Donne nell’arte
prima emissione 1998
IL 20 CENT DONNE NELL’ARTE CON DENTELLATURA SPOSTATA IN ALTO
Questo articolo è stato oggetto di due brevi note su Il Francobollo Incatenato (n. 245, novembre 2014, e n.247, gennaio 2015) e di una flasch news del CIFO del 25.10.2014. ripropongo qui un articolo unico con l’aggiornamento dei ritrovamenti.
Dopo un primo ritrovamento (figura 1) comunicato con la flasch news del 25.10.2014, Stanislao Auletta mi inviò altre due immagini.
Dietro suo consenso, divulgai queste nuove immagini che rappresentano un casuale e particolarissimo ritrovamento di un documento interno di Poste Italiane, come successivamente ho potuto dimostrare. Questa varietà è molto bella e, soprattutto naturale, come piace alla maggior parte di noi. Decisamente, tra le tante varietà delle Donne nell’Arte, ne abbiamo viste tante e realmente di tutti i colori, questa è senza dubbio da porre negli scalini alti per alcuni motivi: a) è una varietà genuina, b) lo spostamento della dentellatura ha trasferito la scritta ITALIA € 0,20 in alto e notiamo anche lo spostamento del tralcio rosa lilla verso l’alto e leggermente a sinistra, c) non sembra che ce ne siano tanti. Quest’ultima osservazione è un po’ generica, ma sarà impossibile riuscire a trovare i cento francobolli che componevano il foglio. L’uso interno ad un ufficio postale ne limita certamente la diffusione verso l’esterno ed anche recuperare vecchi moduli è ormai un’impresa, anche perché molto spesso questa roba è andata al macero per una disposizione interna della pubblica amministrazione.
Al di la di tutto, comunque, augurando che qualche altro fortunato riesca a trovare altri 20 cent con questa varietà, mi da gioia trasferire a voi, amici lettori, lo straordinario entusiasmo con cui Stanislao mi ha raccontato la sua scoperta e che vi riporto integralmente.
Qualche aneddoto particolare sul ritrovamento? È stato quando ritagliando altri francobolli che colleziono su vari frammenti che amici-parenti e altri (conoscendo la mia passione) mi conservano per poi consegnarmeli, dicevo, mentre ritagliavo il frammento, l’occhio mi diceva che c’era qualcosa che non quadrava su quei francobolli. Riprendendo di nuovo il frammento messo da parte insieme ad altri, lo esaminavo più attentamente e vedevo che quella donna mi ammiccava sempre di più, ma non ero subito riuscito ad inquadrare cosa, ma continuando a guardarlo improvvisamente mi sono accorto della sua varietà. Non immagini la gioia e la sensazione che ho provato …. peggio di un bambino … ci mancava solo che saltellavo ….. allora ho ripreso di nuovo gli altri frammenti che avevo già ritagliato e notavo che addirittura ne avevo trovato altri due. Quello che posso dirti e che pur analizzando e guardando migliaia e migliaia di altri ordinari, seppur trovavo sempre qualche varietà, una bella e inedita come questa non l’ho mai vista.
E nemmeno noi, caro Stanislao! Ti faccio, quindi, un ringraziamento pubblico a nome di tutti gli appassionati collezionisti.
Nell’articolo pubblicato sul n. 245 di questo notiziario e sulla news di “CIFO informa” del 25.10.14, presentai l’immagine di figura 1 ed il particolare di fig 2. Dissi che, dopo aver provato con un software di grafica nel tentativo di dare una maggiore definizione all’annullo, di non essere stato in grado di individuare la località d’uso. Oggi con i tre frammenti, sono riuscito a decifrare la località ed il CAP (figure 3 e 4); si tratta dell’Ufficio Postale di Poggiomarino (80040), ubicato a sudest del Vesuvio (in provincia di Napoli), in via Passanti Flocco.
Nelle stesse comunicazioni mi posi la domanda sulla tipologia di uso di questa varietà; grazie alle lettere “od.” leggibili al di sotto della varietà nella parte alta destra delle figure 1 e 2, e alle scritte a penna, coperte parzialmente dal francobollo, ipotizzai un uso su modelli interni delle poste.
Nella figura 3 riporto il secondo frammento su cui non si nota alcun segno che possa sporgere da sotto i francobolli; nella figura 4 invece riporto il terzo frammento e si intravede un “3” ed un pezzetto di “L”, i quali, sommati alle lettere “od.” della figura 2, danno un elemento in più che si possa trattare proprio di un modello interno delle poste. Dovrebbe trattarsi di un modulo dell’Ufficio Riscossioni.
Non molto tempo fa, in asta coll.it, è apparso un documento intero dell’Ufficio Riscossioni di Poste Italiane (figura 5) che ha confermato la mia deduzione relativamente al modello utilizzato.
Nell’ultima figura 5 riporto i quattro francobolli estratti dalle immagini, i quali, almeno per ora sono gli unici noti.
Tutti insieme fanno un bellissimo effetto, peccato che il secondo da sinistra abbia la mancanza dell’angolo destro alto. Chi sa se saranno possibili altri ritrovamenti, comunque faccio i miei auguri agli eventuali fortunati e rivolgo un gentile e caloroso invito a tutti i collezionisti a comunicare eventuali nuovi ritrovamenti per mentenere aggiornato questo censimento.
