progressivo dei fogli stampati. Il codice BA 015144095 è intercalato nella seconda tiratura di cui ho un bordo di foglio con codice BA015156069, successivo al primo. Questo dato posiziona la stampa di questi fogli nella tarda primavera del 2004. Prima ancora di emettere la terza tiratura (con la barretta blu), presso il Poligrafico si stavano facendo le prove sulla utilità della barretta per il controllo elettronico del conteggio dei fogli o per il loro taglio. Probabilmente la scelta iniziale del colore blu potrebbe non essere stata molto ponderata come si può dedurre dall’adozione del successivo colore nero della quarta tiratura. Bisogna tenere presente anche che la barretta blu veniva incisa sul cilindro della scritta laterale, mentre quella nera su quello delle scritte interne del francobollo. Questo aspetto potrebbe avere condizionato la scelta di cambiare le scritte laterali da blu a nero.
Nessuno di questi fogli con la scritta blu e la barretta nera sono stati distribuiti per la vendita dei francobolli, ciò fa intuire che si tratti di materiale di prova per la messa a punto della produzione ordinaria. Questo rivela anche che, essendo prove, non deve essere stata fatta molta attenzione al sincronismo di tutto l’apparato di stampa come rivelano tutte le varietà che si sommano su questo foglio. Possiamo ancora affermare, a mio parere con un piccolo margine di errore, che queste varietà non sono dovute al caso e che tutto questo materiale era destinato sin dall’inizio ad essere distrutto. Possiamo quindi attribuire a questa produzione la definizione di tiratura di prova per la messa a punto del sistema di produzione ordinaria.
LE ETICHETTE PRIORITARIE DELLA FASE SPERIMENTALE
Nicola Luciano Cipriani perito filatelico
Discutendo telefonicamente con Giovambattista Spampinato sulle etichette prioritarie della fase sperimentale, per intenderci quelle bianche e blu che ricordano il simbolo di Poste Italiane disegnato da Franco Maria Ricci, ciascuno di noi aveva il volume sul servizio prioritario, fresco di stampa, aperto sul capitolo 2. Giovambattista accennava all’esistenza di due differenti tipi riconoscibili sulla base del colore. Avevo tra le mani alcune buste con differenti tonalità di colore ed in un primo momento ho assentito alla sua considerazione. Ma mentre ero assorto in questa verifica, mi resi conto che non era il colore la caratteristica distintiva. Durante queste osservazioni, avevo infatti notato delle leggere differenze di larghezza del bordo bianco che le delimita. Dopo aver comunicato la mia idea a Giovambattista, mi sono subito accinto al computer per confrontarle ed ho notato differenze, seppur minime, nelle dimensioni tra alcune etichette. Allora mi è balenato il ricordo che le etichette sono state prodotte in fogli da 33 pezzi (figura 1),
ma sono state anche distribuite con i flyer pubblicitari al cui interno ce ne erano 5 (figura 2).
Sono corso allora a prendere queste due tipologie di distribuzione ed ho preso un po’ di misure. Il risultato è stato veramente soddisfacente: le due tipologie di etichette sono differenti nelle dimensioni (figura 3).
Per quanto riguarda il colore, le etichette in confezioni da 5 sono costantemente di colore blu intenso, mentre quelle in confezioni da 33 presentano due differenti toni di blu, un tipo è blu intenso ed un altro è blu-grigio. Queste differenze sono compatibili con due distinte produzioni che probabilmente sono state necessarie per l’imprevisto allungamento temporale del periodo sperimentale.
Nella tabella che segue elenco le caratteristiche delle due tipologie di confezioni. È strano che nell’era dei computer con i quali si possono trasferire immagini con la massima fedeltà, si riesca a produrre differenze veramente poco comprensibili.
PRIORITARIO DA 1,50 EURO (2005): CON STAMPA GRANULARE DELL’ORO
di Nicola Luciano Cipriani, perito filatelico
Cari amici, vi presento uno strano prioritario segnalatoci dal socio Luigi Pomes. Si tratta di un esemplare del prioritario da 1,50 euro emissione 2005 che presenta una copertura parziale del colore oro della cornice sul fondino verde-giallo (figura 1).
