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Il Perito Filatelico

Nicola Luciano Cipriani

VARIETA’ INEDITE DEGLI ALTI VALORI (Parte Prima)

a cura del perito filatelico Nicola Luciano Cipriani e con la collaborazione tecnica di Fiorenzo Sperati

La doppia stampa della testa nell’alto valore da 2000 Lire

(Con esempi di altre emissioni commemorative del periodo)
“Il tempo passa, ma l’uom non se n’avvede…”. Nel n. 56 de La Ruota Alata (2006/2) è stata pubblicata una mia comunicazione in merito ad un foglietto da 20 esemplari del 2.000 lire AV caratterizzato da una doppia stampa della testa e dello stemma. Avevo anche promesso al Presidente Manelli di fornire una descrizione più completa per i soci. Quella comunicazione fu interlocutoria in quanto, come riportato in quel testo, questa varietà a me nota da tanti anni, era stata poco considerata da alcune persone contattate a suo tempo. Capitò di riparlarne con Marcello Manelli il quale, mostrando una grande curiosità, mi invitò a relazionare la cosa. Promisi che l’avrei fatto quanto prima, ma, come detto, il tempo passa…

Devo innanzitutto ringraziare Marcello perché è sempre molto carico di energia e la trasmette tutt’intorno. Veniamo al dunque. Degli alti valori in lire ne sono uscite tante varietà, alcune molto note, altre meno tra cui, ad esempio, quelle relative ai tipi di carta (gessata e non) che hanno una risposta alla stampa notevolmente differente. A queste varietà oggi ne aggiungiamo un’altra della quale vi narro anche un po’ di storia personale.

Nel lontano 1981-82 mi trovavo in Irpinia per lavoro (sono geologo) ed il terremoto aveva mobilitato tanti tecnici. In quei due anni ci sono stato spessissimo ed un giorno capitai in un piccolo paese, di cui non ricordo il nome, dove mi imbattei in un ufficio postale di emergenza arrangiato in un piccolo container. Entrai per chiedere se avessero ancora alti valori in foglietti da 20. L’addetto mi mostrò un bel pacchetto di foglietti del 2.000 lire. Vedendone tanti e con un po’ di soggezione a causa della situazione, ne comprai solo uno pensando, tra l’altro, che potessero essere ancora abbastanza comuni. Tenete presente però che a quei tempi nelle regioni settentrionali erano già in diffusione i fogli da 50 esemplari. Col senno di poi, devo constatare che la mia sensibilità mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. Non studiai subito quel foglietto e non ricordo nemmeno quando mi resi conto che la stampa della testa era piuttosto forte rispetto ad un altro in mio possesso. Analizzai con la lente il foglietto e mi resi conto della presenza di una doppia stampa. Di sicuro la scoperta l’avrò fatta dopo uno o due anni dall’acquisto. Non c’erano più corse da fare da nessuna parte, ma mi attivai durante le manifestazioni filateliche nella speranza di trovarne qualcun altro. Era un materiale difficile, erano poche le persone che l’avevano, e quei pochi che riuscii a visionare erano tutti normali. Acquistai alcune mazzette e ne trovai tanti usati, penso che voi, se avete un po’ di magazzino, potreste facilmente trovarne qualcuno. Controllai anche il materiale su busta ed anche qui ne trovai alcuni.

Nel complesso c’è da dire che il francobollo allo stato di nuovo non è certamente comune, se qualcuno di voi ne ha, penso che avrà una piacevole sorpresa e magari potrebbe informarci per fare una valutazione delle quantità. Usato è piuttosto comune, sicuramente lo troverete tra le vostre scorte; su busta non è difficile da trovare perché questi alti valori sono stati molto usati su invii registrati che generalmente un collezionista conserva intatti. Sarebbe molto utile riuscire a valutare la percentuale di questa varietà nell’ambito dei francobolli usati, come pure fare una valutazione simile per quelli su busta. Generalmente a questo tipo di appelli non si risponde mai, ma se qualcuno fosse disponibile, lo ringrazio in anticipo perché mi farebbe molto piacere avere un po’ di dati per fare qualche calcolo. Chi vorrà, anche nell’anonimato, potrà inviarmi i dati via e-mail. Personalmente ho creduto, fin dalla scoperta, in questo francobollo; purtroppo gli interlocutori di quel tempo smontarono il mio entusiasmo, tutti concordavano nel dire che se fosse stato più evidente sarebbe stato meglio perché andava di moda solo ciò che era più che visibile ad occhio nudo. Questo atteggiamento è ancora sulla cresta dell’onda, ma lasciate che vi chiarisca il mio pensiero. Un conto sono le varietà che hanno un mercato facile e veloce il quale si rivolge verso i collezionisti che amano solo le cose appariscenti, un altro conto è studiare tutte le possibili caratteristiche e metterle a conoscenza degli appassionati.
Ognuno di questi rivolgerà all’oggetto maggiore o minore attenzione a seconda del proprio interesse o della tipologia della propria collezione. Le leggi del mercato poi conferiranno loro il prezzo adeguato. Personalmente ritengo che lo studio sia alla base della conoscenza e che a sua volta questa sia il vero motore del Collezionista. Ognuno di noi può e dovrebbe sempre contribuire palesando le proprie conoscenze.

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Nella figura 1 riporto il foglio intero che non vi consentirà di vedere il particolare della doppia testa, ma, è necessario per dovere di cronaca. Quando, tanti anni or sono, feci le mie prime osservazioni, non esistevano scanner adeguati per ingrandire a dismisura la piccola testa di questi francobolli che riuscii invece a realizzare usando una macchina fotografica ottica tradizionale in condizioni macro. Non credo che nemmeno oggi ci sia uno scanner (a prezzo relativamente contenuto) con il quale produrre ingrandimenti elevati e mantenendo contemporaneamente la nitidezza dell’immagine tanto da potersi sostituire ad una macchina fotografica ben accessoriata. Quella foto la conservo ancora ed oggi l’ho usata per farne una scansione che riporto in figura 2.

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Figura 2

Come potete osservare, si riscontra un raddoppio completo dell’immagine traslato orizzontalmente di pochi decimi di millimetro. Una delle parti più evidenti è la linea verticale di riquadro e poi, aguzzando l’attenzione, si nota come tutti i pelini dei singoli capelli siano raddoppiati, come pure il ciglio inferiore, i contorni verticali del collo ed il ricciolo che disegna il naso. Questo carattere è meno evidente, a causa del tratto un po’ spesso, sia lungo il contorno del viso che della torre. Nell’intero foglio, tutte le immagini hanno la stessa entità della traslazione. Nella figura 3 riporto l’immagine della testa normale, senza cioè la doppia battuta, che permette un confronto immediato. Anche per realizzare questa immagine, ho dovuto riattivare la mia vecchia reflex a pellicola perché non sono riuscito ad ottenere un ingrandimento a fuoco nemmeno con uno scanner a 9600 dpi senza interpolazione matematica.

In alto la figura 2 che presenta la doppia stampa e qui la figura 3.

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Figura 3

A questo punto ci si deve porre la domanda: com’è potuto succedere un evento di questo tipo? Innanzitutto, bisogna ricordare che le immagini di questi foglietti erano disposte perpendicolari alla direzione di svolgimento della bobina nella macchina da stampa, per cui il raddoppio dell’immagine deve necessariamente essere messo in correlazione con l’avanzamento della carta. Inoltre testa e stemma venivano stampati per primi e solo in fasi successive (1 o 2) veniva completato il disegno del francobollo. Prima di trarre le dovute conclusioni, bisogna anche ricordare che fin dal 1969 sono stati rinvenuti francobolli con sospette doppie stampe. Si veda la serie Cinquantenario dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Da questa serie, sempre più frequenti sono state le stampe cosiddette “smosse” o “colori fuori registro” che in realtà altro non sono che doppie stampe molto ravvicinate. Vi ricordo alcune emissioni per le quali i cataloghi riportano, o hanno riportato, almeno una di queste dizioni, ma ve ne sono anche tante altre non citate.

Alcuni esempi di doppia stampa

Esempi abbastanza noti sono: le prime emissioni delle “Costruzioni Navali Italiane” (1978 e 1979) con raddoppio del colore blu (figure 4 e 5),

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Figura 4 – Costruzioni Navali Italiane

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Figura 5 – Navi 79 dettaglio del doppio azzurro

 

la serie “Europa” del 1980 e quella del 1983 in cui si osserva la doppia stampa del logo (verde e rosso), La giornata del francobollo del 1981 (figura 6),

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Figura 6 – La giornata del francobollo del 1981

alcuni valori delle “Ville d’Italia” (1980-86) per le quali si ritrova spesso il raddoppio della cornice, del valore e del nome della villa (figure 7 e 8),

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Figura 7 – Ville d’Italia

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Figura 8 – Ville d’Italia

ma forse quella più eclatante è la serie per l’Esposizione Mondiale di Filatelia “Italia 85” (2a emissione, 1984) in cui si riscontra la doppia stampa del logo sia verde (figura 9) che rosso (figura 10), sia del testo nero (figura 12) e addirittura la stampa multipla del logo rosso (figura 11) e la tripla del nero (figura 12).

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Figura 9 – Italia 85

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Figura 10 – Italia 85

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Figura 11 – Italia 85

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Figura 12 – Italia 85

Doppie stampe si riscontrano anche per la terza e quarta emissione (1985) dello stesso evento. Per la seconda emissione credo che sia più raro il francobollo normale che non le varietà. Nel 1988 ritroviamo ancora il “pinocchietto”, vale a dire il francobollo da £ 3150 emesso in occasione dei mondiali di calcio. Anche in questo caso si osserva una chiara doppia stampa del colore nero (figura 13) e, più raramente, del colore grigio (figura 14).

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Figura 13 – Pinocchietto

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Figura 14 – Pinocchietto

Se non erro, l’ultimo francobollo con questa caratteristica dovrebbe essere quello emesso per commemorare il 450° della nascita di S. Carlo Borromeo (1988) (figura 15).

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Figura 15 – 450° della nascita di S. Carlo Borromeo

Non ho conoscenza diretta su emissioni successive e quindi non le posso escludere. Chiudo qui con gli esempi per non appesantire il testo e, caso mai, chi volesse ulteriori informazioni su queste varietà, o comunicarne altre, può contattarmi sia direttamente che attraverso il notiziario dell’Associazione.

Alto Valore da 2000 Lire: calcografia

L’elenco di francobolli con questa varietà non deve distogliere l’attenzione dal fatto che il £ 2000 AV è stampato in calcografia, mentre gli altri esempi riportati in questo testo sono stati stampati con metodi in piano (litografia, offset ecc.). Ad ogni modo il “difetto”, se così si può chiamare, doveva avere un’origine di tipo meccanico. Tenterò di fornire una spiegazione partendo dal concetto che tutte le macchine per la stampa hanno in comune molti componenti rotanti e quindi soggetti ad usura. Tanti anni or sono sentii dire che il Poligrafico aveva problemi per la sua ubicazione in zona molto trafficata e che le vibrazioni indotte dal traffico producessero disturbi durante la stampa. A quel tempo non erano ancora uscite molte di queste varietà ed immagazzinai l’informazione senza commentare.