L’IMPREVEDIBILITA’ DELLE DONNE
Alcuni usi tardivi delle donne nell’arte
Nicola Luciano Cipriani (perito filatelico)
Un altro titolo che ho talora usato con alcune varianti è ”Le donne stupiscono ancora”, la prima idea è stata reiterare questo titolo, ma poi, al momento di iniziare ho preferito cambiare ed ho scelto una variante che ha più o meno lo stesso significato. L’aspetto femminile del titolo genera sempre in noi maschietti reazioni contrapposte, nel bene e nel male. Naturalmente non ho nessuna intenzione di addentrarmi in questo pericolosissimo terreno di gioco, preferisco le donne della passata serie ordinaria che ne ritraevano alcuni fulgidi e famosi esempi. Questa serie ordinaria è da tempo ormai accantonata da parte di Poste Italiane e anche noi tutti la consideriamo ormai cosa passata e, coloro che seguono le ordinarie attuali, hanno certamente voltato l’attenzione alle nuove serie Leonardesca e Piazze d’Italia. Anche la serie di Posta Italiana è quasi messa da parte, ma non in modo definitivo perché le due ultime stentano a decollare. Anche il valore base per l’interno delle Piazze d’Italia sembra poco usato.
Ma torniamo alle Donne nell’Arte, di questi francobolli ne parlo solo per le tariffe per la posta ordinaria. Questa serie, dopo aver convissuto per una decina di anni abbondanti con i francobolli prioritari, dopo il 2009 si è mostrata in apparizioni saltuarie che sono sfumate nel tempo verso le apparizioni sporadiche. Parlo naturalmente di usi non procurati.
Quando è stata in vigore la tariffa da 70 cent (1.1.13 – 30.11.14), si sono riviste alcune affrancature con francobolli delle Donne nell’Arte. Il taglio più comune è stato certamente il valore da 45 cent, di cui erano noti consistenti residui, che è stato usato in abbondanza con il 25 cent di Posta Italiana (figura 1).
In questo periodo tariffario ha fatto anche la comparsa il taglio da 70 cent in giusta sostituzione del pari valore della nuova ordinaria (figura 2);
la comparsa di questo valore è stata una sorpresa perché la sua emissione risale al 31.7.2004 e non più utilizzato per anni. Probabilmente sono stati recuperati i fogli giacenti da qualche parte che hanno sopperito in parte, probabilmente voluto, alla non completa distribuzione della nuova ordinaria durante la prima parte temporale di questa tariffa. Altro valore ricomparso, ma con minor sorpresa è stato il valore da 90 cent, minore sorpresa perché questo valore è stato emesso il 26.6.2004, ma poco utilizzato in generale causando una scorta invenduta consistente. Questo valore è noto in abbinamento all’Alto Valore da 1 euro per la tariffa del secondo porto di questo periodo tariffario (figura 3).
Con il successivo periodo tariffario (1.12.14 – 30.9.15), la lettera primo porto era passata a 80 cent ed il secondo porto a 2,15 euro. Anche in questo periodo sono comparsi alcuni valori delle Donne nell’Arte; in questo caso non ho un esempio per il primo porto, ma posso mostravi due invii di secondo porto. Nel primo, di formato standard, l’affrancatura è composta da tre pezzi da 70 cent di Posta Italiana e cinque pezzi da 1 cent Donne nell’Arte (figura 4).
Purtroppo l’annullo rotante del CMP ha obliterato solo due valori da 70 cent lasciando intonsi gli altri francobolli. il secondo invio ha ancora un valore in centesimini, questa volta ricompare il taglio da 3 cent. Non è la sola sorpresa, perché è presente anche il taglio da 2,00 euro dei prioritari, emissione senza millesimo. Questo centesimino delle donne risale al 2002 ed era sparito di circolazione ormai da anni.
Il tempo passa e le apparizioni continuano, le donne non vogliono farsi dimenticare.
Con l’attuale tariffa base a 95 cent, in vigore dal 1.10.2015, ho trovato ben tre invii con francobolli delle Donne nell’Arte. Il primo è un invio primo porto con un eccesso di 5 cent (figura 6).
Si tratta di un valore da 20 cent del 21.8.2004 utilizzato come valore integrativo ad un’80 cent di Posta Italiana. Il secondo invio è del febbraio di quest’anno ed è affrancato con un 77 cent Donne nell’Arte abbinato ad una tp-label per completamento di tariffa del valore di 18 cent. (figura 7), purtroppo questa affrancatura, per la presenza della tp-label non presenta annulli sul francobollo.
Infine l’ultima è una affrancatura di fantasia in quanto la tariffa è totalmente fuori luogo. Dalla pieghe sulla busta si evince che doveva essere un po’ pesante e probabilmente del secondo porto. L’affrancatura è composta da coppia del 45 cent donne e da un valore da 1,00 di Posta Italiana per un totale di 1,90 euro (figura 8).
L’invio è stato effettuato l’8 novembre scorso. la tariffa di 1,90 era il secondo porto durante il periodo tariffario 1.1.13 – 30.11.14, un po’ lontano nel tempo rispetto al tariffario attuale che prescrive una affrancatura pari a 2,55 euro. Purtroppo capita spesso di imbattersi in affrancature totalmente avulse dal tariffario in corso. Un po’ per ignoranza, non solo degli utenti, un po’ per l’aumento continuo del “degrado” ambientale in generale, si può affrancare con qualunque cosa, comunque la missiva arriva a destinazione nella stragrande maggioranza dei casi. Se qualche invio irregolare viene fermato e controllato è esclusivamente un puro caso.
