PIAZZE D’ITALIA – CODICE ALFANUMERICO E TIRATURE
Nicola Luciano Cipriani
con la collaborazione di Giuseppe Preziosi
Questo articolo è apparso su quifilatelia, n. 89 luglio-settembre 2017
Il codice alfanumerico
Dall’autunno del 2003 la produzione del Poligrafico è cambiata in modo drastico grazie all’acquisto di due nuove macchine da stampa Goebel (Brm-t-350p per la stampa rotocalcografica e Brm-p-350p per quella calcografica) che hanno sostituito tutte le precedenti. L’acquisto è stato concomitante al trasferimento della sede da piazza Verdi a via Salaria n. 691. Le nuove macchine producono fogli di francobolli adesivi, e non, la cui numerazione avviene mediante un sistema alfanumerico costituito da due lettere seguite da 9 cifre (figura 1).
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La prima lettera contraddistingue l’anno di produzione, la seconda la macchina di stampa (A rotocalcografica e B calcografica) e le nove cifre il numero progressivo di conteggio dei fogli. Il codice alfanumerico è posto sulla cimosa destra del foglio ed è leggibile dal basso verso l’alto. Esso è stato stampato in inchiostro nero con sistema a getto d’inchiostro fino al dicembre 2014 e sostituito nello stesso mese da un sistema laser (Cipriani, 2016). Le differenze sono ben visibili dai caratteri e dalla tipologia d’inchiostro, lucido nel sistema laser. Il codice alfanumerico è accompagnato dalla sua traduzione in codice a barre, sempre in colore nero, ed avente dimensione 5,9 x 0,9 cm posto a circa 3 cm dopo il codice alfanumerico; compare infine al di sotto delle lettere del codice, un rettangolo nero (al limite del bordo di foglio) che può apparire integro o parziale, a seconda della centratura della stampa rispetto alla bobina della carta. Il codice alfanumerico è una grande novità per Poste Italiane, ma anche una ottima opportunità per gli studiosi e i collezionisti; esso infatti oltre a numerare in successione i fogli dei francobolli consente di riconoscere le produzioni annuali ed inoltre ciascun lotto è così meglio definito e riconoscibile. Prima dell’introduzione di questo sistema, il conteggio dei fogli era solo numerico e solo dagli anni ’80 circa è stata aggiunta anche una lettera il cui significato sembra al momento poco comprensibile a causa della sua non regolarità. Ad ogni modo, il mio rammarico è di non aver dato la giusta importanza al codice alfanumerico quando iniziò con i prioritari tanto che nella relativa monografia questo argomento non è trattato e sarà molto difficile ricomporlo a posteriori. Tornando alla nuova numerazione, questa è iniziata nell’autunno del 2003 con la sigla AA+9 cifre, numerazione che per quell’anno è stata utilizzata solo per i francobolli commemorativi a partire dall’emissione per la rivista Leonardo (Antonio Vallecchi) del 27 settembre e termina con l’emissione Natale del 24 ottobre. Le ultime emissioni dell’anno sono costituite da minifogli che non riportano visibile alcun codice, pur avendolo. Continuando con il 2004 e tralasciando i commemorativi, la serie ordinaria interessata è la seconda emissione dei francobolli prioritari i quali segnano la sostituzione del sistema tipografico con quello rotocalcografico; quest’ultimo sarà utilizzato in parallelo con il metodo calcografico. La scelta da parte del Poligrafico di utilizzare questi ultimi due metodi di stampa traspare dall’acquisto delle due macchine di cui sopra.
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L’inizio della produzione con il nuovo codice alfanumerico
I francobolli prioritari, quindi, sono stati stampati in rotocalcografia a partire dal marzo 2004 e fino al 2009 e riportano il codice alfanumerico caratterizzato dalle due lettere BA, nel 2004, fino a GA nel 2009 (figura 2). La lettera A contraddistingue la macchina rotocalcografica.
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Nel luglio 2009 i prioritari vengono sostituiti dall’ordinaria Posta Italiana il cui codice inizia con le lettere GB (2009) e termina nel 2016 con le lettere NB (figura 3).