Alla ricerca delle cause

Oggi, con il senno del poi e dopo aver analizzato molte di queste “doppie stampe”, sono giunto ad una convinzione leggermente diversa. Non che voglia escludere del tutto l’effetto traffico, probabilmente era una concausa anche importante. La causa prevalente, a mio parere, doveva essere invece lo stato non perfetto delle macchine del poligrafico. Dobbiamo tener presente che, per quanto manutenute molto bene, le macchine a rotativa hanno una discreta usura di alcune parti meccaniche ed è possibile che alcuni componenti importanti fossero causa di una saltuaria mancanza di linearità delle condizioni di stampa. Come esempio per la stampa non calcografica vi posso citare uno dei componenti più delicati dell’intera macchina: il rullo di caucciù. Questo componente è soggetto a notevole usura e richiede una verifica costante dopo un determinato numero di ore di lavoro, fino alla sua completa sostituzione. Un’altra causa può essere l’intrusione di un corpo estraneo, anche piccolissimo, che può produrre un salto del componente stampante o anche una leggerissima ovalizzazione di qualche cuscinetto.

Questa interpretazione trova riscontro nella sempre maggiore frequenza di queste varietà nel corso del tempo ed anche perché non si è mai riscontrata una doppia stampa molto spostata dalla prima, sono tutte appena accennate e discoste di pochi decimi di millimetro. Nel caso delle doppie stampe in piano (litografia, offset, ecc.), c’è da dire che se il difetto meccanico producesse un salto sul rullo di caucciù, l’errore dovrebbe essere limitato solo al momento del salto e quindi produrre una doppia stampa parziale. Invece, se il difetto fosse sul rullo di trasmissione del colore sul caucciù, quest’ultimo può recepire su tutta la sua superficie la doppia stampa e trasmetterla sulla carta. Solo in questo modo è possibile avere la doppia impressione su una ampia superficie del rotolo di carta e quindi su un gran numero di fogli.

Per quanto riguarda invece la doppia stampa della testa nell’AV da £ 2000, sappiamo essere stampata in calcografia, metodo che prevede l’allestimento di una lastra metallica su cui vengono incise le immagini in negativo. La lastra viene agganciata al cilindro di stampa, l’inchiostrazione avviene mediante uno o più rulli appositi che fanno aderire l’inchiostro sulla lastra, successivamente una lama pulisce il rullo di stampa lasciando l’inchiostro nelle scanalature dell’incisione che viene poi trasmesso sulla carta. L’incisione sulla lastra avviene mediante una rulletta che porta impressa una sola immagine; questa rulletta ripete sulla lastra di stampa tante immagini (tutte uguali) quante sono necessarie alla stampa dei fogli compresi nella larghezza del rotolo della carta. Se ne deduce quindi che la doppia stampa della testa debba essere imposta necessariamente dalla rulletta che a sua volta porta il “difetto”. La caratteristica sostanziale però è che se il “difetto” è nella rulletta, lo sfasamento tra le due impronte in calcografia deve necessariamente essere costante su tutti i fogli che presentano questo particolare.

Su questo punto mi sono confrontato con gli amici Manelli e Sperati con i quali ci sono stati importanti scambi di opinioni che sono stati molto utili e stimolanti nella ricerca della giusta interpretazione. Potrei associarmi a loro, se lo sfasamento della doppia stampa fosse realmente costante. Invece, sugli oltre trecento pezzi usati a mia disposizione si osserverebbero differenze, anche se minime, dell’entità della traslazione, il condizionale è d’obbligo in quanto stiamo osservando spostamenti di qualche decimo ed anche le leggere differenze necessitano di una misura molto precisa. Nel prossimo articolo cercheremo di fornire i risultati di un’analisi dettagliata effettuata su un numero consistente di francoboli.

Ringraziamenti:
Desidero ringraziare Fiorenzo Sperati, non solo, per l’utilissimo supporto tecnico, ma anche per i costruttivi scambi di opinione per i quali ringrazio anche Marcello Manelli e Claudio Manzati.

LA NUOVA ORDINARIA 2009 DENOMINATA “POSTA ITALIANA”

a cura del perito filatelico Nicola Luciano Cipriani  e del perito filatelico Franco Moscadelli

Nel 2009 è uscita la nuova serie di francobolli ordinaria: valutiamola.

Introduzione storica: le serie ordinarie dal dopo guerra a oggi

La tanto decantata serie ordinaria denominata “Posta Italiana” che avrebbe dovuto essere emessa con una grafica più accattivante e dotata di maggiori elementi di sicurezza non è stata accolta con entusiasmo tanto che nei vari blog che internet offre, ha subito pesanti critiche: la nuova ordinaria è stata proprio “bocciata”. Probabilmente il soggetto molto semplice rispetto a quelli a cui siamo abituati ha fatto storcere la bocca a molti. Il disegno non pubblicizza nulla del nostro bel Paese e si preoccupa unicamente di inviare un messaggio simbolico infantile e molto diretto. Che una serie ordinaria debba diffondere un’idea simbolica più o meno forte è cosa nota, tanto che tutte le serie ordinarie, in tutto il mondo, sono e sono state un simbolo rappresentativo dello Stato. Per meglio analizzare la nuova ordinaria quale prodotto dei tempi moderni, facciamo un breve escursus sulle ordinarie repubblicane precedenti. La serie “Democrazia”, di elementi fortemente simbolici per spingere il nostro Paese alla rinascita post-bellica, ne aveva ben sette e tutti molto forti. Essa ebbe un ruolo molto importante: trasmettere fiducia ed ottimismo nei confronti di uno Stato che voleva rinnovarsi sul piano storico, economico e sociale. La successiva serie “Italia al Lavoro” vede molto attenuato il valore simbolico e vuole mettere in evidenza il lavoro tradizionale delle nostre regioni. Questa serie è un’eloquente messaggio: fare emergere il lavoro della gente comune, onesta, che con il lavoro trasmette la vera libertà della democrazia. Torniamo ad un valore più simbolico con la “Siracusana” la cui testa rappresenta il volto mediterraneo della ninfa Aretusa, ripreso da una moneta (tetradramma) di Siracusa del IV secolo A.C. E’ la prima serie ordinaria con una immagine uguale per tutti i valori conferendo una monotona e piacevole armonia alla serie. Il lungo periodo di validità di questa serie (27 anni) ha portato la testa turrita quasi ad identificarsi con il simbolo delle Poste Italiane. La “Michelangiolesca” è la prima serie ordinaria che ha avuto una vita in parallelo con un’altra; infatti questa serie viene emessa nel 1961, il sei marzo, giorno in cui Michelangelo Buonarroti è nato a Caprese (AR), ed ha convissuto con la Siracusana per oltre un decennio. Questa serie fu emessa per celebrare il grande poliedrico genio italiano. Le immagini riprodotte furono tutte prese da particolari della Cappella Sistina. La serie è molto gradevole ed ha certamente diffuso un segno dell’arte italiana nel mondo. Con i “Castelli d’Italia” si è voluto dare un maggior peso alle bellezze turistiche del bel Paese. I castelli, abbondantemente diffusi in tutto lo stivale e nelle isole, hanno permesso di sfornare una serie consistente in numero e differenziata nei valori facciali e, nello stesso tempo, hanno consentito di accontentare i campanilismi di tutte le regioni. I castelli, tutti diversi, sono racchiusi in una cornice comune, ma di colori diversi. Nell’insieme la serie è piacevole. Con la “Donna nell’Arte” è stata messa ancora una volta in risalto la ricchezza artistica del nostro Paese. Inizialmente pochi valori, aumentati in numero solo dopo la terza emissione in moneta unica (solo euro). Anche questa serie è molto piacevole e mostra un escursus storico delle immagini femminili utilizzate in opere artistiche, ovviamente, italiane. Anche se in ritardo, con questa serie l’Italia ha ripreso l’idea, già adottata in altri paesi europei, di dare un doveroso omaggio alla figura femminile. L’ammodernamento in corso in tutte le poste nazionali della UE ha spinto anche l’Italia a dotarsi di un Corriere Prioritario. L’idea era di fornire un servizio più rapido rispetto alla posta ordinaria. Iniziato in via sperimentale il primo dicembre 1997, nell’estate del 1999 è entrato definitivamente in attività con l’emissione di un francobollo specifico. La vignetta, che tutti conosciamo, è apparsa subito brutta e poco interessante ed il suo massiccio uso postale l’ha resa ancora meno accetta. Forse non era così necessario usare una semplice “P” per caratterizzare questi francobolli. Solo nel 2002, con l’emissione di valori differenziati, i “Prioritari” (come vengono comunemente chiamati) hanno stimolato per la differenziazione cromatica e, molto più per il loro uso postale differenziato. Diciamo che questa serie si è fatta piacere di più nel crescere anche se il soggetto, purtroppo ancora semplice e diretto, non trasmetteva assolutamente alcun messaggio.

La nuova ordinaria 2009 Denominata “Posta Italiana”

Siamo finalmente arrivati, speriamo non in modo noioso, all’ultima ordinaria: “Posta Italiana”. Come è noto questa serie sostituirà i prioritari e l’aria di mistero con cui era stata annunciata e tenuta segreta per tanto tempo, aveva creato una certa suspence: tutti si aspettavano qualcosa di veramente ben fatto, piacevole e rappresentativo per l’Italia. Bisogna proprio riconoscere che la delusione è stato il sentimento prevalente.

la nuova ordinaria

Figura 1 – Le immagini dei quattro francobolli della nuova serie ordinaria denominata “Posta Italiana”.

Cosa rappresenta e quale informazione si può leggere in questi quattro francobolli? Occorre certo un po’ di fantasia per vederci qualcosa, proviamoci insieme … una busta che vola può suggerirci che da quest’anno la consegna della corrispondenza sarà più veloce e più rispondente ai capitolati di Poste Italiane. Ce lo auguriamo tutti, anche se, ad onor del vero, a parte casi non troppo rari, l’Azienda sta cercando veramente di portarsi ai livelli europei. Gli facciamo tanti auguri affinché ci arrivi nel più breve tempo possibile. Altre informazioni non sembra fornirne, a meno che non si voglia intravedere una forma pubblicitario-politica per far risaltare il simbolo di Poste Italiane nel futuro libero mercato europeo. Come sapete, infatti, a partire dal 2011 ciascun Paese UE potrà operare postalmente anche nelle altre nazioni dell’Unione.