IL 45c DONNE NELL’ARTE DENTELLATO 11¼
Nicola Cipriani – perito filatelico, Marcello Manelli e Claudio Manzati
La notizia più interessante dell’estate trascorsa è stato il ritrovamento di un francobollo da 45c donne nell’arte con una dentellatura 11¼ che ha fatto subito pensare ad un nuovo falso dopo quello dentellato 14×14¼ del quale Cipriani ha fornito, riteniamo, una esauriente descrizione ne La Ruota Alata n. 64. Ringraziamo quindi l’amico Stefano Finotti che gentilmente ha voluto condividere con noi questa bella scoperta che nasce nell’estate del 2007 quando, a seguito di un acquisto in eBay, gli veniva inviato il materiale ordinato con una Raccomandata affrancata con un blocco da 7 francobolli da 45 centesimi della Donna nell’Arte in data 31-5-07 (figura 1).
Inizialmente la busta era passata inosservata anche al nostro amico, infatti e purtroppo molti di noi non considerano molto i comunissimi ordinari della tariffa lettera base che spesso senza molta attenzione finiscono nel cestino. Ma cari amici lasciatevi dire che un occhio distratto ma indirizzato bisogna sempre averlo. Pensate un po’ ai tanti ordinari estremamente comuni che presentano varietà di filigrana o dentellatura o altro che invece li trasformano in veri piccoli tesori ambiti da tutti noi. Siamo d’accordo, diciamo sempre che non ci capiterà mai, eppure vi assicuro che la costanza da i suoi frutti e molti di noi possono raccontarvi qualche storia vera e bella perché abbiamo sempre controllato ogni pezzo anche annoiandoci. Ma torniamo al nostro scopritore, dopo circa un mesetto, casualmente, riguardando la busta ha notato qualcosa di strano, non ben definibile immediatamente, ma quella sensazione ha causato una osservazione più attenta, fino ad individuare che la dentellatura non era la solita. Infatti il blocco di 7 della busta presenta l’intero angolo di foglio destro basso e normalmente questi francobolli non sono perforati lungo i bordi verticali come invece sono quelli in questione. Ma poi… la dentellatura non mostra gli angoli perfetti dei francobolli di questo tipo. “Accidenti è una dentellatura lineare!!” … “Ma cosa è, un falso o una varietà uscita dal poligrafico?” questa è stata la prima domanda che si è fatto il nostro amico il quale, dopo averci riflettuto un po’ su, ci ha anche scritto “… la carta, la filigrana stelle 4, la fluorescenza e la stampa mi sembrano assolutamente normali per questo tipo di emissione; ma la dentellatura è lineare e con due perforatori di diametro diverso, entrambi con passo 11¼!!”. Allora ci siamo fatti mandare tutto il materiale che vi riproduciamo nelle figure 2÷8 ed è quindi iniziato lo studio dettagliato di “questa donna affascinante” (parole di Finotti). Il contatto successivo con il mittente della lettera, molto probabilmente non filatelista, permetteva di recuperare tutti i francobolli disponibili che, a detta del venditore, erano stati acquistati su un banchetto di un mercatino domenicale a Roma. Non sappiamo quanti di questi francobolli siano stati utilizzati per gli invii fino al momento della loro scoperta. Purtroppo questo rimarrà un punto interrogativo. Ad ogni modo il lotto recuperato è composto da 148 esemplari sia in grandi blocchi che quartine, coppie e singoli. Spiccano nel lotto tre coppie bordo di foglio destro ed una quartina angolo di foglio destro basso non dentellati lungo il bordo destro del foglio. Il lotto complessivo è composto da:
1. busta con un blocco di 7 angolo di foglio destro basso (figura 1)
2. blocco di 60 (parte inferiore del foglio) (figura 2)
3. blocco di 18 esemplari (tre strisce verticali di 6) bordo di foglio a sinistra (figura 3)
4. blocco di 18 composto da tre strisce verticali di 6 (figura 3)
5. blocco di 12 composto da tre strisce verticali di 4 (figura 3)
6. striscia verticale di 6 bordo di foglio a destra (figura 3)
7. quartina (figura 3)
8. quartina angolo di foglio destro basso (figura 4)
9. quartina angolo di foglio sinistro basso (figura 5)
10. una coppia (figura 6)
11. un singolo bordo di foglio dex, posizione 80 (figura 4)
12. 2 singoli (figura 3 e figura 7)
13. quattro blocchi bordo di foglio a destra non dentellati lungo il bordo del foglio: quartina angolo di foglio destro basso (posizioni 89-100) e 3 coppie nelle posizioni 59-60 (con quadrato nero), 69-70 e 79-80 (con triangolo di registro del colore viola) (figura 8)
I blocchi dei punti 3, 4, 5, 6 e 7 ai quali si aggiunge un singolo fanno parte della stessa porzione di foglio, come si può evidenziare accostandoli tra loro (figura 3). Anche questo, quindi, doveva essere un blocco intero parte inferiore del foglio in cui la fila 91-100 è stata interessata dal taglio della lama. Invece i blocchi di cui ai punti 8 e 11 provengono dallo stesso blocco (figura 4). Anche i piccoli blocchi descritti al punto 13 fanno parte tutti dello stesso blocco (figura 8), nell’ordine come sono stati descritti, e corrispondono alle posizioni 59-100. Di questo blocco, se il taglio del foglio comprendeva anche in questo caso 6 francobolli in verticale, mancherebbe una coppia non dentellata a destra.
