Serie ordinarie di Repubblica
IL 45 CENT “DONNE NELL’ARTE” FALSO
Nicola Cipriani – Perito filatelico – il 45 C “Donne nell’arte” falso
Il francobollo da 45 C “Donne nell’arte” falso
Nel numero 59 de “La Ruota Alata” sono state pubblicate due immagini del 45 c. “Donne nell’Arte” falso: una coppia verticale nuova in cui è messa in evidenza la perforazione a pettine basso ed una busta con ben 6 esemplari usati, con un 3 euro del primo volo, a coprire la tassa di assicurazione. Di questo francobollo vengono fornite alcune informazioni relative alla sua scoperta che risale a circa un anno fa. Si parla di un falso insidioso per la cura della stampa e con una dentellatura 14 x 14¼ invece di 13½ x 13¼. La dentellatura è stata praticata con un perforatore a pettine basso, abbastanza consumato, del tipo “modificato” (con un ago sul lato superiore del pettine).
La notizia è ripresa anche da “Il Collezionista” (n. 11-07) in cui si parla di stampa rotocalcografica e di carta più scadente e ricca di fibre. C’è da aggiungere anche che la carta non è filigranata, ma, presenta una fluorescenza gialla in patina. Alla luce viola, il colore fluorescente mostra, in negativo, le impronte delle stelle conferendo al francobollo una filigrana apparente, visibile meglio sul recto che sul verso del francobollo. Nei punti da rimarcare (tra i capelli, sul viso, sul fondo e sul tralcio) sono stati utilizzati sottili tratti neri in modo da simulare meglio l’effetto a rilievo della calcografia.
In effetti ad uno sguardo veloce, questo falso può facilmente passare inosservato, ma, se lo guardiamo con attenzione ci rendiamo conto abbastanza facilmente che la stampa appare molto appiattita. Questo carattere risalta ancora maggiormente se poi poniamo a confronto il falso con l’originale. Non tanto per il tono del violetto che, anche se un po’ diverso, non è poi così lontano da quello di alcune delle numerose ristampe di questo francobollo, quanto per la differenza tra la stampa morbida e sfumata dell’originale e la piattezza veramente poco vitale del falso (figura 1).
Una analisi dettagliata del francobollo falso e del francobollo originale
Ma passiamo ad analizzare con più attenzione i due francobolli che, nelle immagini che seguono, mostrano sempre il falso a sinistra e l’originale a destra. Innanzitutto proviamo ad osservarli con un maggiore contrasto, procedimento che tende sia ad aumentare lo stacco tra il colore ed il fondo sia ad annichilire i tratti più piccoli e più sottili (figura 2).

Figura 2 – l’attenuazione dei tratti più sottili rende più luminoso il viso nel francobollo originale, effetto che invece è molto attenuato nel falso.
Come si può vedere, con questo effetto, nell’originale viene esaltata la morbidezza del disegno e la raffinatezza dei tratti proprio per le loro differenze di intensità e di larghezza. Caratteri che conferiscono quella morbidezza di cui abbiamo accennato. Nel francobollo falso, invece, l’immagine schiarisce leggermente rimanendo sempre piuttosto appiattita. Questo carattere è molto ben visibile sia nei capelli (le cui ciocche, a parte un leggero schiarimento, rimangono molto simili a quelle della figura 1), sia nel viso. L’immagine risulta leggermente più chiara, non per la perdita delle linee meno incise (che non ci sono) ma unicamente per l’aumentato contrasto tra le linee di colore ed il fondo.

Figura 3 – confronto tra le due immagini del solo colore violetto del falso (a sinistra) e dell’originale (a destra)
Passiamo ora ad analizzare i singoli colori. Nella figura 3 è riportato il solo colore violetto e la differenza, questa volta, tra le due immagini non lascia adito ad alcuna perplessità. La piattezza del falso appare in tutta la sua consistenza, sembra quasi uno scarabocchio rispetto all’originale che invece continua a mostrare tutta la sua morbidezza.