Come potete vedere dal particolare riprodotto (figura 2),
il colore oro ha una forma reticolata anziché coprire totalmente il fondo colorato, dalle piccole falle si vede il colore sottostante. Ad occhio può apparire per una passata di colore leggera che lascia trapelare il colore sottostante. Invece non è così. Con la lente si vede che l’inchiostro è come se avesse subito un fenomeno di tipo “idrorepellenza” ricevuto dal colore di base sottostante facendogli assumere l’aspetto cariato o a ragnatela. Come si può vedere l’annullo è di Roma Fiumicino del 28-12-06. Nella mia memoria ricordavo di avere già visto una cosa simile e, riguardando tra le mie buste è saltato fuori un altro esemplare della stessa emissione (2005) e con le stesse caratteristiche. In questo caso la busta è partita da Bolzano il 5-3-08. Due spedizioni con lo stesso tipo di francobollo ma molto distanti nel tempo e nello spazio. Si deve dedurre che possa trattarsi di una particolare, o porzione di, ristampa in cui si è verificato questo fenomeno. La lontananza tra le due località potrebbe essere indicativa di una distribuzione a carattere nazionale e quindi di facile reperibilità. Un grazie a Luigi Pomes che mi ha pungolato a rivedere una cosa che avevo trascurato e buona ricerca a voi tutti.
NUMERI SPECULARI NEL BORDO DI FOGLIO DI DUE PRIORITARI DEL 2007 e 2008
di Nicola Luciano Cipriani, perito filatelico
La descrizione del dato
Carissimi amici, vi presento una varietà acquistata presso un ufficio postale dopo l’emissione e che avevo messo nel mio classificatore dei prioritari. Poi, come al solito, il tempo passa e altre novità incalzano con la conclusione che alcune cose cadono un po’ nell’oblio. Poi ritornano fuori andando a cercare magari altre cose. È questo il caso di questa varietà abbastanza particolare. Si tratta della presenza di alcuni numeri, in posizione coricata, troncati alla base ed alti 2 mm, ognuno di un colore differente (corrispondente ai colori della stampa), presenti lungo il bordo sinistro di un foglio dello 0,60 e di uno del 2,00 euro. Nel caso dello 0,60 i numeri sono compresi tra le posizioni 26 e 46 (figura 1),
mentre nel 2,00 (figura 2) i numeri sono solo due ed in corrispondenza della posizione 36.
La ristampa dello 0,60 senza millesimo è del 2007, come si evince dal codice alfanumerico di progressione del foglio (EA070051259), mentre quella del 2,00 euro è del 2008 (FA090708698). Vi ricordo che lo 0,60 è apparso nel mese di ottobre del 2006 ed è stata ristampata fino al 2009, anno in cui è stato sostituita dalla serie ordinaria Posta Italiana. In poco meno di tre anni ha avuto ben 4 ristampe riconoscibili dalle sigle alfanumeriche (figura 3).
Il 2,00 euro è stato emesso, invece, il 9 giugno del 2008 di cui riporta la sigla alfanumerica corrispondente. Nella figura 1, in corrispondenza delle frecce azzurre, a partire dal basso, si possono leggere i seguenti numeri stampati in modo speculare: “1” in colore giallo, “3” in colore oro, “4” in nero e “5” in colore interferenziale. Per quest’ultimo numero la scansione è stata contrastata per renderlo visibile. I numeri sono riportati ingranditi in figura 4.
Nella figura 2, invece, i numeri sono solo due: “2” in colore verde e “3” in colore oro (figura 5).