La composizione dei blocchi fa supporre che essi derivino da normali fogli di 100 esemplari, inoltre, sia la presenza dei blocchi non dentellati lungo il bordo destro del foglio (posizioni 59-100) che quella di altri blocchi con bordo di foglio destro, ci dicono che il materiale dovrebbe provenire da almeno quattro distinti fogli o da spezzoni di fogli diversi tutti dentellati e da uno non dentellato lungo il bordo destro del foglio, per un totale di 5 spezzoni di foglio. Ci aiutano in questa valutazione i simboli di registro dei colori sul bordo destro. Gli stessi sono presenti nel blocco di 7 sulla busta (figura 1), nel blocco da 60 (figura 2), nella striscia verticale di 6 con bdf destro (figura 3 6), nella quartina + singolo b.d.f. destro (figura 4) e nella quartina non dentellata a destra (figura 8).
La caratteristica di tutto il lotto è che non dovrebbero esistere strisce verticali con più di 6 francobolli, infatti i grandi blocchi di questo lotto sono delimitati in alto ed in basso da due vistosi tagli di lama da tipografia ben evidenziabili dai francobolli tagliati che delimitano i blocchi. Anche quelli con bordo di foglio basso presentano la stessa caratteristica, infatti questo non è mai intero ma interessato dai tagli a varia altezza. L’altezza dei blocchi visionati è di 18,20 cm a sinistra e di 18,45 a destra, si può intuire come i fogli siano stati messi sotto la lama senza una grande attenzione.
Se ipotizziamo che i blocchi originari fossero stati tutti di 60 francobolli parte bassa del foglio, con o senza bordo, e che siano stati in numero di 5, i francobolli di questo tipo in origine avrebbe dovuto essere un totale di 300, sulla base di questa ipotesi, mancherebbero all’appello 152 francobolli. Preciso che abbiamo fatto un calcolo molto ipotetico anche se siamo partiti da una base logica, ma non sappiamo se gli spezzoni di foglio siano stati 5 o in numero maggiore. Inoltre non sappiamo se il venditore al banchino del mercatino domenicale li ha venduti a Finotti tutti in blocco o solo in parte.
Osservando questi francobolli, l’impatto maggiore è dato senz’altro dalla dentellatura lineare con perforazione 11¼ che fa subito pensare ad un falso di buona fattura dato che la vignetta appare decisamente simile all’originale. In effetti, come anticipato nel numero 65 de La Ruota Alata e nel notiziario CIFO di Dicembre, la vignetta è realmente originale, come potrete realizzare proseguendo la lettura. Ad ogni modo da una attenta analisi della dentellatura si evince che:
1- il perforatore è del tipo “lineare” con passo decimale 11,2 scarso; la sequenza e la dimensione dei fori sono irregolari tanto che in alcune zone si possono leggere valori differenti.
2- i perforatori lineari utilizzati dal Poligrafico dello Stato durante il periodo repubblicano hanno un passo decimale di 11,3.
3- si nota una discrepanza fra maschio e femmina dei punzoni che compongono il perforatore, ciò si può dedurre dalla leggera sbavatura nel contorno dei fori chiaramente visibile al verso dei francobolli. Da questi caratteri si può anche dedurre che il perforatore è fortemente usurato e/o di scarsa qualità e comunque di attrezzature non ben manutenute. Tutto si può dire del Poligrafico, ma certamente la qualità delle attrezzature è indiscutibile.
Conclusione la perforazione è molto probabilmente avvenuta all’esterno del Poligrafico, ed eseguita da privati.
Nella figura 9 sono messi a confronto il francobollo dentellato 11¼ (a sinistra) con quello originale (a destra). A prima vista si nota una stampa un po’ più secca visibile da punti di discontinuità di alcune righe, ma aguzzando bene la vista alla ricerca di differenze, bisogna riconoscere che proprio non se ne vedono, a parte una leggera, ma normale, differenza di tono di colore. Tra l’altro, casualmente l’originale ha le stesse sbavature di colore nero sul collo e questo sembra già abbastanza sintomatico.
Partiamo dalle dimensioni. Le vignette di entrambi i francobolli non solo hanno le stesse dimensioni, ma hanno anche la stessa spaziatura (figura 10 e 11).
Inoltre sia gli ornati che le scritte sulla cimosa sinistra “Il Foglio di Cento ….” hanno le stesse dimensioni e lo stesso carattere puntinato a losanghe come mettono in evidenza la figura 12 ed il particolare ingrandito di figura 13.
Nelle figure 14 e 15 vengono invece messe a confronto le scritte ed i simboli presenti lungo la cimosa destra. Si nota subito come il rettangolo nero, il numero del foglio ed il codice a barre non occupano la stessa posizione. Questa cosa non deve sorprendere perché la loro posizione in tanti altri francobolli è spesso stata molto ballerina in quanto dipende dalla tiratura la quale, nel caso di un ordinario di tariffa lettere e non solo ne ha sempre avute tante.