Descrizione della serie ordinaria “Posta Italiana”

– Il soggetto – unico con la busta che spicca il volo lasciando una scia tricolore (figura 5), la scritta Italia (figura 7), il valore, la scritta Poste italiane e la microscrittura (figura 3 e 4) racchiusa nelle due targhette che affiancano le parole Poste italiane.
– La fluorescenza – assente, come nei prioritari. (figura 2)
– La microscrittura – riempie le due cartelle che affiancano Poste italiane; è composta dalle parole “poste italiane” ripetute in modo consecutivo su otto righe e tra loro sfalsate senza alcuna regola geometrica. (figura 3 e 4)
– La carta – adesiva non di pregio, semilucida.
– La fustellatura – identica a quella dei prioritari delle precedenti emissioni.
– La stampa – calcografica a più colori.
– Gli inchiostri – normali inchiostri da calcografia affiancati da uno speciale inchiostro metallizzato, usato per la busta, leggermente cangiante al variare dell’incidenza della luce.

fluorescenza la nuova ordinaria

Figura 2 – i francobolli sotto la lampada di Wood per evidenziare la mancanza di fluorescenza.

Per quanto riguarda il soggetto, abbiamo già accennato alla sua semplicità e non vorremmo trattarlo ulteriormente proprio perché l’estetica ha valenze molto soggettive di critica. Lasciamo quindi ai blog di internet “l’ardua sentenza”. Ma passiamo alla tecnica di stampa definita di sicurezza.

La questione della stampa di sicurezza: calcografia e microscrittura

Come tutti (più o meno) sanno, la calcografia è una tecnica di stampa pregiata che lascia l’inchiostro leggermente in rilievo sulla carta. Giustamente è stata definita di sicurezza perché è una tecnica anche molto costosa, sia per il procedimento lavorativo, sia per la macchina da stampa. Tant’è che la falsificazione di stampati in calcografia è sempre stata realizzata con tecniche non a rilievo proprio perché più economiche. Si deve anche aggiungere che la calcografia a più colori è ancora più complessa di quella ad uno o due soli colori. Ricordiamo che i valori calcografici de La Donna nell’Arte stampati a due colori hanno avuto degli strani cloni (donna blu, donna verde, ecc) proprio per alcune difficoltà nella loro realizzazione. Quindi avere una macchina che stampa in calcografia a più colori dovrebbe dare sicurezza sulla infalsificabilità dei prodotti stampati.

microscrittura la nuova ordinaria

Figura 3 – La microscrittura nella cartella di sinistra

microscrittura la nuova ordinaria

Figura 4 – La microscrittura nella cartella di destra

A questo si deve aggiungere anche la microscrittura in calcografia che, effettivamente, è una tecnica all’avanguardia contro le frodi. Tra l’altro ci è stato riferito che la microscrittura sia in effetti un codice leggibile da macchine di controllo. Sarebbe un po’ come il codice a barre dei prodotti dei supermercati o quello a punti delle label di Poste Italiane. La tecnica della microscrittura è stata adottata anche per le banconote in euro della UE. I caratteri della microscrittura sono molto piccoli, ma con una semplice lente a 10x è possibile renderla leggibile. Come tutti hanno potuto notare, la lettura ad occhio nudo è impossibile e le targhette sembrano essere riempite da una serie irregolare di tratti e punti.

scie di colore la nuova ordinaria

Figura 5 – Le scie di colore rosso

scie di colore verde la nuova ordinaria

Figura 6 – Le scie di colore verde

 scritta Italia la nuova ordinaria

Figura 7 – La scritta “Italia”

busta in volo la nuova ordinaria

Figura 8 – Ingrandimento della busta in volo.

Anche l’inchiostro metallizzato utilizzato per la busta è lo stesso usato per la stampa delle banconote euro di alto taglio. Questo inchiostro metallizzato concentrato, grazie al rilievo prodotto dalla calcografia, cambia leggermente colorazione a seconda della incidenza della luce sul francobollo. Gli inchiostri di questo tipo sono detti anche “inchiostri a doppio effetto di colore”. Abbiamo fatto una veloce verifica su diversi esemplari ma la variazione è veramente minima. L’effetto “cangiante” è conferito alla vernice da speciali pigmenti con effetti perlacei. I riflessi perlacei, grazie alla presenza di questi pigmenti, sono caratteristici di altre vernici, anche dorate o argentate. Nulla da aggiungere sul tipo di carta e di fustellatura, sono praticamente identiche a quelle utilizzate per i prioritari che tutti conosciamo.

Considerazioni conclusive

Questa emissione ha sconcertato un po’ tutti ed ognuno di noi avrà certamente qualcosa da ridire. A noi personalmente ha colpito la eccessiva semplicità e la vacuità del disegno, la piattezza del fondo bianco e la scelta dei colori: i valori da 0,60 e da 1,50 euro non sono poi tanto diversi, come pure quelli dei valori da 1,40 e da 2,00 euro. A coppie i colori cambiano per una minima tonalità e possono facilmente ingannare sia l’addetto postale che l’utente. Ma bisogna riconoscere anche che con questa emissione ci sono sicuramente delle novità: la calcografia (raro uso per una serie ordinaria), la microscrittura e l’inchiostro metallizzato, entrambi utilizzati per la prima volta in filatelia. E’ stato molto enfatizzato che questa emissione è praticamente infalsificabile sia per la tecnica di stampa che per i colori metallizzati. Siamo certamente d’accordo con i sostenitori di questa affermazione perché certamente nessun falsario si doterebbe di una macchina da stampa del costo di qualche milione di euro.

Ma dobbiamo però obiettare anche che, da che mondo è mondo, la falsificazione delle carte valori è stata sempre effettuata con mezzi contenuti sfornando solo oggetti “simili” ma non “identici” a quelli originali. Tutti i falsi ed anche alcuni falsari sono stati scoperti senza però riuscire ad interrompere definitivamente l’opera di falsificazione. Siamo convinti che nessun addetto postale, con le urgenze di oggi, possa avere il tempo di guardare se il francobollo su una certa busta abbia le microscritture calcografiche o no oppure se il colore della busta sia leggermente cangiante oppure no. Se è vero che la microscrittura sia un codice, il lettore dovrebbe essere applicato alle macchine bollatrici che dovrebbero essere in grado di separare i francobolli senza microscrittura. Sorgono subito però alcune domande:

– I lettori automatici sono già in attività?
– Quanti ce ne sono sul territorio nazionale?
– Tutte le corrispondenze con francobolli non dotati di microscrittura come vengono separate? E come vengono verificate?
– È vero che tutta la corrispondenza già obliterata viene convogliata a Roma e fatta passare attraverso lettori intelligenti? E che da qui poi riparte per le altre destinazioni?

Non sappiamo rispondere a queste domande, forse alcune sono anche fantasiose, sappiamo solo che in Italia le uniche macchine in dotazione per lo smistamento della corrispondenza leggono a mala pena il Codice di Avviamento Postale. Sono certamente macchine che svolgono abbastanza bene il loro lavoro ed hanno certamente accelerato i tempi di consegna della corrispondenza. Pensiamo però che l’automazione italiana finisca qui. Lo diciamo con un po’ di amarezza perché certamente noi saremmo tra i primi a desiderare un reale ammodernamento dei sistemi postali e non solo e saremmo anche tra i primi a rallegrarci di sapere che la demagogia è stata messa da parte.

IL PRIORITARIO DA €0,60 MILLESIMATO 2004: FALSO E ORIGINALE

di Nicola Cipriani – Perito Filatelico

Il francobollo prioritario falso a confronto con il francobollo originale

Da tempo ho pronto il materiale per scrivere questo articolo, ma impegni e sorprese filateliche intercorse, me lo hanno fatto rimandare. Siccome ogni promessa è debito, eccomi qui a soddisfare anche il desiderio di tutti noi sulle caratteristiche delle novità; a dire il vero questa non è proprio una novità in quanto è noto ormai da oltre un paio di anni, ma certamente novità è la descrizione delle sue caratteristiche.

Prioritario non millesimato e prioritario millesimato

Nel numero 62 de “La Ruota Alata” ho pubblicato le caratteristiche del falso prioritario da € 0,60 senza millesimo e rimando a questo articolo se volete fare i confronti tra i due falsi. Vi anticipo subito che le due stampe, per quanto eseguite con la stessa metodologia, sono differenti e, nei particolari più evidenti da poter mettere a confronto, riporto il riferimento (LRA n. 62). Nell’articolo precedente parlai di due differenti tipi per un malinteso con il nostro presidente in quanto io avevo tra le mani un esemplare senza millesimo, per altro ancora ignoto, mentre a lui era noto il millesimato 2004 nei due sottotipi che potrete vedere nella figura 1.

prioritario falso del 2004

Figura 1 – € 0,60, i due tipi falsi millesimati 2004, in alto la probabile prova, in basso quello più comune

Si tratta di due differenti stampe: la coppia in alto ha la bandella blu in colore più chiaro e leggermente decentrata (spostata verso sinistra) rispetto al francobollo; la coppia in basso invece ha la bandella di colore scuro molto simile a quella ufficiale e questa volta più centrata. Dei due tipi quello più comune sembra essere quello con la bandella scura, evidentemente anche i falsari hanno dovuto aggiustare il tiro per giungere ad un prodotto più confondibile, di conseguenza penso che la coppia in alto derivi da una fase iniziale della stampa.

Anche per questo falso, come per il suo simile senza millesimo, la stampa è stata eseguita molto bene tanto che a colpo d’occhio si può essere facilmente ingannati; uno sguardo più attento però nota subito che i “dentelli” della fustellatura sono molto più larghi dell’originale formando una larga ondulazione. I falsi fino ad ora studiati hanno in comune lo stesso tipo di fustellatura. Applicati su buste bianche questo carattere passa facilmente inosservato. Più evidente è invece se applicato insieme ad altri prioritari o, se si ha già l’occhio abituato, si può riconoscerlo anche immediatamente per la maggiore brillantezza della stampa. Tornando al falso in questione, un’altra caratteristica dell’imitazione è la mancanza del disco interferenziale di colore oro, la sua assenza non si nota facilmente sempre per la maggiore brillantezza dell’imitazione. Bisogna anche dire che negli originali il disco interferenziale è visibile solo con un particolare angolo di incidenza della luce.

Confronto del prioritario falso più comune e originale

confronto prioritario falso del 2004

Figura 2 – Confronto tra l’originale a sinistra e l’imitazione a destra.

Prendiamo quindi in considerazione il tipo più comune (bandella scura) e lo confrontiamo con l’originale (figura 2)

Vi premetto che i caratteri che descrivo sono ben visibili sia ad occhio nudo che con l’aiuto di una semplice lente a 10x, comunissimo strumento in possesso di quasi tutti i collezionisti. Nella figura 2 sono riportate le immagini dell’originale (a sinistra) e dell’imitazione (a destra). Da uno sguardo generale, si nota subito che il centro è molto più scuro nell’imitazione, altro carattere il colore salmone del fondo, questa differenza è però trascurabile in quanto anche negli originali si hanno leggere differenze cromatiche dovute alle numerose tirature di questi francobolli.

Entriamo nella descrizione per mettere in risalto altre differenze che caratterizzano l’imitazione con l’aiuto della nostra lente per rilevare tutte le caratteristiche presentate nelle figure che seguono.