Nelle figure 4 e 5 sono riportate due componenti cromatiche del tralcio floreale: il blu (figura 4) ed il ciano (figura 5). Il tono del grigio delle figure è proporzionale alla quantità di colore utilizzato, ciò vuol dire che a toni chiari corrisponde meno colore, viceversa, a toni scuri maggiore colore. Per quanto riguarda il blu, nell’originale questo colore risulta più nitido ma poco più intenso rispetto al falso (a sinistra). Si nota comunque la maggiore morbidezza del tratto. Anche l’immagine del viso per questo colore appare molto differente anche se in entrambi i casi è molto chiara.
Il ciano, invece, mostra una maggiore differenza dei toni, il francobollo originale questa volta ne contiene una quantità decisamente minore rispetto al falso, come mette in evidenza la sua colorazione grigia decisamente più chiara.
Per quanto riguarda il colore nero delle scritte (figura 6), non si riesce a mettere in risalto alcuna differenza. Tra l’altro anche gli stessi caratteri sono stati imitati molto bene. Qualcosa di più, invece, è visibile se osserviamo le immagini nel loro complesso. Come si può notare, infatti, l’immagine del falso appare più evidente di quella dell’originale, sia per quanto riguarda il viso che il tralcio ed il fondo. Questo effetto è per la maggior parte dovuto alle sottili linee nere utilizzate nell’imitazione per esaltare l’immagine. I piccoli tratti neri menzionati nella riproduzione sono stati utilizzati per evidenziare alcuni tratti come le labbra, gli occhi, il bordo del viso, alcune ciocche di capelli, alcuni tratti del fondo rigato e del tralcio floreale e conferire loro un effetto a rilievo. Queste sottili linee nere sono ben visibile con una semplice lente.
Analisi della carta del francobollo da 45 C “Donne nell’arte” falso
Infine, la carta è più porosa e di colore bianco opaco, caratteri che ben distinguono l’imitazione; anche i fori della dentellatura, pur fatta con aghi a diametro adeguato, a causa della carta più filamentosa, non hanno contorno ben netto.
Conclusioni
Concludendo, possiamo dire che il francobollo falso da 45 c. “Donne nell’Arte” è stato realizzato molto bene e può facilmente ingannare, ma il sistema di stampa utilizzato simula grossolanamente la calcografia, senza riuscire a conferire all’immagine quella delicatezza che spesso il metodo a rilievo riesce a fornire. Inoltre i colori utilizzati sono sostanzialmente diversi anche se il risultato ottenuto si avvicina molto all’originale. Oltre naturalmente alla dentellatura ed alla filigrana, può essere riconosciuto anche con il semplice passaggio delle dita sull’immagine non presentando la tipica rugosità della stampa calcografica. Chi è dotato di una vista più sensibile (l’occhio umano è un eccellente spettrografo) è naturalmente avvantaggiato e può riconoscerlo immediatamente
IL FRANCOBOLLO PRIORITARIO FALSO DA 0,60€ – CONFRONTO CON L’ORIGINALE
Nicola Cipriani – 24.11.2007 – Da alcuni mesi sono noti prioritari falsi da 60 centesimi, ne avevo avuto notizia, ma, fino ad oggi, non li avevo ancora visti. Esistono due tipi differenti di falsi; personalmente ho avuto occasione di studiare un francobollo prioritario falso usato nel distretto di Milano che vi descrivo (figura 1).
Nel complesso il tipo in mio possesso ha un’apparenza molto simile all’originale e, se non fosse stato per la fustellatura, macroscopicamente diversa, sarebbe passato inosservato anche a me che sto studiando i prioritari ormai da qualche anno. Questo per dire che un po’ ho abituato l’occhio alla ricerca di piccoli particolari.