Il codice a barre è la traduzione del numero del foglio in cifre e pertanto lo spessore e la successione delle barrette cambia da foglio a foglio. Il tipo di stampa e la posizione delle figure geometriche che evidenziano il registro dei colori è invece perfettamente identico nei due francobolli. Infatti la stampa è costituita da piccole losanghe in calcografia ed i simboli di registro occupano la stessa posizione rispetto ai francobolli e, di conseguenza, hanno anche la stessa distanza tra loro (figura 15).
A questo punto analizziamo le vignette dei francobolli con lo stesso metodo utilizzato da Cipriani nella descrizione del falso dentellato 14×14¼ e vi consigliamo, se avete il n. 64 de La Ruota Alata, di confrontare anche le figure di questo falso.
Nelle figure 16, 17 e 18 sono riportate le immagini rispettivamente del colore violetto, del ciano e del nero. Anche in questo caso possiamo affermare che non ci sono proprio differenze tra i due francobolli.
A questo punto pensiamo che tutti i lettori siano d’accordo con noi nel dire che questo francobollo non può che essere autentico, a parte, naturalmente la perforazione. Quali conclusioni trarre? Anche più di una volendo e potremmo sbizzarrirci, ma sicuramente tutte molto poco credibili a parte una. Visto che al Poligrafico non vengono più usati “strani” perforatori si deve pensare che questa operazione sia “postuma”. Conclusioni: il nostro dentellato 11¼ è autentico solo nella stampa. Questo francobollo doveva far parte di alcuni fogli scartati come refusi di stampa, probabilmente non dentellati i quali fogli sono stati successivamente tagliati in due o tre parti mediante lama da tipografia per poter essere poi indirizzati verso il macero. Qualcuno probabilmente conoscendo il mercato collezionistico ne ha intuito l’interesse e ne ha asportato alcuni frammenti. Non ha importanza indagare su chi, come, quando, e perché siano stati perforati, di sicuro se non fosse stata eseguita questa perforazione i francobolli sarebbero stati certamente molto più interessanti, visto che non sono noti imperforati.
IL 45 CENT “DONNE NELL’ARTE” FALSO
Nicola Cipriani – Perito filatelico – il 45 C “Donne nell’arte” falso
Il francobollo da 45 C “Donne nell’arte” falso
Nel numero 59 de “La Ruota Alata” sono state pubblicate due immagini del 45 c. “Donne nell’Arte” falso: una coppia verticale nuova in cui è messa in evidenza la perforazione a pettine basso ed una busta con ben 6 esemplari usati, con un 3 euro del primo volo, a coprire la tassa di assicurazione. Di questo francobollo vengono fornite alcune informazioni relative alla sua scoperta che risale a circa un anno fa. Si parla di un falso insidioso per la cura della stampa e con una dentellatura 14 x 14¼ invece di 13½ x 13¼. La dentellatura è stata praticata con un perforatore a pettine basso, abbastanza consumato, del tipo “modificato” (con un ago sul lato superiore del pettine).
La notizia è ripresa anche da “Il Collezionista” (n. 11-07) in cui si parla di stampa rotocalcografica e di carta più scadente e ricca di fibre. C’è da aggiungere anche che la carta non è filigranata, ma, presenta una fluorescenza gialla in patina. Alla luce viola, il colore fluorescente mostra, in negativo, le impronte delle stelle conferendo al francobollo una filigrana apparente, visibile meglio sul recto che sul verso del francobollo. Nei punti da rimarcare (tra i capelli, sul viso, sul fondo e sul tralcio) sono stati utilizzati sottili tratti neri in modo da simulare meglio l’effetto a rilievo della calcografia.
In effetti ad uno sguardo veloce, questo falso può facilmente passare inosservato, ma, se lo guardiamo con attenzione ci rendiamo conto abbastanza facilmente che la stampa appare molto appiattita. Questo carattere risalta ancora maggiormente se poi poniamo a confronto il falso con l’originale. Non tanto per il tono del violetto che, anche se un po’ diverso, non è poi così lontano da quello di alcune delle numerose ristampe di questo francobollo, quanto per la differenza tra la stampa morbida e sfumata dell’originale e la piattezza veramente poco vitale del falso (figura 1).
Una analisi dettagliata del francobollo falso e del francobollo originale
Ma passiamo ad analizzare con più attenzione i due francobolli che, nelle immagini che seguono, mostrano sempre il falso a sinistra e l’originale a destra. Innanzitutto proviamo ad osservarli con un maggiore contrasto, procedimento che tende sia ad aumentare lo stacco tra il colore ed il fondo sia ad annichilire i tratti più piccoli e più sottili (figura 2).
Come si può vedere, con questo effetto, nell’originale viene esaltata la morbidezza del disegno e la raffinatezza dei tratti proprio per le loro differenze di intensità e di larghezza. Caratteri che conferiscono quella morbidezza di cui abbiamo accennato. Nel francobollo falso, invece, l’immagine schiarisce leggermente rimanendo sempre piuttosto appiattita. Questo carattere è molto ben visibile sia nei capelli (le cui ciocche, a parte un leggero schiarimento, rimangono molto simili a quelle della figura 1), sia nel viso. L’immagine risulta leggermente più chiara, non per la perdita delle linee meno incise (che non ci sono) ma unicamente per l’aumentato contrasto tra le linee di colore ed il fondo.
Passiamo ora ad analizzare i singoli colori. Nella figura 3 è riportato il solo colore violetto e la differenza, questa volta, tra le due immagini non lascia adito ad alcuna perplessità. La piattezza del falso appare in tutta la sua consistenza, sembra quasi uno scarabocchio rispetto all’originale che invece continua a mostrare tutta la sua morbidezza.