In questo caso i numeri sono leggermente più corti per via del taglio che ne ha eliminata una parte leggermente maggiore.
l’interpretazione
La mancanza di alcuni numeri appare un po’ strana, tanto più che le loro posizioni sono fisse, basta confrontare i due bordi di foglio e notare che il “3” è nella stessa posizione in entrambi i fogli, mentre il “2” verde corrisponde alla posizione mancante della figura 1 (freccia rossa). Il “2” mancante nella figura 1 avrebbe dovuto essere di colore arancio (retino di fondo). Quale è la funzione di questi numeri? A differenza del sistema di registro dei colori rappresentato dai triangoli e rettangoli presenti sul bordo destro e dalle crocette, sempre in colore, in corrispondenza dei quattro angoli del foglio (talora in passato sono state utilizzate alcune lettere scritte a mano), i numeri hanno un’altra funzione.
Chi conosce almeno un po’ il lavoro di tipografia sa che la stampa a più colori richiede una lastra per ciascuno di essi; nel caso dei prioritari che sono stati stampati in rotocalcografia, l’immagine relativa ad ogni colore è incisa su un cilindro di stampa. Ogni lastra o cilindro riporta un numero progressivo per il suo inserimento nella macchina di stampa. Nella maggior parte dei casi il numero viene apposto a lavoro finito ed in posizione normale, ma in questo modo esso è speculare rispetto alla incisione della lastra/cilindro. Normalmente il numero è scritto ad una distanza tale dal disegno da non comparire sui bordi dei fogli, ma può capitare che chi li appone non badi molto alla loro posizione con la conseguenza che i numeri, molto vicini all’area di stampa possano comparire sui bordi dei fogli di francobolli. Il fatto quindi che nel bordo del foglio da 0,60 manchi il numero “2” vuol dire che quel cilindro lo riportava in posizione più esterna tanto da non comparire sul foglio. Lo stesso discorso vale per il bordo di foglio del 2,00 euro nel quale sono visibili il “2” ed il “3” e mancano gli altri.
Nella figura 6 sono riportate le parti di francobollo prioritario incise su ciascun cilindro ed i numeri ed i colori corrispondenti per ciascuno dei due prioritari. In nero sono indicati i colori che compaiono sul bordo ed in rosso quelli mancanti.
IL PRIORITARIO DA 60 CENT DEL 2004 CON DOPPIA FUSTELLATURA PARZIALE
Di Nicola Luciano Cipriani – perito filatelico
premessa
Come tutte le ordinarie, anche i prioritari presentano piacevoli e strani colpi di coda, tra l’altro nell’esemplare decisamente più comune e di cui si pensava di aver scoperto tutto e di tutto: il 60c dell’emissione 2004 rotocalcografica. Questa emissione è apparsa ai primi di marzo, subito dopo quella tipografica emessa il 2 gennaio precedente. L’uso del metodo rotocalcografico non è stata la sola novità di questa emissione, è stato cambiato anche il formato dei fogli: da 28 francobolli (4×7) a 40 (5×8), nonché la tipologia della carta: uno strato continuo sul supporto siliconato al posto dei soli francobolli isolati. L’esordio di questa nuova tiratura a poco più di due mesi da quella tipografica colse di sorpresa un po’ tutti. Ma la sua nascita non avvenne sotto una buona stella in quanto gli stessi dipendenti di Poste Italiane si lamentarono per la difficoltà di separare i francobolli lungo i bordi verticali nei quali mancavano, certamente per dimenticanza, le due perforazioni a tratteggio lungo i lati destro e sinistro (figura 1).