I dentelli della fustellatura e altri dettagli macroscopici
Come accennato, la stampa è stata eseguita molto bene tanto che a colpo d’occhio si può essere facilmente ingannati, un occhio attento però nota subito che i “dentelli” della fustellatura sono molto più larghi dell’originale dando forma non a degli pseudo denti, ma ad una ondulazione. Ad un occhio distratto è certamente un particolare che può sfuggire. Se fosse stato utilizzato un metodo di taglio più simile alla fustellatura usata dal Poligrafico dello Stato, certamente la scoperta di questo falso sarebbe stata molto più difficoltosa. Un altra caratteristica dell’imitazione è la mancanza del disco interferenziale di colore oro, la sua assenza non si nota facilmente perché la stampa è abbastanza lucida tanto da attenuare la differenza con l’originale. Bisogna anche dire che negli originali il disco interferenziale è visibile solo con un particolare angolo di incidenza della luce.
I dettagli microscopici del francobollo prioritario falso
Entriamo nella descrizione per mettere in risalto altre differenze che caratterizzano l’imitazione, prima però di entrare nel merito, desidero precisare che gli strumenti ad alta tecnologia oggi sono a disposizione di tutti, sia di chi li usa per scopi deputati, sia di chi invece si ingegna nel tentativo di mettere in atto frodi. Nello stesso tempo questa tecnologia aiuta anche noi che studiamo i francobolli, attraverso questi strumenti tecnologici riusciamo a fornire, quando ci riusciamo, le giuste informazioni per mettere in risalto la frode. Per il collezionista che necessita talora di osservazioni veloci, è comunque sufficiente una semplicissima tecnologia: una lente 10x consente di rilevare tutte le caratteristiche presentate nelle figure che seguono.
Osservando con più attenzione e confrontando l’originale con il francobollo prioritario falso, si riscontra, nella seconda, una stampa dei caratteri di colore bruno leggermente più nitida. Questa caratteristica possono presentarla anche alcuni originali, ma, in genere la stampa in rotocalco, per propria caratteristica si presenta molto più frequentemente con contorni non netti. Un buon osservatore aiutato dalla solita lente (10x) può facilmente osservare quanto detto. Ad ogni modo, come mio solito, mi sono messo di buona lena a studiare questa imitazione con il computer e volentieri fornisco ai lettori le informazioni che sono riuscito a tirare fuori.
Ho preso in considerazione tutti i particolari che caratterizzano il prioritario da 60 centesimi: le scritte, il fondo arancio e il disco centrale, nelle figure di corredo a questa nota sono riportati ciascun particolare dell’imitazione confrontato con lo stesso dell’originale.
Nella figura 2 sono messe a confronto le scritte € 0,60 e la linea tratteggiata che la sovrasta. La € di euro è marcatamente differente nella forma: nell’imitazione (in alto) è leggermente ovale. La virgola è composta da un punto quadrato con un sottile baffo verso il basso, al contrario nell’originale la € è circolare e la virgola è composta da un baffo largo senza la testa quadrata. Il tratteggio orizzontale soprastante è preciso nella posizione, ma il carattere è leggermente più spesso rispetto all’originale.
La scritta I.P.Z.S. SPA – ROMA (figura 3) nell’imitazione (in alto) è molto nitida e le singole lettere, anche se molto simili sono leggermente differenti, particolarmente evidenti sono entrambe le S e la R di ROMA. I puntini tra le lettere sono dei quadratini perfetti, nell’originale invece sono molto più irregolari, come pure la barretta di separazione SpA – ROMA. La lunghezza complessiva della scritta è identica, mentre quella della sola sigla I.P.Z.S. è più larga nell’imitazione tanto che le singole lettere non sono sovrapponibili.
Il tratteggio verticale destro (figura 4, i tratteggi sono riportati in orizzontale) dell’imitazione (in alto nella figura) è appena più corto di quello originale, inoltre rimane la differenza nella larghezza del carattere.