Nelle figure 4 e 5 sono riportate due componenti cromatiche del tralcio floreale: il blu (figura 4) ed il ciano (figura 5). Il tono del grigio delle figure è proporzionale alla quantità di colore utilizzato, ciò vuol dire che a toni chiari corrisponde meno colore, viceversa, a toni scuri maggiore colore. Per quanto riguarda il blu, nell’originale questo colore risulta più nitido ma poco più intenso rispetto al falso (a sinistra). Si nota comunque la maggiore morbidezza del tratto. Anche l’immagine del viso per questo colore appare molto differente anche se in entrambi i casi è molto chiara.
Il ciano, invece, mostra una maggiore differenza dei toni, il francobollo originale questa volta ne contiene una quantità decisamente minore rispetto al falso, come mette in evidenza la sua colorazione grigia decisamente più chiara.
Per quanto riguarda il colore nero delle scritte (figura 6), non si riesce a mettere in risalto alcuna differenza. Tra l’altro anche gli stessi caratteri sono stati imitati molto bene. Qualcosa di più, invece, è visibile se osserviamo le immagini nel loro complesso. Come si può notare, infatti, l’immagine del falso appare più evidente di quella dell’originale, sia per quanto riguarda il viso che il tralcio ed il fondo. Questo effetto è per la maggior parte dovuto alle sottili linee nere utilizzate nell’imitazione per esaltare l’immagine. I piccoli tratti neri menzionati nella riproduzione sono stati utilizzati per evidenziare alcuni tratti come le labbra, gli occhi, il bordo del viso, alcune ciocche di capelli, alcuni tratti del fondo rigato e del tralcio floreale e conferire loro un effetto a rilievo. Queste sottili linee nere sono ben visibile con una semplice lente.
Analisi della carta del francobollo da 45 C “Donne nell’arte” falso
Infine, la carta è più porosa e di colore bianco opaco, caratteri che ben distinguono l’imitazione; anche i fori della dentellatura, pur fatta con aghi a diametro adeguato, a causa della carta più filamentosa, non hanno contorno ben netto.
Conclusioni
Concludendo, possiamo dire che il francobollo falso da 45 c. “Donne nell’Arte” è stato realizzato molto bene e può facilmente ingannare, ma il sistema di stampa utilizzato simula grossolanamente la calcografia, senza riuscire a conferire all’immagine quella delicatezza che spesso il metodo a rilievo riesce a fornire. Inoltre i colori utilizzati sono sostanzialmente diversi anche se il risultato ottenuto si avvicina molto all’originale. Oltre naturalmente alla dentellatura ed alla filigrana, può essere riconosciuto anche con il semplice passaggio delle dita sull’immagine non presentando la tipica rugosità della stampa calcografica. Chi è dotato di una vista più sensibile (l’occhio umano è un eccellente spettrografo) è naturalmente avvantaggiato e può riconoscerlo immediatamente
IL 41c DELLA SERIE ORDINARIA “LA DONNA NELL’ARTE”
Prof. Nicola Cipriani
Il 41c serie ordinaria la donna nell’arte
Dopo 18 lunghi anni di vita, la serie ordinaria “Castelli d’Italia” è stata sostituita dalla serie ordinaria “Donne nell’arte” l’8 luglio 1998. Questa serie ha vissuto la rivoluzione monetaria europea e, quindi, ha subito tre ristampe riconoscibili dal valore espresso in Lire, in doppia moneta ed infine solo in Euro. Quest’ultima versione in euro ha vissuto anche la trasformazione dell’IPZS in Società per Azioni e l’allestimento in altra sede di tre nuove macchine di stampa Goebel (BRMt359P, BRMs359P e Cellini) che rappresentano l’ammodernamento della stamperia del Poligrafico dello Stato. In conseguenza di questa evoluzione aziendale si sono avute variazioni nella produzione delle carte valori, tanto che di questa serie ne esistono due differenti versioni riconoscibili principalmente dall’aggiunta della sigla societaria (SpA) alla destra di IPZS e dalla differente metodologia di perforazione con conseguente differenza del valore della dentellatura. Fanno eccezione due francobolli: il valore da € 0,77 che non ha l’aggiunta di “SpA”, ma ha la nuova perforazione con piastra e quello da € 0,41 che ha l’aggiunta di “SpA” sia nella versione prodotta con le vecchie Goebel (BRM-t-350P e BRM-s-350P) e perforazione a pettine, che in quella prodotta con le nuove Goebel che monta il nuovo sistema di perforazione a piastra della APS-Epikos. Colleghi solerti sono riusciti, a suo tempo, ad avere notizie relative al nuovo sistema di perforazione (La Ruota Alata n.47 ed Il Francobollo Incatenato n.130). Restringendo le argomentazioni di questa nota al solo valore da € 0,41, possiamo dire che si conoscono di questo esemplare ben 5 versioni:
- Lire
- doppia moneta Lire/Euro
- Euro senza spa
- Euro con spa con perforatore a pettine
- Euro con spa con perforatore a piastra e nuovo valore della dentellatura
Analizzando attentamente queste cinque versioni possiamo notare alcuni caratteri interessanti che ci consentono di distinguere le varie emissioni, nonché aggiungere una seconda tiratura all’ultima emissione, come vedremo più avanti, che porta a 6 i differenti tipi di questo francobollo (fig.1).