L’IPZS mise subito riparo alla svista e produsse fogli dotati della perforazione laterale i quali erano in vendita già dal successivo mese di aprile. Tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate è comparsa una nuova tiratura caratterizzata dalla presenza di una barretta azzurra in corrispondenza del 36° esemplare; il colore della barretta era lo stesso delle scritte “IL FOGLIO DI …..” presenti sulla cimosa sinistra. In autunno infine uscì una ulteriore tiratura che aveva le scritte, compresa la barretta, di colore nero. Insomma di questo francobollo, oltre la versione tipografica, ne sono state stampate ben quattro tirature nella versione rotocalcografica. Il periodo d’uso della versione tipografica è stato limitato ai primi mesi dell’anno, fino ad esaurimento delle scorte le quali, dopo un breve periodo di convivenza con la versione rotocalcografica, sono andate scemando velocemente, a parte naturalmente casi di giacenze di magazzino utilizzate nel tempo. La versione rotocalcografica, nelle varie tirature, ha invece avuto un lungo utilizzo di ben tre anni; però bisogna riconoscere che le prime tre tirature si sono esaurite più o meno nell’arco del 2004. Durante i due anni successivi è stata ristampata solo la versione con le scritte nere e questa ha convissuto sia con l’emissione del 2005 che con quella del 2006; il prioritario del 2004 è andato praticamente in pensione con l’emissione del 2006 senza millesimo che ha visto la luce nel mese di ottobre e che ha soppiantato tutti i precedenti per la sua larga ed immediata diffusione e per il suo lungo periodo d’uso (2006-2009). Se ne deduce quindi che volendo fare una classifica delle frequenze d’uso, l’emissione 2004 nel suo complesso è stata la seconda per longevità di tutti i prioritari dopo quella senza millesimo. Nei suoi tre anni di vita ha avuto numerose ristampe caratterizzate solo dal codice alfanumerico aventi le lettere iniziali BA; in altre parole per questa emissione non è stata distinta la produzione annualmente con la variazione delle sigle, come in uso da qualche anno presso l’IPZS. Quanto sopra per intendere che la tiratura complessiva di questo valore deve essere stata di diverse centinaia di milioni di francobolli e tale quantità giustifica anche le numerose varietà che sono uscite più o meno casualmente dall’Istituto. Colori spostati, assenza di uno o più colori, fustellature spostate o assenti, perforazioni a tratteggio (percé en ligne) spostate o assenti, insomma una varietà di …. varietà strabiliante. Molte di queste sono state distribuite anche alle rivendite autorizzate tanto che ne sono state trovate casualmente anche usate su busta. Chi sa quanto hanno protestato quei rivenditori che hanno dovuto separare i francobolli con le forbici! E quanto gli utilizzatori per separarli dal supporto siliconato! Delle varietà circolate attraverso i rivenditori, certamente molte sono andate distrutte, ma tante altre sono finite nelle mani dei collezionisti. Nel materiale di uno dei miei rifornitori di buste ne ho trovato uno senza fustellatura e senza perforazione a tratteggio. Non hanno chiaramente grande valore, specialmente allo stato di nuovo, ma su busta non procurata comincia a diventare di sicuro interesse.
descrizione della varietà
Tra tutte le varietà di questa emissione non si era mai ancora vista una doppia fustellatura (figura 2).
Quando mi è capitata tra le mani, sono rimasto tra lo sbalordito e l’incredulo e non ero nemmeno sicuro che potesse essere una cosa unica, vista l’abbondanza di varietà di questo francobollo. L’ho quasi presa più per curiosità, per arricchire la mia conoscenza, che per percezione effettiva della rarità. Solo in un secondo momento, dopo aver parlato con alcuni amici e dopo aver riflettuto sulla visita all’IPZS, ho iniziato a realizzare che tra le mani avevo una cosa unica. Per quale ragione? Semplicemente perché le nuove macchine in uso presso l’IPZS non consentono di produrre errori di questo tipo, direi, nemmeno volendo. Molte varietà si possono costruire, basta avere solo la fantasia di pensarle e potrei fare numerosi esempi al riguardo, ma questa doppia fustellatura ha veramente uno stretto legame con il caso più unico che raro. Ragioniamo un po’ insieme e prendiamo in considerazione le modalità di perforazione/fustellatura, che sono le due modalità utilizzate oggi in Italia per la separazione dei singoli francobolli stampati in fogli, ed il loro posizionamento all’interno della macchina da stampa. Non voglio entrare in un