La scritta superiore “—- posta prioritaria” del francobollo prioritario falso (in alto) è fatta molto bene (figura 5). Le lettere di “posta” sono appena leggermente più grasse e solo le lettere “t” sono leggermente diverse nella forma: nell’originale hanno la testa quasi piatta, nell’imitazione invece è più appuntita. Al solito il tratteggio si presenta di spessore leggermente maggiore rispetto all’originale.
La scritta verticale sinistra “ITALIA” dell’imitazione (anche in questo caso in figura le scritte sono riportate in orizzontale) ha lunghezza molto simile all’originale ma le singole lettere non hanno la medesima spaziatura (figura 6). Nell’imitazione (in alto) le lettere ALI sono disallineate verso l’alto (verso destra nella figura) rispetto all’originale. Anche in questo caso il tratteggio ha spessore leggermente maggiore.
Il disco centrale è decisamente differente: nell’imitazione i puntini neri del retino sono molto più grandi di quelli dell’originale, anche se le loro ridotte dimensioni non rendono evidente questo carattere (figura 7).
Anche il retino arancio utilizzato per il fondo è nettamente differente (figura 8). Nell’originale (metà inferiore dell’immagine) il colore arancio si fa più acceso verso i lati (verso sinistra nella figura) per una maggiore densità dei puntini colorati; nel francobollo prioritario falso (metà superiore dell’immagine) si passa da una zona a puntini colorati radi ad una zona più marcata di colore dato da un grigliato di colore pieno interrotto da puntini bianchi a dimensione via via minore spostandosi verso il bordo del francobollo (verso sinistra nella figura).
Conclusione sul metodo di falsificazione
Le osservazioni di dettaglio eseguite sul francobollo prioritario falso da € 0,60 hanno consentito di rilevare che la stampa è stata eseguita con il metodo della fotolitografia, noto anche come Stampa offset. Questa tipologia di stampa usa una retinatura con concentrazioni (percentuali) variabili di punti di colore. Fino alla concentrazione del 55-60% i punti di colore sono separati tra loro, per concentrazioni maggiori, i punti sono a contatto tra di loro dando luogo ad una griglia le cui falle bianche appaiono come punti. Questo metodo di stampa può essere eseguito anche a tratto pieno che sembra essere stato utilizzato per le scritte e per la cornice di colore dorato.
Ringraziamenti: desidero ringraziare Franco Moscadelli per le informazioni sulle metodologie di stampa.
IL 41c DELLA SERIE ORDINARIA “LA DONNA NELL’ARTE”
Prof. Nicola Cipriani
Il 41c serie ordinaria la donna nell’arte
Dopo 18 lunghi anni di vita, la serie ordinaria “Castelli d’Italia” è stata sostituita dalla serie ordinaria “Donne nell’arte” l’8 luglio 1998. Questa serie ha vissuto la rivoluzione monetaria europea e, quindi, ha subito tre ristampe riconoscibili dal valore espresso in Lire, in doppia moneta ed infine solo in Euro. Quest’ultima versione in euro ha vissuto anche la trasformazione dell’IPZS in Società per Azioni e l’allestimento in altra sede di tre nuove macchine di stampa Goebel (BRMt359P, BRMs359P e Cellini) che rappresentano l’ammodernamento della stamperia del Poligrafico dello Stato. In conseguenza di questa evoluzione aziendale si sono avute variazioni nella produzione delle carte valori, tanto che di questa serie ne esistono due differenti versioni riconoscibili principalmente dall’aggiunta della sigla societaria (SpA) alla destra di IPZS e dalla differente metodologia di perforazione con conseguente differenza del valore della dentellatura. Fanno eccezione due francobolli: il valore da € 0,77 che non ha l’aggiunta di “SpA”, ma ha la nuova perforazione con piastra e quello da € 0,41 che ha l’aggiunta di “SpA” sia nella versione prodotta con le vecchie Goebel (BRM-t-350P e BRM-s-350P) e perforazione a pettine, che in quella prodotta con le nuove Goebel che monta il nuovo sistema di perforazione a piastra della APS-Epikos. Colleghi solerti sono riusciti, a suo tempo, ad avere notizie relative al nuovo sistema di perforazione (La Ruota Alata n.47 ed Il Francobollo Incatenato n.130). Restringendo le argomentazioni di questa nota al solo valore da € 0,41, possiamo dire che si conoscono di questo esemplare ben 5 versioni:
- Lire
- doppia moneta Lire/Euro
- Euro senza spa
- Euro con spa con perforatore a pettine
- Euro con spa con perforatore a piastra e nuovo valore della dentellatura
Analizzando attentamente queste cinque versioni possiamo notare alcuni caratteri interessanti che ci consentono di distinguere le varie emissioni, nonché aggiungere una seconda tiratura all’ultima emissione, come vedremo più avanti, che porta a 6 i differenti tipi di questo francobollo (fig.1).