Emissione Lire e Lire/Euro (n. 1 e 2 nelle figure)
Le versioni solo lire ed euro/lire sono praticamente identiche, esse differiscono solo per la moneta. La stampa di questi francobolli è molto delicata, fine e morbida; nell’insieme appare un disegno ben curato e piacevole. Il losangato di fondo è nitido solo nella parte alta e sfuma dolcemente verso il basso fino ad annullarsi; nel complesso il volto spicca sul losangato. C’è una piccola differenza sulla dimensione della scritta “IPZS ROMA F TULLI”, leggermente più larga nel tipo a doppia moneta (fig. 2).
Emissione Euro senza “SPA” (n. 3 nelle figure)
La prima versione solo euro, rispetto alle due precedenti, ha la scritta “IPZS ROMA F TULLI” leggermente più corta e con caratteri differenti, contemporaneamente la sigla IPZS è espansa e TULLI è invece più compresso rispetto alle due tirature precedenti (fig. 2). La punta del piede destro dell’ultima A di ITALIA (fig.1) è un caso, probabilmente da rintracciare sul foglio, e potrebbe essere comune ad altre tirature. Oltre alle piccole scritte in basso, questa versione differisce dalle precedenti per una impronta di stampa più marcata tanto che alcuni particolari appaiono più “duri” ed evidenti, probabilmente prodotti da una replica fotografica grossolana del bozzetto/clichet originario.
Le differenze evidenti rispetto alle due emissioni precedenti sono:
- tratti “in più” a sinistra del mento (fig. 3),
- una linea bianca separa il profilo dei capelli a sinistra dal rigato del fondo (fig. 3),
- la chioma destra mostra le due ciocche, a sviluppo verticale, separate da una linea bianca evidente (fig. 5),
- la spalla destra ha il disegno a tratteggio che si avvicina maggiormente al valore € 0,41 (fig. 6).
Emissione Euro con “SpA” dentellatura 14×131/4 con perforatore a pettine (n. 4 nelle figure)
Questa tiratura ha lo stesso metodo di perforazione di tutte le precedenti emissioni “Donne nell’arte”, si tratta di un perforatore a pettine il quale è stato utilizzato sia con traslazione verso l’alto che verso il basso; tra i due, il perforatore verso l’alto è quello meno comune in tutte le emissioni.
Questa tiratura dovrebbe differire solo per l’aggiunta di “SpA”, in realtà le differenze con le precedenti, ed in particolare con l’ultima, sono numerose. Nelle linee generali questa emissione ha una impronta di stampa più rozza e pesante della precedente (3a emissione).
Se ne distingue per:
-
la scritta “IPZS SPA ROMA F TULLI” (fig. 2) ha dimensione complessiva uguale a quella dell’emissione precedente, ma con carattere grassetto; inoltre questa ha i caratteri di stampa e le spaziature tra le lettere di IPZS uguali a quelli delle prime due tirature, in più vi è l’aggiunta di “SpA”. La spaziatura della scritta “F. TULLI” è più stretta rispetto a tutte e tre le tirature precedenti,
- pur essendo una stampa più marcata, i tratti a sinistra del mento non sono più visibili (fig. 3) (si torna ai caratteri delle tirature Lire e Lire/Euro),
- manca la linea di separazione tra il profilo dei capelli a sinistra ed il rigato del fondo (fig. 3),
- la separazione dei capelli sopra la fronte è leggermente più stretta (fig. 4),
- la chioma destra continua ad avere le due ciocche separate da una linea bianca evidente Fig. 5),
- la ciocca che copre l’orecchio a destra è molto marcata e somiglia ad un pennello largo (fig. 5),
- la spalla destra ha il disegno a tratteggio che si allontana dal valore € 0,41 (fig. 6) (anche in questo caso si ritorna alle due versioni iniziali),
- la scritta “€ 0,41” ha cifre più grandi rispetto alla precedente emissione e l’insieme è più stretto, il “4” è meno inclinato verso destra e la virgola è più in basso (fig. 6).
Emissione Euro con “SpA” dentellatura 131/4×131/4 con il nuovo perforatore “a piastra” (n. 5 nelle figure)
Questa emissione è apparsa nel periodo ottobre-novembre del 2003 ed è stata valida per le affrancature da 0,41 fino al 31.12 dello stesso anno. Essa ha le stesse caratteristiche di quella precedente con perforatore a pettine. La similitudine è elevata, si noti l’accentuata ciocca di capelli a forma di pennello che copre l’orecchio destro (fig. 5); questo carattere è molto evidente solo in questa e nella precedente emissione. Le scritte in basso sono identiche (anche se si osserva una piccolissima differenza in aumento della lunghezza complessiva in questa emissione – fig. 2), come pure i caratteri e le dimensioni di “€ 0,41” (fig. 6).
Di questa emissione ne ho individuata una seconda tiratura (n. 6 nelle figure) che, stando ai miei dati, tutti da verificare, dovrebbe essere apparsa tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio 2004.