Innanzitutto possiamo notare che l’imitazione ha una stampa dei caratteri di colore bruno a contorni netti. Questa caratteristica possono presentarla anche alcuni originali, ma, in genere la stampa in rotocalco, per propria caratteristica si presenta molto più frequentemente con contorni non netti. Ho preso in considerazione tutti i particolari che caratterizzano il prioritario da 60 centesimi: le scritte, il fondo arancio e il disco centrale, nelle figure di corredo a questa nota sono riportati ciascun particolare dell’imitazione confrontato con lo stesso dell’originale.

0,60 centesimi prioritario falso del 2004

Figura 3 – in basso l’imitazione

Nella figura 3 sono messe a confronto le scritte € 0,60 e la linea tratteggiata che la sovrasta. Possiamo notare che la € di euro ha la stessa forma e dimensione dell’originale, al contrario del falso senza millesimo (LRA n.62), le cifre sono leggermente più arrotondate, ed in particolare il 6 è leggermente ruotato rispetto all’originale. La virgola è molto simile, al contrario di quanto riscontrato nel falso senza millesimo. Il tratteggio orizzontale soprastante è leggermente più lungo dovuto ad una irregolarità delle singole barrette. Infatti le prime quattro sono uguali e coincidenti all’originale, la quinta e la sesta sono leggermente spostate a destra, l’ottava è appena più lunga e la differenza comporta la maggiore lunghezza di questo carattere nell’imitazione.

ipzs prioritario falso del 2004

Figura 4 – in basso l’imitazione

La scritta I.P.Z.S. SPA – ROMA (figura 4) nell’imitazione (in basso) è molto nitida e le singole lettere sono decisamente molto simili all’originale, ad eccezione della S di IPZS che nell’imitazione è appena più schiacciata nelle curve alta e bassa. Anche la lunghezza complessiva della scritta è decisamente uguale.

tratteggio prioritario falso del 2004

Figura 5 – in basso l’imitazione

Il tratteggio verticale destro (figura 5, i tratteggi sono riportati in orizzontale) dell’imitazione (in basso nella figura) è decisamente uguale all’originale, ma se ne distingue per una maggiore irregolarità nella lunghezza dei singoli segmenti e per una leggerissima curvatura dell’intero tratteggio.

 posta prioritaria prioritario falso del 2004

Figura 6 – in basso l’imitazione

La scritta superiore “—- posta prioritaria” dell’imitazione (in basso) è fatta molto bene (figura 6). Le lettere di “posta” sono appena leggermente più grasse e solo la lettera “t” è leggermente diversa nella forma: la testa al di sopra della barretta orizzontale è leggermente più corta rispetto all’originale (v. LRA n. 62).

italia prioritario falso del 2004

Figura 7 – in basso l’imitazione

La scritta verticale sinistra “ITALIA” dell’imitazione (figura 7) (anche in questo caso in figura le scritte sono riportate in orizzontale) ha lunghezza appena diversa dall’originale dovuto ad un non allineamento delle lettere ITAL, in particolare si nota il disallineamento della T e della A. (LRA n. 62).

medaglione Posta prioritario falso del 2004

Figura 8 – l’imitazione è in basso nella fig 8a, a destra della figura 8b

Anche nel disco centrale è visibile una grande differenza. Nella figura 8a è evidente l’assenza dei giochi di ombre che caratterizzano l’originale (in alto); la stampa dell’imitazione è molto contrastata e piatta. Nella figura 8b è riportato un ingrandimento che mostra come il fondo del centro dell’originale (a sinistra) sia costituito da piccoli puntini grigi, mentre il fondo dell’imitazione è dato da una patina irregolare di colore grigio (LRA n. 62).

colore prioritario falso del 2004

Figura 9 – in basso l’imitazione

Anche il retino arancio utilizzato per il fondo è nettamente differente (figura 9). Nell’originale (metà superiore dell’immagine) il colore arancio si fa più acceso dal centro verso i lati del francobollo per una maggiore densità dei puntini colorati; nell’imitazione (metà inferiore dell’immagine) il colore è dato da una spalmatura irregolare di colore progressivamente più concentrata verso i lati. Un altro carattere ben visualizzabile è il bordo di separazione tra il colore arancio e la cornice esterna; nell’originale la separazione dei colori è seghettata, mentre nell’imitazione è diritta.

posta prioritaria prioritario falso del 2004

Figura 10 – l’imitazione è in basso

priority mail prioritario falso del 2004

Figura 11 – l’imitazione è in basso

Infine resta la bandella blu (figura 10). Nell’imitazione i caratteri sono leggermente più piccoli di circa mezzo millimetro tanto che ad occhio appaiono più magri; in proporzione lo è anche la linea bianca centrale. Le lettere “a” di “posta prioritaria” mostrano molto chiaramente la differenza nei due occhielli che le compongono. Lo stesso vale per la scritta Priority Mail (figura 11).

Conclusioni

Le osservazioni di dettaglio eseguite sull’imitazione del prioritario da € 0,60 millesimato 2004 hanno consentito di rilevare che la stampa è stata eseguita con il metodo della fotolitografia, noto anche come offset. Si tratta della stessa tipologia di stampa del falso senza millesimo; se ricordate nel caso del non millesimato la stampa è stata eseguite combinando sia la retinatura che il tratto pieno, in questo caso invece è stato utilizzato solo il metodo a tratto pieno. Concludendo, si può dire che i due falsi sono stati eseguiti con lo stesso procedimento di stampa, ma seguendo due metodologie differenti. Le leggere differenze sui caratteri farebbero pensare a due differenti produttori, ma ritengo che non siano sufficientemente significative.

 

IL 45c DONNE NELL’ARTE DENTELLATO 11¼

Nicola Cipriani – perito filatelico, Marcello Manelli e Claudio Manzati

La notizia più interessante dell’estate trascorsa è stato il ritrovamento di un francobollo da 45c donne nell’arte con una dentellatura 11¼ che ha fatto subito pensare ad un nuovo falso dopo quello dentellato 14×14¼ del quale Cipriani ha fornito, riteniamo, una esauriente descrizione ne La Ruota Alata n. 64. Ringraziamo quindi l’amico Stefano Finotti che gentilmente ha voluto condividere con noi questa bella scoperta che nasce nell’estate del 2007 quando, a seguito di un acquisto in eBay, gli veniva inviato il materiale ordinato con una Raccomandata affrancata con un blocco da 7 francobolli da 45 centesimi della Donna nell’Arte in data 31-5-07 (figura 1).

fig-1_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 1 – blocco di 7 con dentellatura lineare su busta datata 31.5.2007

Inizialmente la busta era passata inosservata anche al nostro amico, infatti e purtroppo molti di noi non considerano molto i comunissimi ordinari della tariffa lettera base che spesso senza molta attenzione finiscono nel cestino. Ma cari amici lasciatevi dire che un occhio distratto ma indirizzato bisogna sempre averlo. Pensate un po’ ai tanti ordinari estremamente comuni che presentano varietà di filigrana o dentellatura o altro che invece li trasformano in veri piccoli tesori ambiti da tutti noi. Siamo d’accordo, diciamo sempre che non ci capiterà mai, eppure vi assicuro che la costanza da i suoi frutti e molti di noi possono raccontarvi qualche storia vera e bella perché abbiamo sempre controllato ogni pezzo anche annoiandoci. Ma torniamo al nostro scopritore, dopo circa un mesetto, casualmente, riguardando la busta ha notato qualcosa di strano, non ben definibile immediatamente, ma quella sensazione ha causato una osservazione più attenta, fino ad individuare che la dentellatura non era la solita. Infatti il blocco di 7 della busta presenta l’intero angolo di foglio destro basso e normalmente questi francobolli non sono perforati lungo i bordi verticali come invece sono quelli in questione. Ma poi… la dentellatura non mostra gli angoli perfetti dei francobolli di questo tipo. “Accidenti è una dentellatura lineare!!” … “Ma cosa è, un falso o una varietà uscita dal poligrafico?” questa è stata la prima domanda che si è fatto il nostro amico il quale, dopo averci riflettuto un po’ su, ci ha anche scritto “… la carta, la filigrana stelle 4, la fluorescenza e la stampa mi sembrano assolutamente normali per questo tipo di emissione; ma la dentellatura è lineare e con due perforatori di diametro diverso, entrambi con passo 11¼!!”. Allora ci siamo fatti mandare tutto il materiale che vi riproduciamo nelle figure 2÷8 ed è quindi iniziato lo studio dettagliato di “questa donna affascinante” (parole di Finotti). Il contatto successivo con il mittente della lettera, molto probabilmente non filatelista, permetteva di recuperare tutti i francobolli disponibili che, a detta del venditore, erano stati acquistati su un banchetto di un mercatino domenicale a Roma. Non sappiamo quanti di questi francobolli siano stati utilizzati per gli invii fino al momento della loro scoperta. Purtroppo questo rimarrà un punto interrogativo. Ad ogni modo il lotto recuperato è composto da 148 esemplari sia in grandi blocchi che quartine, coppie e singoli. Spiccano nel lotto tre coppie bordo di foglio destro ed una quartina angolo di foglio destro basso non dentellati lungo il bordo destro del foglio. Il lotto complessivo è composto da:

1. busta con un blocco di 7 angolo di foglio destro basso (figura 1)
2. blocco di 60 (parte inferiore del foglio) (figura 2)
3. blocco di 18 esemplari (tre strisce verticali di 6) bordo di foglio a sinistra (figura 3)
4. blocco di 18 composto da tre strisce verticali di 6 (figura 3)
5. blocco di 12 composto da tre strisce verticali di 4 (figura 3)
6. striscia verticale di 6 bordo di foglio a destra (figura 3)
7. quartina (figura 3)
8. quartina angolo di foglio destro basso (figura 4)
9. quartina angolo di foglio sinistro basso (figura 5)
10. una coppia (figura 6)
11. un singolo bordo di foglio dex, posizione 80 (figura 4)
12. 2 singoli (figura 3 e figura 7)
13. quattro blocchi bordo di foglio a destra non dentellati lungo il bordo del foglio: quartina angolo di foglio destro basso (posizioni 89-100) e 3 coppie nelle posizioni 59-60 (con quadrato nero), 69-70 e 79-80 (con triangolo di registro del colore viola) (figura 8)

fig-2_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 2 – blocco di 60 parte inferiore di foglio

fig-3_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 3 – blocco di 59 ricostruito sempre parte inferio-re di foglio

fig-4_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 4 – blocco ricostruito di 5 angolo di foglio destro basso

fig-5_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 5 – quartina angolo di foglio sinistro basso

fig-6_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 6 – coppia

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Figura 7 – singolo

fig-8_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 8 – blocco di 10 ricostru-ito con bordo destro di foglio non dentellato

I blocchi dei punti 3, 4, 5, 6 e 7 ai quali si aggiunge un singolo fanno parte della stessa porzione di foglio, come si può evidenziare accostandoli tra loro (figura 3). Anche questo, quindi, doveva essere un blocco intero parte inferiore del foglio in cui la fila 91-100 è stata interessata dal taglio della lama. Invece i blocchi di cui ai punti 8 e 11 provengono dallo stesso blocco (figura 4). Anche i piccoli blocchi descritti al punto 13 fanno parte tutti dello stesso blocco (figura 8), nell’ordine come sono stati descritti, e corrispondono alle posizioni 59-100. Di questo blocco, se il taglio del foglio comprendeva anche in questo caso 6 francobolli in verticale, mancherebbe una coppia non dentellata a destra.