Emissione Lire e Lire/Euro (n. 1 e 2 nelle figure)
Le versioni solo lire ed euro/lire sono praticamente identiche, esse differiscono solo per la moneta. La stampa di questi francobolli è molto delicata, fine e morbida; nell’insieme appare un disegno ben curato e piacevole. Il losangato di fondo è nitido solo nella parte alta e sfuma dolcemente verso il basso fino ad annullarsi; nel complesso il volto spicca sul losangato. C’è una piccola differenza sulla dimensione della scritta “IPZS ROMA F TULLI”, leggermente più larga nel tipo a doppia moneta (fig. 2).
Emissione Euro senza “SPA” (n. 3 nelle figure)
La prima versione solo euro, rispetto alle due precedenti, ha la scritta “IPZS ROMA F TULLI” leggermente più corta e con caratteri differenti, contemporaneamente la sigla IPZS è espansa e TULLI è invece più compresso rispetto alle due tirature precedenti (fig. 2). La punta del piede destro dell’ultima A di ITALIA (fig.1) è un caso, probabilmente da rintracciare sul foglio, e potrebbe essere comune ad altre tirature. Oltre alle piccole scritte in basso, questa versione differisce dalle precedenti per una impronta di stampa più marcata tanto che alcuni particolari appaiono più “duri” ed evidenti, probabilmente prodotti da una replica fotografica grossolana del bozzetto/clichet originario.
Le differenze evidenti rispetto alle due emissioni precedenti sono:
- tratti “in più” a sinistra del mento (fig. 3),
- una linea bianca separa il profilo dei capelli a sinistra dal rigato del fondo (fig. 3),
- la chioma destra mostra le due ciocche, a sviluppo verticale, separate da una linea bianca evidente (fig. 5),
- la spalla destra ha il disegno a tratteggio che si avvicina maggiormente al valore € 0,41 (fig. 6).
Emissione Euro con “SpA” dentellatura 14×131/4 con perforatore a pettine (n. 4 nelle figure)
Questa tiratura ha lo stesso metodo di perforazione di tutte le precedenti emissioni “Donne nell’arte”, si tratta di un perforatore a pettine il quale è stato utilizzato sia con traslazione verso l’alto che verso il basso; tra i due, il perforatore verso l’alto è quello meno comune in tutte le emissioni.
Questa tiratura dovrebbe differire solo per l’aggiunta di “SpA”, in realtà le differenze con le precedenti, ed in particolare con l’ultima, sono numerose. Nelle linee generali questa emissione ha una impronta di stampa più rozza e pesante della precedente (3a emissione).