escursus storico dei metodi di perforazione, ma, negli ultimi anni del secolo scorso e fino a tutto il 2003, la perforazione avveniva con il sistema ad aghi e su fogli posti in piano (perforazione a blocco, a pettine semplice, doppio e doppio modificato). Dal dicembre del 2003 il Poligrafico ha adottato un nuovo sistema denominato “piastra/blocco”. Per quanto riguarda il taglio a fustellatura, in Italia è in uso dal 1999, anno di esordio del francobollo prioritario. Sia con il sistema piastra/blocco che con il fustellatore, la perforazione/fustellatura avviene in corrispondenza di un cilindro apposito, su cui scorre la carta, posto ancora una volta alla fine del processo di stampa e prima del taglio in fogli. Le attuali macchine del Poligrafico sono molto complesse e controllate elettronicamente ed è molto difficile avere varietà di dentellatura o di fustellatura che vada oltre lo slittamento rispetto all’immagine. Infatti le doppie dentellature che sono state viste per i francobolli della serie Donne nell’Arte perforate con il nuovo sistema a piastra/blocco sono tutte falsificate perché il perforatore tocca la superficie del cilindro (e quindi la carta) secondo una linea (generatrice) parallela all’asse del cilindro. Il foglio quindi viene perforato/fustellato in continuo durante lo scorrimento della carta e non in una sola volta (perforatore a blocco) o a salti (pettine: semplice, doppio ecc.). Per risalire alla tiratura di questo francobollo, non possiamo utilizzare la perforazione a tratteggio in quanto è assente, inoltre è anche assente la barretta azzurra (le scritte sulla cimosa sinistra sono azzurre) e quindi esso deve necessariamente appartenere alla prima o alla seconda tiratura. Per eliminare l’ambiguità possiamo utilizzare solo la sigla alfanumerica del numeratore progressivo dei fogli. Nella Figura 3
è riprodotto il francobollo di destra della striscia in cui è visibile la sigla: BA 008239222. La sigla del numeratore ci dice che il foglio appartiene senza dubbio alla seconda tiratura in quanto mi è nota la sigla di un foglio di questa tiratura con numerazione progressiva inferiore (BA 008016…).
Come potete vedere dalla Figura 4,
la fustellatura è traslata verso la sinistra-alta rispetto alla vignetta. Il lato superiore del francobollo ha ricevuto due “battute”: una fustellatura è completa e circonda il francobollo; l’altra interessa solo il lato superiore ed accenna appena a scendere lungo i bordi verticali. Quest’ultima è stata prodotta prima di quella completa, come si evince dalla distanza dei “denti” verticali. La varietà l’ho ritrovata in un solo foglio ed in corrispondenza della terza riga orizzontale a partire dall’alto. Tutto il foglio ha la fustellatura spostata come in figura, ma una sola riga di 5 francobolli, la terza dall’alto, presenta nettamente la doppia fustellatura parziale. Per avere una doppia fustellatura su uno o più fogli bisogna necessariamente avere o un sobbalzo continuo del fustellatore o un ritorno indietro della carta e farla ripassare una seconda volta sotto il fustellatore. Entrambe le possibilità sono fantascientifiche. Nel primo caso perché i tecnici addetti si sarebbero resi conto del malfunzionamento ed avrebbero interrotto le stampa per la riparazione accorgendosi anche del difetto di stampa e inviando al macero i fogli difettosi. Il secondo caso è ancora più irreale perché è impossibile riarrotolare la bobina per farla passare nuovamente attraverso il fustellatore, la porzione di bobina della carta all’interno della macchina da stampa ha uno sviluppo di circa 30 metri per poter passare attraverso tutto il sistema di stampa a più colori. Al contrario un sobbalzo casuale e limitato ad un tempo brevissimo passa inosservato. Una volta avvenuto il sobbalzo, a causa della velocità di scorrimento della carta, i due tagli risultano molto vicini. Il doppio taglio ravvicinato del fustellatore sulla carta è visibile solo lungo la linea di contatto (generatrice) del cilindro ed il fenomeno della doppia fustellatura è necessariamente parziale e visibile solo lungo una linea orizzontale o verticale del foglio a seconda della orientazione della vignetta del francobollo durante la stampa. Nel caso del prioritario e guardando un foglio, la direzione di scorrimento della bobina è dal basso verso l’alto e pertanto il fenomeno descritto non può che interessare una striscia orizzontale di 5 francobolli ed i francobolli in questione con molta probabilità potrebbero quindi essere gli unici esemplari con questa varietà.