In questa variante si notano:
- la scritta “IPZS SPA ROMA F TULLI” torna ad essere a caratteri sottili come nelle prime tre tirature, si osservano però caratteri più grandi e più spaziati per la scritta “SPA”, una maggiore distanza tra questa e “ROMA” (fig. 2) ed inoltre tutta la scritta è traslata verso destra rispetto alla tiratura precedente (fig. 7). Alcune lettere sono traslate in modo evidente rispetto alla scritta soprastante (ITALIA F. TULLI); la I di IPZS è più centrata rispetto alla prima I di ITALIA, la Z passa da sotto la T ad una posizione intermedia tra T ed A, la p di SpA passa sotto la L. La scritta ROMA è chiaramente spostata a destra e decentrata rispetto all’ultima A di ITALIA. Infine anche F TULLI e traslata verso destra rispetto al valore 0,41,
- i capelli a sinistra del viso sono più “ariosi” come nella prima versione in sole Lire (fig. 3),
- i capelli sulla fronte sono meno impastati (fig. 4),
- è molto evidente un ricciolo tondo sulla tempia destra, questo ricciolo è sempre presente in tutte le tirature, ma nelle precedenti è sempre poco visibile (Figg.4 e 5),
- la chioma destra continua ad avere le due ciocche separate da una linea bianca evidente (fig. 5),
- la ciocca che copre l’orecchio (a forma di pennello) a destra è meno marcata ed è simile a quello delle prime tre emissioni (fig. 5),
- permane il disegno a tratteggio alto sopra il valore € 0,41 (fig. 6). I caratteri e la spaziatura di “€ 0,41” sono diversi da tutte e tre le emissioni precedenti in euro: la dimensione complessiva è più stretta, il “4” è più inclinato in avanti (maggiormente rispetto alla prima emissione euro) e la virgola è appena più a sinistra e di poco spostata in alto.
Quanto esposto non è totalmente esauriente, probabilmente una indagine ancora più approfondita potrebbe evidenziare altre piccole differenze, come per esempio il nastrino che borda l’abito in corrispondenza della spalla destra (fig. 5) che nelle due prime emissioni è sempre poco visibile. Nel complesso però ho cercato di mettere in luce i caratteri più evidenti per dimostrare come, nel tempo, siano stati approntati differenti clichet per ciascun tipo di emissione.
Tornando alle due ultime tirature (nelle figure nn. 5 e 6), sulla base di quanto esposto, si deve dedurre che, per la stampa del secondo tipo, è stato utilizzato, senza ombra di dubbio, un clichet differente. Questo secondo tipo sembra essere apparso dopo il cambio di tariffa che ha portato la lettera 1° porto a € 0,45, infatti sulle lettere da me visionate con data anteriore al 31-12-03, si trova sempre il primo tipo. Il secondo tipo l’ho riscontrato solo su buste viaggiate, con l’aggiunta dei 4 centesimi mancanti per la tariffa, a partire dal 2 febbraio; si dovrebbero sicuramente trovare buste viaggiate anche nel mese di gennaio. Chi può contribuire, con materiale proprio, a completare le conoscenze su questo piccolo mistero è benvenuto.
Sarebbe interessante sapere se questi due tipi dell’ultima emissione sono stati stampati entrambi in pieno 2003 (quando Poste Italiane non aveva ancora deciso o stava decidendo l’aumento tariffario) o il secondo tipo è stato stampato successivamente. Sembrerebbe più probabile la prima ipotesi. E’ probabile, infatti, che nella fase di preparazione dei quantitativi necessari di questo taglio e con in corso il trasloco dei macchinari di stampa nella nuova sede del Poligrafico, siano stati usati due clichet, e le macchine? Sempre la stessa o due differenti (le nuove sono in numero di tre) per velocizzare la produzione? Avendo lo stesso tipo di perforazione si dovrebbe dedurre che la macchina sia stata dello stesso tipo. Ma se non erro, le nuove macchine di stampa che usano il perforatore a piastra hanno iniziato il loro lavoro nella nuova sede del poligrafico, quindi dopo il trasloco. Se così è stato per quale motivo sono stati usati due clichet differenti? Forse per usura del primo o perché sono state usate più di una macchina?
Se fosse vera la seconda ipotesi, quella cioè di una stampa dopo la variazione tariffaria, sorgerebbero altri interrogativi in quanto sarebbe stato strano continuare a stampare un taglio inusuale con un cambio di tariffa in vigore. Questa seconda ipotesi potrebbe essere valida solo nel caso in cui si fossero incontrate difficoltà, o ritardi, nella stampa del nuovo taglio da € 0,45. Oppure sarebbe stata effettuata una stampa contemporanea dei due tagli per altri motivi a noi non noti. Riusciremo ad individuare qualche certezza con un poligrafico così avaro di informazioni?
Alcune “differenze”, messe in evidenza in questo testo, possono apparire tali solo per l’accentuazione dovuta alla stampa più marcata; la visione però di numerosi esemplari di queste emissioni convince circa l’uso di differenti clichet utilizzati per la loro stampa. In particolare per la seconda tiratura dell’ultima emissione, passata inosservata fino alla pubblicazione di queste note.
Nelle figure da 1 a 7, i francobolli ed i particolari di ciascuna figura sono contraddistinti con numeri da 1 a 6 che nell’ordine corrispondono a:
1 – emissione in lire
2 – emissione in lire/euro
3 – emissione in euro
4 – emissione in euro con SpA e perforazione a pettine
5 – emissione in euro con SpA e perforazione con piastra (131/4 x 131/4)
6 – idem seconda tiratura in euro con SpA e perforazione con piastra (131/4 x 131/4)
Testo e immagini del Prof. Nicola Cipriani