La composizione dei blocchi fa supporre che essi derivino da normali fogli di 100 esemplari, inoltre, sia la presenza dei blocchi non dentellati lungo il bordo destro del foglio (posizioni 59-100) che quella di altri blocchi con bordo di foglio destro, ci dicono che il materiale dovrebbe provenire da almeno quattro distinti fogli o da spezzoni di fogli diversi tutti dentellati e da uno non dentellato lungo il bordo destro del foglio, per un totale di 5 spezzoni di foglio. Ci aiutano in questa valutazione i simboli di registro dei colori sul bordo destro. Gli stessi sono presenti nel blocco di 7 sulla busta (figura 1), nel blocco da 60 (figura 2), nella striscia verticale di 6 con bdf destro (figura 3 6), nella quartina + singolo b.d.f. destro (figura 4) e nella quartina non dentellata a destra (figura 8).

La caratteristica di tutto il lotto è che non dovrebbero esistere strisce verticali con più di 6 francobolli, infatti i grandi blocchi di questo lotto sono delimitati in alto ed in basso da due vistosi tagli di lama da tipografia ben evidenziabili dai francobolli tagliati che delimitano i blocchi. Anche quelli con bordo di foglio basso presentano la stessa caratteristica, infatti questo non è mai intero ma interessato dai tagli a varia altezza. L’altezza dei blocchi visionati è di 18,20 cm a sinistra e di 18,45 a destra, si può intuire come i fogli siano stati messi sotto la lama senza una grande attenzione.

Se ipotizziamo che i blocchi originari fossero stati tutti di 60 francobolli parte bassa del foglio, con o senza bordo, e che siano stati in numero di 5, i francobolli di questo tipo in origine avrebbe dovuto essere un totale di 300, sulla base di questa ipotesi, mancherebbero all’appello 152 francobolli. Preciso che abbiamo fatto un calcolo molto ipotetico anche se siamo partiti da una base logica, ma non sappiamo se gli spezzoni di foglio siano stati 5 o in numero maggiore. Inoltre non sappiamo se il venditore al banchino del mercatino domenicale li ha venduti a Finotti tutti in blocco o solo in parte.

Osservando questi francobolli, l’impatto maggiore è dato senz’altro dalla dentellatura lineare con perforazione 11¼ che fa subito pensare ad un falso di buona fattura dato che la vignetta appare decisamente simile all’originale. In effetti, come anticipato nel numero 65 de La Ruota Alata e nel notiziario CIFO di Dicembre, la vignetta è realmente originale, come potrete realizzare proseguendo la lettura. Ad ogni modo da una attenta analisi della dentellatura si evince che:

1- il perforatore è del tipo “lineare” con passo decimale 11,2 scarso; la sequenza e la dimensione dei fori sono irregolari tanto che in alcune zone si possono leggere valori differenti.
2- i perforatori lineari utilizzati dal Poligrafico dello Stato durante il periodo repubblicano hanno un passo decimale di 11,3.
3- si nota una discrepanza fra maschio e femmina dei punzoni che compongono il perforatore, ciò si può dedurre dalla leggera sbavatura nel contorno dei fori chiaramente visibile al verso dei francobolli. Da questi caratteri si può anche dedurre che il perforatore è fortemente usurato e/o di scarsa qualità e comunque di attrezzature non ben manutenute. Tutto si può dire del Poligrafico, ma certamente la qualità delle attrezzature è indiscutibile.

Conclusione la perforazione è molto probabilmente avvenuta all’esterno del Poligrafico, ed eseguita da privati.

fig-9_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 9 Confronto tra il dentellato 11¼ (a sinistra) e l’originale

Nella figura 9 sono messi a confronto il francobollo dentellato 11¼ (a sinistra) con quello originale (a destra). A prima vista si nota una stampa un po’ più secca visibile da punti di discontinuità di alcune righe, ma aguzzando bene la vista alla ricerca di differenze, bisogna riconoscere che proprio non se ne vedono, a parte una leggera, ma normale, differenza di tono di colore. Tra l’altro, casualmente l’originale ha le stesse sbavature di colore nero sul collo e questo sembra già abbastanza sintomatico.

fig-10_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 10 – confronto fra la spaziatura orizzontale

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Figura 11 – confronto fra la spaziatura verticale

Partiamo dalle dimensioni. Le vignette di entrambi i francobolli non solo hanno le stesse dimensioni, ma hanno anche la stessa spaziatura (figura 10 e 11).

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Figura 12 – scritte sulla cimosa lato sinistro del foglio

fig-13_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 13 – ingrandimento di parte della figura precedente

 

Inoltre sia gli ornati che le scritte sulla cimosa sinistra “Il Foglio di Cento ….” hanno le stesse dimensioni e lo stesso carattere puntinato a losanghe come mettono in evidenza la figura 12 ed il particolare ingrandito di figura 13.

fig-15_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 15 – confronto tra i simboli di registro dei colori

fig-14_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 14 – confron-to tra le scritte sulla cimosa destra

Nelle figure 14 e 15 vengono invece messe a confronto le scritte ed i simboli presenti lungo la cimosa destra. Si nota subito come il rettangolo nero, il numero del foglio ed il codice a barre non occupano la stessa posizione. Questa cosa non deve sorprendere perché la loro posizione in tanti altri francobolli è spesso stata molto ballerina in quanto dipende dalla tiratura la quale, nel caso di un ordinario di tariffa lettere e non solo ne ha sempre avute tante.

Il codice a barre è la traduzione del numero del foglio in cifre e pertanto lo spessore e la successione delle barrette cambia da foglio a foglio. Il tipo di stampa e la posizione delle figure geometriche che evidenziano il registro dei colori è invece perfettamente identico nei due francobolli. Infatti la stampa è costituita da piccole losanghe in calcografia ed i simboli di registro occupano la stessa posizione rispetto ai francobolli e, di conseguenza, hanno anche la stessa distanza tra loro (figura 15).

A questo punto analizziamo le vignette dei francobolli con lo stesso metodo utilizzato da Cipriani nella descrizione del falso dentellato 14×14¼ e vi consigliamo, se avete il n. 64 de La Ruota Alata, di confrontare anche le figure di questo falso.

fig-16_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 16 – colore violetto (il dentellato 11¼ a sinistra)

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Figura 17 – colore ciano (il dentellato 11¼ a sinistra)

fig-18_45c Donne Nell’Arte dentellato 11,25

Figura 18 – colore nero (il dentellato 11¼ a sinistra)

Nelle figure 16, 17 e 18 sono riportate le immagini rispettivamente del colore violetto, del ciano e del nero. Anche in questo caso possiamo affermare che non ci sono proprio differenze tra i due francobolli.

A questo punto pensiamo che tutti i lettori siano d’accordo con noi nel dire che questo francobollo non può che essere autentico, a parte, naturalmente la perforazione. Quali conclusioni trarre? Anche più di una volendo e potremmo sbizzarrirci, ma sicuramente tutte molto poco credibili a parte una. Visto che al Poligrafico non vengono più usati “strani” perforatori si deve pensare che questa operazione sia “postuma”. Conclusioni: il nostro dentellato 11¼ è autentico solo nella stampa. Questo francobollo doveva far parte di alcuni fogli scartati come refusi di stampa, probabilmente non dentellati i quali fogli sono stati successivamente tagliati in due o tre parti mediante lama da tipografia per poter essere poi indirizzati verso il macero. Qualcuno probabilmente conoscendo il mercato collezionistico ne ha intuito l’interesse e ne ha asportato alcuni frammenti. Non ha importanza indagare su chi, come, quando, e perché siano stati perforati, di sicuro se non fosse stata eseguita questa perforazione i francobolli sarebbero stati certamente molto più interessanti, visto che non sono noti imperforati.

IL CARNET PRIORITARIO DI 4 FRANCOBOLLI DA €0,62 DEL 2001

Di Nicola Cipriani – Perito filatelico

Il carnet prioritario

Proseguendo lo studio sui francobolli prioritari, vi descrivo l’emissione 2001 in carnet da 4 francobolli. In realtà ero partito con un’altra idea: fare il confronto tra i francobolli del carnet e quelli in foglio; ma strada facendo ho dovuto modificare il tiro. Ero infatti partito dall’ipotesi che i francobolli del carnet potessero presentare piccole differenze rispetto a quelli in fogli da 28. Avevo notato da tempo alcuni piccoli particolari che però avevo lasciato nel cassetto. Il recente studio sul falso prioritario da € 0,60 mi ha stimolato a riprendere quella vecchia ipotesi. Ho iniziato a fare il confronto di alcuni particolari e sono emerse alcune differenze abbastanza evidenti, ma per scrupolo ho voluto verificare se nel carnet tutti gli esemplari fossero perfettamente identici. Ebbene, non ci crederete, ma non sono affatto uguali.

Siete sbalorditi, vero? Lo sono stato anch’io, eppure è proprio così. Vi descrivo quindi le caratteristiche dei francobolli del carnet rinviando ad una prossima pubblicazione il confronto tra questi e quelli provenienti da foglio. Quanto di seguito comunicato è stato verificato su 10 carnet in mio possesso. Questo numero è certamente piccolo rispetto alla tiratura, ma bisogna riconoscere che o io ho in mano solo varietà, ma mi sembra poco probabile, o tutta (o gran parte) la tiratura presenta questo carattere. Tengo anche a precisare che questo studio ha solo valore di ricerca con l’unico scopo di portare un contributo alle conoscenze filateliche in generale, non vuole assolutamente avere valenze nei confronti della loro catalogazione.

Il computer per sovrapporre i dettagli dei francobolli

Innanzitutto bisogna dire che quanto sono riuscito a mettere in evidenza non è facilmente osservabile con una semplice lente in quanto occorre molta precisione nel sovrapporre due francobolli. E’ molto facile invece con il computer che consente di fare repliche dei particolari ed accostarli tra loro. Ma vediamo un po’ cosa è venuto fuori.