Se ne distingue per:
-
la scritta “IPZS SPA ROMA F TULLI” (fig. 2) ha dimensione complessiva uguale a quella dell’emissione precedente, ma con carattere grassetto; inoltre questa ha i caratteri di stampa e le spaziature tra le lettere di IPZS uguali a quelli delle prime due tirature, in più vi è l’aggiunta di “SpA”. La spaziatura della scritta “F. TULLI” è più stretta rispetto a tutte e tre le tirature precedenti,
- pur essendo una stampa più marcata, i tratti a sinistra del mento non sono più visibili (fig. 3) (si torna ai caratteri delle tirature Lire e Lire/Euro),
- manca la linea di separazione tra il profilo dei capelli a sinistra ed il rigato del fondo (fig. 3),
- la separazione dei capelli sopra la fronte è leggermente più stretta (fig. 4),
- la chioma destra continua ad avere le due ciocche separate da una linea bianca evidente Fig. 5),
- la ciocca che copre l’orecchio a destra è molto marcata e somiglia ad un pennello largo (fig. 5),
- la spalla destra ha il disegno a tratteggio che si allontana dal valore € 0,41 (fig. 6) (anche in questo caso si ritorna alle due versioni iniziali),
- la scritta “€ 0,41” ha cifre più grandi rispetto alla precedente emissione e l’insieme è più stretto, il “4” è meno inclinato verso destra e la virgola è più in basso (fig. 6).
Emissione Euro con “SpA” dentellatura 131/4×131/4 con il nuovo perforatore “a piastra” (n. 5 nelle figure)
Questa emissione è apparsa nel periodo ottobre-novembre del 2003 ed è stata valida per le affrancature da 0,41 fino al 31.12 dello stesso anno. Essa ha le stesse caratteristiche di quella precedente con perforatore a pettine. La similitudine è elevata, si noti l’accentuata ciocca di capelli a forma di pennello che copre l’orecchio destro (fig. 5); questo carattere è molto evidente solo in questa e nella precedente emissione. Le scritte in basso sono identiche (anche se si osserva una piccolissima differenza in aumento della lunghezza complessiva in questa emissione – fig. 2), come pure i caratteri e le dimensioni di “€ 0,41” (fig. 6).
Di questa emissione ne ho individuata una seconda tiratura (n. 6 nelle figure) che, stando ai miei dati, tutti da verificare, dovrebbe essere apparsa tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio 2004.
In questa variante si notano:
- la scritta “IPZS SPA ROMA F TULLI” torna ad essere a caratteri sottili come nelle prime tre tirature, si osservano però caratteri più grandi e più spaziati per la scritta “SPA”, una maggiore distanza tra questa e “ROMA” (fig. 2) ed inoltre tutta la scritta è traslata verso destra rispetto alla tiratura precedente (fig. 7). Alcune lettere sono traslate in modo evidente rispetto alla scritta soprastante (ITALIA F. TULLI); la I di IPZS è più centrata rispetto alla prima I di ITALIA, la Z passa da sotto la T ad una posizione intermedia tra T ed A, la p di SpA passa sotto la L. La scritta ROMA è chiaramente spostata a destra e decentrata rispetto all’ultima A di ITALIA. Infine anche F TULLI e traslata verso destra rispetto al valore 0,41,
- i capelli a sinistra del viso sono più “ariosi” come nella prima versione in sole Lire (fig. 3),
- i capelli sulla fronte sono meno impastati (fig. 4),
- è molto evidente un ricciolo tondo sulla tempia destra, questo ricciolo è sempre presente in tutte le tirature, ma nelle precedenti è sempre poco visibile (Figg.4 e 5),
- la chioma destra continua ad avere le due ciocche separate da una linea bianca evidente (fig. 5),
- la ciocca che copre l’orecchio (a forma di pennello) a destra è meno marcata ed è simile a quello delle prime tre emissioni (fig. 5),
- permane il disegno a tratteggio alto sopra il valore € 0,41 (fig. 6). I caratteri e la spaziatura di “€ 0,41” sono diversi da tutte e tre le emissioni precedenti in euro: la dimensione complessiva è più stretta, il “4” è più inclinato in avanti (maggiormente rispetto alla prima emissione euro) e la virgola è appena più a sinistra e di poco spostata in alto.