Descrizione del carnet

Come sapete i quattro francobolli del carnet sono posizionati in “striscia orizzontale” di quattro, li ho numerati a partire da sinistra, quindi il numero 1 è quello attaccato alla copertina del carnet e la numerazione prosegue verso destra (figura 1).

fig-1_ carnet prioritario di 4 francobolli carnet 2001

Figura 1 – il carnet emissione 2001

Nelle figure che seguono ho riportato solo i caratteri in cui ho riscontrato le differenze più evidenti: la parte superiore del francobollo, la scritta IPZS ROMA – 2001 e la scritta “posta prioritaria” della fascetta blu. Tutte le figure riportano il particolare del francobollo n. 1 in basso.

fig-2_carnet prioritario di 4 francobolli confonto

Figura 2 – confronto tra la lunghezza del 1° francobollo e quella degli altri in posizione 2, 3 e 4 all’interno del carnet

Nelle figure 2a, b, c è riportata la parte superiore del francobollo che contiene la scritta “——posta prioritaria”; in queste, l’immagine del francobollo n. 1 è riportata in basso e messa a confronto con la stessa dei francobolli in posizione 2, 3 e 4. Le sbarrette nere aiutano a mettere in linea sulla sinistra i francobolli, mentre quelle a destra consentono di rilevare le differenze di lunghezza. Come si può vedere, le posizioni 1 e 2 differiscono in modo molto poco percettibile, questa differenza potrebbe essere considerata nulla e rientrare nella tolleranza della stampa. Ma questa differenza di lunghezza è crescente proseguendo con l’analisi dei francobolli successivi (figura 2b e 2c), quindi, anche se minima, questa differenza ha un suo significato. Infatti nelle figure, non solo si nota la lunghezza crescente delle scritte, ma si nota anche che a questa variazione è interessata tutta la dimensione del francobollo, come si evince osservando il riquadro scuro che delimita il disegno.

fig-3_carnet carnet prioritario di 4 francobolli 2001 variazione

Figura 3 – variazione della lunghezza della scritta IPZS ROMA – 2001 nei francobolli da carnet

fig-4_carnet carnet prioritario di 4 francobolli 2001 variazione

Figura 4 – variazione della lunghezza della scritta “postaprioritaria” nell’etichetta blu dei francobolli da carnet

La stessa caratteristica si nota sia nella scritta bassa “IPZS ROMA – 2001”, sia nella scritta “posta prioritaria” della fascetta blu come si può notare osservando le figure 3 e 4. Ho provato anche a verificare eventuali differenze lungo i lati verticali dei francobolli, ma non sembrano esserci.

Anche nel caso delle figure 3 e 4, l’ aumento della lunghezza delle scritte è messo in evidenza dalle sbarrette nere, passando dal francobollo in posizione 1 a quelle successive. Nella figura 3 si nota anche come nella posizione 4 manchi la sbarretta tra IPZS e ROMA. Nei 10 carnet che ho potuto analizzare si osserva saltuariamente la mancanza di una o entrambe le sbarrette; tale mancanza sembra non avere una regola. D’altronde questa caratteristica è nota anche nei francobolli da foglio.

Riflessioni sul carnet

La prima domanda che viene in mente è sicuramente: ma come potrà essere venuta fuori una cosa del genere? Effettivamente non è facile dare una risposta. Penso che le spiegazioni potrebbero essere più di una, ma al momento mi è difficile darne in quanto non conosco con dettaglio il procedimento utilizzato dal Poligrafico per la replica dell’immagine base di questo prioritario e la sua riproduzione sul foglio per la stampa dei carnet.

Molto probabilmente tutta la parte grafica è stata preparata utilizzando un software di grafica, il file così ottenuto è stato inserito poi nel computer della macchina da stampa. In questo quadro credo che l’unica spiegazione possa essere individuata nel procedimento di trasposizione della prima immagine base nelle quattro posizioni del carnet, successivamente le quattro posizioni dovrebbero essere state riprese tutte insieme per essere replicate fino a completare il foglio base (che impropriamente potremmo chiamare “cliché”) per la stampa. Se così fosse, l’allungamento progressivo osservato in questi francobolli dovrebbe essere stato causato accidentalmente durante la fase di trasposizione dell’immagine base sulle tre posizioni successive a completare il disegno del carnet.

Questo “inconveniente” potrebbe essere meglio compreso se si conoscesse il software da disegno utilizzato. Infatti è possibile una impercettibile traslazione dell’immagine dopo un “copia/incolla” e un aggiustamento dell’allineamento con la prima immagine. Se ripetiamo la stessa manovra con la posizione 3, copiando dalla 2 e con la posizione 4, copiando dalla 3, possiamo portarci dietro un errore che si amplifica progressivamente. D’altronde troverei strano che il computer della macchina da stampa possa aver distorto l’immagine del “cliché” , a meno di un errore manuale durante l’inserimento ed il controllo dell’immagine prima della stampa. In questo caso però l’allungamento avrebbe dovuto interessare tutto il “clichè” senza produrre distorsioni progressive al suo interno.

Conclusione

Forse la spiegazione più corretta potrebbe essere data con maggiore certezza conoscendo le procedure adottate dal Poligrafico. Chi desidera può portare il proprio contributo.

IL 45 CENT “DONNE NELL’ARTE” FALSO

Nicola Cipriani – Perito filatelico – il 45 C “Donne nell’arte” falso

Il francobollo da 45 C “Donne nell’arte” falso

Nel numero 59 de “La Ruota Alata” sono state pubblicate due immagini del 45 c. “Donne nell’Arte” falso: una coppia verticale nuova in cui è messa in evidenza la perforazione a pettine basso ed una busta con ben 6 esemplari usati, con un 3 euro del primo volo, a coprire la tassa di assicurazione. Di questo francobollo vengono fornite alcune informazioni relative alla sua scoperta che risale a circa un anno fa. Si parla di un falso insidioso per la cura della stampa e con una dentellatura 14 x 14¼ invece di 13½ x 13¼. La dentellatura è stata praticata con un perforatore a pettine basso, abbastanza consumato, del tipo “modificato” (con un ago sul lato superiore del pettine).

La notizia è ripresa anche da “Il Collezionista” (n. 11-07) in cui si parla di stampa rotocalcografica e di carta più scadente e ricca di fibre. C’è da aggiungere anche che la carta non è filigranata, ma, presenta una fluorescenza gialla in patina. Alla luce viola, il colore fluorescente mostra, in negativo, le impronte delle stelle conferendo al francobollo una filigrana apparente, visibile meglio sul recto che sul verso del francobollo. Nei punti da rimarcare (tra i capelli, sul viso, sul fondo e sul tralcio) sono stati utilizzati sottili tratti neri in modo da simulare meglio l’effetto a rilievo della calcografia.
In effetti ad uno sguardo veloce, questo falso può facilmente passare inosservato, ma, se lo guardiamo con attenzione ci rendiamo conto abbastanza facilmente che la stampa appare molto appiattita. Questo carattere risalta ancora maggiormente se poi poniamo a confronto il falso con l’originale. Non tanto per il tono del violetto che, anche se un po’ diverso, non è poi così lontano da quello di alcune delle numerose ristampe di questo francobollo, quanto per la differenza tra la stampa morbida e sfumata dell’originale e la piattezza veramente poco vitale del falso (figura 1).

45 C Donne nell'arte falso fig-1

Figura 1 – confronto falso/originale del 45c Donne nell’Arte.

Una analisi dettagliata del francobollo falso e del francobollo originale

Ma passiamo ad analizzare con più attenzione i due francobolli che, nelle immagini che seguono, mostrano sempre il falso a sinistra e l’originale a destra. Innanzitutto proviamo ad osservarli con un maggiore contrasto, procedimento che tende sia ad aumentare lo stacco tra il colore ed il fondo sia ad annichilire i tratti più piccoli e più sottili (figura 2).

45 C Donne nell'arte falso fig-2

Figura 2 – l’attenuazione dei tratti più sottili rende più luminoso il viso nel francobollo originale, effetto che invece è molto attenuato nel falso.

Come si può vedere, con questo effetto, nell’originale viene esaltata la morbidezza del disegno e la raffinatezza dei tratti proprio per le loro differenze di intensità e di larghezza. Caratteri che conferiscono quella morbidezza di cui abbiamo accennato. Nel francobollo falso, invece, l’immagine schiarisce leggermente rimanendo sempre piuttosto appiattita. Questo carattere è molto ben visibile sia nei capelli (le cui ciocche, a parte un leggero schiarimento, rimangono molto simili a quelle della figura 1), sia nel viso. L’immagine risulta leggermente più chiara, non per la perdita delle linee meno incise (che non ci sono) ma unicamente per l’aumentato contrasto tra le linee di colore ed il fondo.

45 C Donne nell'arte falso fig-3

Figura 3 – confronto tra le due immagini del solo colore violetto del falso (a sinistra) e dell’originale (a destra)

Passiamo ora ad analizzare i singoli colori. Nella figura 3 è riportato il solo colore violetto e la differenza, questa volta, tra le due immagini non lascia adito ad alcuna perplessità. La piattezza del falso appare in tutta la sua consistenza, sembra quasi uno scarabocchio rispetto all’originale che invece continua a mostrare tutta la sua morbidezza.

45 C Donne nell'arte falso fig-4

Figura 4 – la componente blu del tralcio

45 C Donne nell'arte falso fig-5

Figura 5 – la componente ciano del tralcio

Nelle figure 4 e 5 sono riportate due componenti cromatiche del tralcio floreale: il blu (figura 4) ed il ciano (figura 5). Il tono del grigio delle figure è proporzionale alla quantità di colore utilizzato, ciò vuol dire che a toni chiari corrisponde meno colore, viceversa, a toni scuri maggiore colore. Per quanto riguarda il blu, nell’originale questo colore risulta più nitido ma poco più intenso rispetto al falso (a sinistra). Si nota comunque la maggiore morbidezza del tratto. Anche l’immagine del viso per questo colore appare molto differente anche se in entrambi i casi è molto chiara.
Il ciano, invece, mostra una maggiore differenza dei toni, il francobollo originale questa volta ne contiene una quantità decisamente minore rispetto al falso, come mette in evidenza la sua colorazione grigia decisamente più chiara.

45 C Donne nell'arte falso fig-6

Figura 6 – il colore nero delle scritte e la distribuzione della componente nera negli altri colori

Per quanto riguarda il colore nero delle scritte (figura 6), non si riesce a mettere in risalto alcuna differenza. Tra l’altro anche gli stessi caratteri sono stati imitati molto bene. Qualcosa di più, invece, è visibile se osserviamo le immagini nel loro complesso. Come si può notare, infatti, l’immagine del falso appare più evidente di quella dell’originale, sia per quanto riguarda il viso che il tralcio ed il fondo. Questo effetto è per la maggior parte dovuto alle sottili linee nere utilizzate nell’imitazione per esaltare l’immagine. I piccoli tratti neri menzionati nella riproduzione sono stati utilizzati per evidenziare alcuni tratti come le labbra, gli occhi, il bordo del viso, alcune ciocche di capelli, alcuni tratti del fondo rigato e del tralcio floreale e conferire loro un effetto a rilievo. Queste sottili linee nere sono ben visibile con una semplice lente.

Analisi della carta del francobollo da 45 C “Donne nell’arte” falso

Infine, la carta è più porosa e di colore bianco opaco, caratteri che ben distinguono l’imitazione; anche i fori della dentellatura, pur fatta con aghi a diametro adeguato, a causa della carta più filamentosa, non hanno contorno ben netto.

Conclusioni

Concludendo, possiamo dire che il francobollo falso da 45 c. “Donne nell’Arte” è stato realizzato molto bene e può facilmente ingannare, ma il sistema di stampa utilizzato simula grossolanamente la calcografia, senza riuscire a conferire all’immagine quella delicatezza che spesso il metodo a rilievo riesce a fornire. Inoltre i colori utilizzati sono sostanzialmente diversi anche se il risultato ottenuto si avvicina molto all’originale. Oltre naturalmente alla dentellatura ed alla filigrana, può essere riconosciuto anche con il semplice passaggio delle dita sull’immagine non presentando la tipica rugosità della stampa calcografica. Chi è dotato di una vista più sensibile (l’occhio umano è un eccellente spettrografo) è naturalmente avvantaggiato e può riconoscerlo immediatamente

IL FRANCOBOLLO PRIORITARIO FALSO DA 0,60€ – CONFRONTO CON L’ORIGINALE

Nicola Cipriani – 24.11.2007 – Da alcuni mesi sono noti prioritari falsi da 60 centesimi, ne avevo avuto notizia, ma, fino ad oggi, non li avevo ancora visti. Esistono due tipi differenti di falsi; personalmente ho avuto occasione di studiare un francobollo prioritario falso usato nel distretto di Milano che vi descrivo (figura 1).

francobollo prioritario falso 60c

figura 1 – Confronto tra un originale (in basso) e l’imitazione (in alto)

Nel complesso il tipo in mio possesso ha un’apparenza molto simile all’originale e, se non fosse stato per la fustellatura, macroscopicamente diversa, sarebbe passato inosservato anche a me che sto studiando i prioritari ormai da qualche anno. Questo per dire che un po’ ho abituato l’occhio alla ricerca di piccoli particolari.

I dentelli della fustellatura e altri dettagli macroscopici

Come accennato, la stampa è stata eseguita molto bene tanto che a colpo d’occhio si può essere facilmente ingannati, un occhio attento però nota subito che i “dentelli” della fustellatura sono molto più larghi dell’originale dando forma non a degli pseudo denti, ma ad una ondulazione. Ad un occhio distratto è certamente un particolare che può sfuggire. Se fosse stato utilizzato un metodo di taglio più simile alla fustellatura usata dal Poligrafico dello Stato, certamente la scoperta di questo falso sarebbe stata molto più difficoltosa. Un altra caratteristica dell’imitazione è la mancanza del disco interferenziale di colore oro, la sua assenza non si nota facilmente perché la stampa è abbastanza lucida tanto da attenuare la differenza con l’originale. Bisogna anche dire che negli originali il disco interferenziale è visibile solo con un particolare angolo di incidenza della luce.

I dettagli microscopici del francobollo prioritario falso

Entriamo nella descrizione per mettere in risalto altre differenze che caratterizzano l’imitazione, prima però di entrare nel merito, desidero precisare che gli strumenti ad alta tecnologia oggi sono a disposizione di tutti, sia di chi li usa per scopi deputati, sia di chi invece si ingegna nel tentativo di mettere in atto frodi. Nello stesso tempo questa tecnologia aiuta anche noi che studiamo i francobolli, attraverso questi strumenti tecnologici riusciamo a fornire, quando ci riusciamo, le giuste informazioni per mettere in risalto la frode. Per il collezionista che necessita talora di osservazioni veloci, è comunque sufficiente una semplicissima tecnologia: una lente 10x consente di rilevare tutte le caratteristiche presentate nelle figure che seguono.

Osservando con più attenzione e confrontando l’originale con il francobollo prioritario falso, si riscontra, nella seconda, una stampa dei caratteri di colore bruno leggermente più nitida. Questa caratteristica possono presentarla anche alcuni originali, ma, in genere la stampa in rotocalco, per propria caratteristica si presenta molto più frequentemente con contorni non netti. Un buon osservatore aiutato dalla solita lente (10x) può facilmente osservare quanto detto. Ad ogni modo, come mio solito, mi sono messo di buona lena a studiare questa imitazione con il computer e volentieri fornisco ai lettori le informazioni che sono riuscito a tirare fuori.
Ho preso in considerazione tutti i particolari che caratterizzano il prioritario da 60 centesimi: le scritte, il fondo arancio e il disco centrale, nelle figure di corredo a questa nota sono riportati ciascun particolare dell’imitazione confrontato con lo stesso dell’originale.

fig-2_2-prioritario falso e originale 60c

Fig. 2 – in alto l’imitazione

Nella figura 2 sono messe a confronto le scritte € 0,60 e la linea tratteggiata che la sovrasta. La di euro è marcatamente differente nella forma: nell’imitazione (in alto) è leggermente ovale. La virgola è composta da un punto quadrato con un sottile baffo verso il basso, al contrario nell’originale la € è circolare e la virgola è composta da un baffo largo senza la testa quadrata. Il tratteggio orizzontale soprastante è preciso nella posizione, ma il carattere è leggermente più spesso rispetto all’originale.

prioritario vero e falso IPZS 60c

Fig. 3 – in alto l’imitazione

La scritta I.P.Z.S. SPA – ROMA (figura 3) nell’imitazione (in alto) è molto nitida e le singole lettere, anche se molto simili sono leggermente differenti, particolarmente evidenti sono entrambe le S e la R di ROMA. I puntini tra le lettere sono dei quadratini perfetti, nell’originale invece sono molto più irregolari, come pure la barretta di separazione SpA – ROMA. La lunghezza complessiva della scritta è identica, mentre quella della sola sigla I.P.Z.S. è più larga nell’imitazione tanto che le singole lettere non sono sovrapponibili.

 francobollo prioritario falso tratteggio

Fig. 4 – in alto l’imitazione

Il tratteggio verticale destro (figura 4, i tratteggi sono riportati in orizzontale) dell’imitazione (in alto nella figura) è appena più corto di quello originale, inoltre rimane la differenza nella larghezza del carattere.

 francobollo prioritario falso posta

Fig. 5 – in alto l’imitazione

La scritta superiore “—- posta prioritaria” del francobollo prioritario falso (in alto) è fatta molto bene (figura 5). Le lettere di “posta” sono appena leggermente più grasse e solo le lettere “t” sono leggermente diverse nella forma: nell’originale hanno la testa quasi piatta, nell’imitazione invece è più appuntita. Al solito il tratteggio si presenta di spessore leggermente maggiore rispetto all’originale.

francobollo prioritario falso italia 60c

Fig. 6 – in alto l’imitazione

La scritta verticale sinistra “ITALIA” dell’imitazione (anche in questo caso in figura le scritte sono riportate in orizzontale) ha lunghezza molto simile all’originale ma le singole lettere non hanno la medesima spaziatura (figura 6). Nell’imitazione (in alto) le lettere ALI sono disallineate verso l’alto (verso destra nella figura) rispetto all’originale. Anche in questo caso il tratteggio ha spessore leggermente maggiore.

fig-7_2-francobollo prioritario falso dischi 60c

Fig. 7 – a sinistra l’imitazione

Il disco centrale è decisamente differente: nell’imitazione i puntini neri del retino sono molto più grandi di quelli dell’originale, anche se le loro ridotte dimensioni non rendono evidente questo carattere (figura 7).

fig-8_2-francobollo prioritario falso grana 60c

Fig. 8 – in alto l’imitazione

Anche il retino arancio utilizzato per il fondo è nettamente differente (figura 8). Nell’originale (metà inferiore dell’immagine) il colore arancio si fa più acceso verso i lati (verso sinistra nella figura) per una maggiore densità dei puntini colorati; nel francobollo prioritario falso (metà superiore dell’immagine) si passa da una zona a puntini colorati radi ad una zona più marcata di colore dato da un grigliato di colore pieno interrotto da puntini bianchi a dimensione via via minore spostandosi verso il bordo del francobollo (verso sinistra nella figura).

Conclusione sul metodo di falsificazione

Le osservazioni di dettaglio eseguite sul francobollo prioritario falso da € 0,60 hanno consentito di rilevare che la stampa è stata eseguita con il metodo della fotolitografia, noto anche come Stampa offset. Questa tipologia di stampa usa una retinatura con concentrazioni (percentuali) variabili di punti di colore. Fino alla concentrazione del 55-60% i punti di colore sono separati tra loro, per concentrazioni maggiori, i punti sono a contatto tra di loro dando luogo ad una griglia le cui falle bianche appaiono come punti. Questo metodo di stampa può essere eseguito anche a tratto pieno che sembra essere stato utilizzato per le scritte e per la cornice di colore dorato.

Ringraziamenti: desidero ringraziare Franco Moscadelli per le informazioni sulle metodologie di stampa.

 

IL 41c DELLA SERIE ORDINARIA “LA DONNA NELL’ARTE”

Prof. Nicola Cipriani

Il 41c serie ordinaria la donna nell’arte

Dopo 18 lunghi anni di vita, la serie ordinaria “Castelli d’Italia” è stata sostituita dalla serie ordinaria “Donne nell’arte” l’8 luglio 1998. Questa serie ha vissuto la rivoluzione monetaria europea e, quindi, ha subito tre ristampe riconoscibili dal valore espresso in Lire, in doppia moneta ed infine solo in Euro. Quest’ultima versione in euro ha vissuto anche la trasformazione dell’IPZS in Società per Azioni e l’allestimento in altra sede di tre nuove macchine di stampa Goebel (BRMt359P, BRMs359P e Cellini) che rappresentano l’ammodernamento della stamperia del Poligrafico dello Stato. In conseguenza di questa evoluzione aziendale si sono avute variazioni nella produzione delle carte valori,  tanto che di questa serie ne esistono due differenti versioni riconoscibili principalmente dall’aggiunta della sigla societaria (SpA) alla destra di IPZS e dalla differente metodologia di perforazione con conseguente differenza del valore della dentellatura. Fanno eccezione due francobolli: il valore da € 0,77 che non ha l’aggiunta di “SpA”, ma ha la nuova perforazione con piastra e quello da € 0,41 che ha l’aggiunta di “SpA” sia nella versione prodotta con le vecchie Goebel (BRM-t-350P e BRM-s-350P) e perforazione a pettine, che in quella prodotta con le nuove Goebel che monta il nuovo sistema di perforazione a piastra della APS-Epikos. Colleghi solerti sono riusciti, a suo tempo, ad avere notizie relative al nuovo sistema di perforazione (La Ruota Alata n.47 ed Il Francobollo Incatenato n.130). Restringendo le argomentazioni di questa nota al solo valore da € 0,41, possiamo dire che si conoscono di questo esemplare ben 5 versioni:

  • Lire
  • doppia moneta Lire/Euro
  • Euro senza spa
  • Euro con spa con perforatore a pettine
  • Euro con spa con perforatore a piastra e nuovo valore della dentellatura

Analizzando attentamente queste cinque versioni possiamo notare alcuni caratteri interessanti che ci consentono di distinguere le varie emissioni, nonché aggiungere una seconda tiratura all’ultima emissione, come vedremo più avanti, che porta a 6 i differenti tipi di questo francobollo (fig.1).