Quanto esposto non è totalmente esauriente, probabilmente una indagine ancora più approfondita potrebbe evidenziare altre piccole differenze, come per esempio il nastrino che borda l’abito in corrispondenza della spalla destra (fig. 5) che nelle due prime emissioni è sempre poco visibile. Nel complesso però ho cercato di mettere in luce i caratteri più evidenti per dimostrare come, nel tempo, siano stati approntati differenti clichet per ciascun tipo di emissione.
Tornando alle due ultime tirature (nelle figure nn. 5 e 6), sulla base di quanto esposto, si deve dedurre che, per la stampa del secondo tipo, è stato utilizzato, senza ombra di dubbio, un clichet differente. Questo secondo tipo sembra essere apparso dopo il cambio di tariffa che ha portato la lettera 1° porto a € 0,45, infatti sulle lettere da me visionate con data anteriore al 31-12-03, si trova sempre il primo tipo. Il secondo tipo l’ho riscontrato solo su buste viaggiate, con l’aggiunta dei 4 centesimi mancanti per la tariffa, a partire dal 2 febbraio; si dovrebbero sicuramente trovare buste viaggiate anche nel mese di gennaio. Chi può contribuire, con materiale proprio, a completare le conoscenze su questo piccolo mistero è benvenuto.
Sarebbe interessante sapere se questi due tipi dell’ultima emissione sono stati stampati entrambi in pieno 2003 (quando Poste Italiane non aveva ancora deciso o stava decidendo l’aumento tariffario) o il secondo tipo è stato stampato successivamente. Sembrerebbe più probabile la prima ipotesi. E’ probabile, infatti, che nella fase di preparazione dei quantitativi necessari di questo taglio e con in corso il trasloco dei macchinari di stampa nella nuova sede del Poligrafico, siano stati usati due clichet, e le macchine? Sempre la stessa o due differenti (le nuove sono in numero di tre) per velocizzare la produzione? Avendo lo stesso tipo di perforazione si dovrebbe dedurre che la macchina sia stata dello stesso tipo. Ma se non erro, le nuove macchine di stampa che usano il perforatore a piastra hanno iniziato il loro lavoro nella nuova sede del poligrafico, quindi dopo il trasloco. Se così è stato per quale motivo sono stati usati due clichet differenti? Forse per usura del primo o perché sono state usate più di una macchina?
Se fosse vera la seconda ipotesi, quella cioè di una stampa dopo la variazione tariffaria, sorgerebbero altri interrogativi in quanto sarebbe stato strano continuare a stampare un taglio inusuale con un cambio di tariffa in vigore. Questa seconda ipotesi potrebbe essere valida solo nel caso in cui si fossero incontrate difficoltà, o ritardi, nella stampa del nuovo taglio da € 0,45. Oppure sarebbe stata effettuata una stampa contemporanea dei due tagli per altri motivi a noi non noti. Riusciremo ad individuare qualche certezza con un poligrafico così avaro di informazioni?
Alcune “differenze”, messe in evidenza in questo testo, possono apparire tali solo per l’accentuazione dovuta alla stampa più marcata; la visione però di numerosi esemplari di queste emissioni convince circa l’uso di differenti clichet utilizzati per la loro stampa. In particolare per la seconda tiratura dell’ultima emissione, passata inosservata fino alla pubblicazione di queste note.
Nelle figure da 1 a 7, i francobolli ed i particolari di ciascuna figura sono contraddistinti con numeri da 1 a 6 che nell’ordine corrispondono a:
1 – emissione in lire
2 – emissione in lire/euro
3 – emissione in euro
4 – emissione in euro con SpA e perforazione a pettine
5 – emissione in euro con SpA e perforazione con piastra (131/4 x 131/4)
6 – idem seconda tiratura in euro con SpA e perforazione con piastra (131/4 x 131/4)
Testo e immagini del Prof. Nicola Cipriani