41c serie ordinaria la donna nell'arte

Figura 1 – Le sei tirature del 41 c. Donne nell’Arte

Emissione Lire e Lire/Euro (n. 1 e 2 nelle figure)

Le versioni solo lire ed euro/lire sono praticamente identiche, esse differiscono solo per la moneta. La stampa di questi francobolli è molto delicata, fine e morbida; nell’insieme appare un disegno ben curato e piacevole. Il losangato di fondo è nitido solo nella parte alta e sfuma dolcemente verso il basso fino ad annullarsi; nel complesso il volto spicca sul losangato. C’è una piccola differenza sulla dimensione della scritta “IPZS ROMA F TULLI”, leggermente più larga nel tipo a doppia moneta (fig. 2).

Emissione Euro senza “SPA” (n. 3 nelle figure)

Le scritte ub ditta

Figura 2 – Le scritte ub ditta

La prima versione solo euro, rispetto alle due precedenti, ha la scritta “IPZS ROMA F TULLI” leggermente più corta e con caratteri differenti, contemporaneamente la sigla IPZS è espansa e TULLI è invece più compresso rispetto alle due tirature precedenti (fig. 2). La punta del piede destro dell’ultima A di ITALIA (fig.1) è un caso, probabilmente da rintracciare sul foglio, e potrebbe essere comune ad altre tirature. Oltre alle piccole scritte in basso, questa versione differisce dalle precedenti per una impronta di stampa più marcata tanto che alcuni particolari appaiono più “duri” ed evidenti, probabilmente prodotti da una replica fotografica grossolana del bozzetto/clichet originario.

Le differenze evidenti rispetto alle due emissioni precedenti sono:

  1. tratti “in più” a sinistra del mento (fig. 3),
  2. una linea bianca separa il profilo dei capelli a sinistra dal rigato del fondo (fig. 3),
  3. la chioma destra mostra le due ciocche, a sviluppo verticale, separate da una linea bianca evidente (fig. 5),
  4. la spalla destra ha il disegno  a tratteggio che si avvicina maggiormente al valore € 0,41 (fig. 6).
La parte sinistra del viso delle Donne nell'Arte

Figura 3 – la parte sinistra del viso

Emissione Euro con “SpA” dentellatura 14×131/4 con perforatore a pettine (n. 4 nelle figure)

Questa tiratura ha lo stesso metodo di perforazione di tutte le precedenti emissioni “Donne nell’arte”, si tratta di un perforatore a pettine il quale è stato utilizzato sia con traslazione verso l’alto che verso il basso; tra i due, il perforatore verso l’alto è quello meno comune in tutte le emissioni.

Questa tiratura dovrebbe differire solo per l’aggiunta di “SpA”, in realtà le differenze con le precedenti, ed in particolare con l’ultima, sono numerose. Nelle linee generali questa emissione ha una impronta di stampa più rozza e pesante della precedente (3a emissione).

Le sei tirature del 41 c. Donne nell’Arte - particolare della testa

Figura 4 – particolare della testa

chioma destra donne nell'arte

Figura 5 – chioma destra

Se ne distingue per:

  1. IPZS SPA ROMA F TULLI - donne nell'arte

    Figura 6

    la scritta “IPZS SPA ROMA F TULLI” (fig. 2) ha dimensione complessiva uguale a quella dell’emissione precedente, ma con carattere grassetto; inoltre questa ha i caratteri di stampa e le spaziature tra le lettere di IPZS uguali a quelli delle prime due tirature, in più vi è l’aggiunta di “SpA”. La spaziatura della scritta “F. TULLI” è più stretta rispetto a tutte e tre le tirature precedenti,

  2. pur essendo una stampa più marcata, i tratti a sinistra del mento non sono più visibili (fig. 3) (si torna ai caratteri delle tirature Lire e Lire/Euro),
  3. manca la linea di separazione tra il profilo dei capelli a sinistra ed il rigato del fondo (fig. 3),
  4. la separazione dei capelli sopra la fronte è leggermente più stretta (fig. 4),
  5. la chioma destra continua ad avere le due ciocche separate da una linea bianca evidente Fig. 5),
  6. la ciocca che copre l’orecchio a destra è molto marcata e somiglia ad un pennello largo (fig. 5),
  7. la spalla destra ha il disegno  a tratteggio che si allontana dal valore € 0,41 (fig. 6) (anche in questo caso si ritorna alle due versioni iniziali),
  8. la scritta “€ 0,41” ha cifre più grandi rispetto alla precedente emissione e l’insieme è più stretto, il “4” è meno inclinato verso destra e la virgola è più in basso (fig. 6).

Emissione Euro con “SpA” dentellatura 131/4×131/4 con il nuovo perforatore “a piastra” (n. 5 nelle figure)

Questa emissione è apparsa nel periodo ottobre-novembre del 2003 ed è stata valida per le affrancature da 0,41 fino al 31.12 dello stesso anno. Essa ha le stesse caratteristiche di quella precedente con perforatore a pettine. La similitudine è elevata, si noti l’accentuata ciocca di capelli a forma di pennello che copre l’orecchio destro (fig. 5); questo carattere è molto evidente solo in questa e nella precedente emissione. Le scritte in basso sono identiche (anche se si osserva una piccolissima differenza in aumento della lunghezza complessiva in questa emissione – fig. 2), come pure i caratteri e le dimensioni di “€ 0,41” (fig. 6).

Di questa emissione ne ho individuata una seconda tiratura (n. 6 nelle figure) che, stando ai miei dati, tutti da verificare, dovrebbe essere apparsa tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio 2004.

In questa variante si notano:

  1. la scritta “IPZS SPA ROMA F TULLI” torna ad essere a caratteri sottili come nelle prime tre tirature, si osservano però caratteri più grandi e più spaziati per la scritta “SPA”, una maggiore distanza tra questa e “ROMA” (fig. 2)  ed inoltre tutta la scritta è traslata verso destra rispetto alla tiratura precedente (fig. 7). Alcune lettere sono traslate in modo evidente rispetto alla scritta soprastante (ITALIA  F. TULLI); la I di IPZS è più centrata rispetto alla prima I di ITALIA, la Z passa da sotto la T ad una posizione intermedia tra T ed A, la p di SpA passa sotto la L. La scritta ROMA è chiaramente spostata a destra e decentrata rispetto all’ultima A di ITALIA. Infine anche F TULLI e traslata verso destra rispetto al valore 0,41,
  2. i capelli a sinistra del viso sono più “ariosi” come nella prima versione in sole Lire (fig. 3),
  3. i capelli sulla fronte sono meno impastati (fig. 4),
  4. è molto evidente un ricciolo tondo sulla tempia destra, questo ricciolo è sempre presente in tutte le tirature, ma nelle precedenti è sempre poco visibile (Figg.4 e 5),
  5. la chioma destra continua ad avere le due ciocche separate da una linea bianca evidente (fig. 5),
  6. la ciocca che copre l’orecchio (a forma di pennello) a destra è meno marcata ed è simile a quello delle prime tre emissioni (fig. 5),
  7. permane il disegno a tratteggio alto sopra il valore € 0,41 (fig. 6). I caratteri e la spaziatura di “€ 0,41” sono diversi da tutte e tre le emissioni precedenti in euro: la dimensione complessiva è più stretta, il “4” è più inclinato in avanti (maggiormente rispetto alla prima emissione euro) e la virgola è appena più a sinistra e di poco spostata in alto.
confronto tra i due 41 c. della 5a e 6 a tiratura

Figura 7 – confronto tra i due 41 c. della 5a e 6 a tiratura

Quanto esposto non è totalmente esauriente, probabilmente una indagine ancora più approfondita potrebbe evidenziare altre piccole differenze, come per esempio il nastrino che borda l’abito in corrispondenza della spalla destra (fig. 5) che nelle due prime emissioni è sempre poco visibile. Nel complesso però ho cercato di mettere in luce i caratteri più evidenti per dimostrare come, nel tempo, siano stati approntati differenti clichet per ciascun tipo di emissione.

Tornando alle due ultime tirature (nelle figure nn. 5 e 6), sulla base di quanto esposto, si deve dedurre che, per la stampa del secondo tipo, è stato utilizzato, senza ombra di dubbio, un clichet differente. Questo secondo tipo sembra essere apparso dopo il cambio di tariffa che ha portato la lettera 1° porto a € 0,45, infatti sulle lettere da me visionate con data anteriore al 31-12-03, si trova sempre il primo tipo. Il secondo tipo l’ho riscontrato solo su buste viaggiate, con l’aggiunta dei 4 centesimi mancanti per la tariffa, a partire dal 2 febbraio; si dovrebbero sicuramente trovare buste viaggiate anche nel mese di gennaio. Chi può contribuire, con materiale proprio, a completare le conoscenze su questo piccolo mistero è benvenuto.

Sarebbe interessante sapere se questi due tipi dell’ultima emissione sono stati stampati entrambi in pieno 2003 (quando  Poste Italiane non aveva ancora deciso o stava decidendo l’aumento tariffario) o il secondo tipo è stato stampato successivamente. Sembrerebbe più probabile la prima ipotesi. E’ probabile, infatti, che nella fase di preparazione dei quantitativi necessari di questo taglio e con in corso il trasloco dei macchinari di stampa nella nuova sede del Poligrafico, siano stati usati due clichet, e le macchine? Sempre la stessa o due differenti (le nuove sono in numero di tre) per velocizzare la produzione? Avendo lo stesso tipo di perforazione si dovrebbe dedurre che la macchina sia stata dello stesso tipo. Ma se non erro, le nuove macchine di stampa che usano il perforatore a piastra hanno iniziato il loro lavoro nella nuova sede del poligrafico, quindi dopo il trasloco. Se così è stato per quale motivo sono stati usati due clichet differenti? Forse per usura del primo o perché sono state usate più di una macchina?

Se fosse vera la seconda ipotesi, quella cioè di una stampa dopo la variazione tariffaria, sorgerebbero altri interrogativi in quanto sarebbe stato strano continuare a stampare un taglio inusuale con un cambio di tariffa in vigore. Questa seconda ipotesi potrebbe essere valida solo nel caso in cui si fossero incontrate difficoltà, o ritardi, nella stampa del nuovo taglio da € 0,45. Oppure sarebbe stata effettuata una stampa contemporanea dei due tagli per altri motivi a noi non noti. Riusciremo ad individuare qualche certezza con un poligrafico così avaro di informazioni?

Alcune “differenze”, messe in evidenza in questo testo, possono apparire tali solo per l’accentuazione dovuta alla stampa più marcata; la visione però di numerosi esemplari di queste emissioni convince circa l’uso di differenti clichet utilizzati per la loro stampa. In particolare per la seconda tiratura dell’ultima emissione, passata inosservata fino alla pubblicazione di queste note.

Nelle figure da 1 a 7, i francobolli ed i particolari di ciascuna figura sono contraddistinti con numeri da 1 a 6 che nell’ordine corrispondono a:

1 – emissione in lire

2 – emissione in lire/euro

3 – emissione in euro

4 – emissione in euro con SpA e perforazione a pettine

5 – emissione in euro con SpA e perforazione con piastra (131/4 x 131/4)

6 – idem seconda tiratura in euro con SpA e perforazione con piastra (131/4 x 131/4)

Testo e immagini del Prof. Nicola Cipriani

 

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