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Il 95 cent del 2016 dovrebbe segnare l’ultima tiratura di questa serie ordinaria. In questo caso la lettera B corrisponde alla Goebel calcografica.
In parallelo alla serie ordinaria Posta Italiana sono state emesse le due serie for ever Leonardesca, per il servizio prioritario, e Piazze d’Italia per il servizio ordinario.
La prima è stata emessa l’1 ottobre 2015 ed è contrassegnata dalla lettera maiuscola A ad indicare la tipologia del servizio. A causa del basso uso postale di questa emissione, dovuto all’alto costo del servizio, essa ha avuto una sola tiratura; fino ad oggi quindi abbiamo individuato solo il codice alfanumerico caratterizzato dalle lettere MB (figura 4).
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La seconda è stata emessa il 2 luglio 2016 ed è contrassegnata dalla lettera maiuscola B; questa emissione ha già avuto, per alcuni valori, più di una tiratura sia lo scorso anno (NB) che in questo in corso (OB). Questi francobolli sono definiti for ever perché saranno sempre validi anche a seguito di variazioni tariffarie; infatti, questi sono caratterizzati da una lettera anziché il valore in euro. La lettera B sta ad indicare il servizio ordinario (piazze d’Italia) ed è presente su due serie di quattro francobolli, una per il primo porto (con un francobollo per l’interno e per ciascuna delle tre zone postali definite da Poste Italiane) e l’altra per il secondo porto nei cui quattro francobolli compare la scritta 50 g a sinistra della lettera B (figura 5).
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Non è stato facile seguire le tirature delle piazze d’Italia come si può dedurre dall’analisi dei codici alfanumerici riportati nella tabella di figura 5. Da notare che nella tabella la successione non è secondo i valori, ma secondo il codice alfanumerico che così rivela la successione di stampa.
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Le nuove emissioni oggi
Pensando ad una nuova emissione, si pensa che questa venga stampata per tempo e distribuita sul territorio nazionale in modo da poter essere disponibile alla data di emissione stabilita da Poste Italiane. In realtà questo era valido fino a poco tempo fa, oggi sembra che le moderne visioni commerciali tendano a coprire appena le necessità e, di volta in volta, vengono ristampati i minimi quantitativi necessari. Questa visione tenderebbe a contenere moltissimo le riserve di magazzino, intese come danaro immobilizzato; questo può essere vero per le aziende private e di dimensioni non molto grandi. Se Poste Italiane ritiene di seguire questo principio, mastodonte quale è, penso che comunque avrà surplus di magazzino da qualche parte e disfunzioni in altre. Questo si potrà tradurre facilmente con un disservizio nei confronti degli utenti e con difficoltà di reperimento delle informazioni da parte di studiosi della materia e dei collezionisti. Ma torniamo al nostro argomento. Se analizziamo i codici alfanumerici di figura 5, possiamo notare che il francobollo per Piazza della Repubblica di Roma (€ 0,95) è stato stampato per primo con un quantitativo non elevato, probabilmente per far fronte alle prime necessità. Ricordo che questo francobollo è l’omologo di Posta Italiana di medesimo valore ed ancora ampiamente diffuso e ristampato nel 2016. Seguono gli altri valori a completare la serie, ma, subito dopo il completamento della serie è stata rifatta una nuova ristampa/tiratura (v. codice alfanumerico) che è stata distribuita in contemporanea con la primissima tiratura. È seguita una nuova ristampa/tiratura dello 0,95 di posta italiana e a seguire altre ristampe/tirature delle piazze con quella di Napoli, Torino, Roma ed infine ancora Napoli. Quindi riepilogando, Piazza della repubblica (Roma) ha avuto ben cinque ristampe/tirature durante il secondo semestre del 2016 (figura 6); Piazza del Plebiscito (Napoli) ne ha avute tre (figura 7) ed infine Piazza S. Carlo (Torino) ne ha avute due (figura 8).
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Ristampa o tiratura?
Ho utilizzato la dizione “ristampa/tiratura” (nel proseguo userò solo tiratura) poiché, in merito a questo argomento, ci sono due linee di pensiero. C’è chi ritiene che la distinzione, possibile dal codice alfanumerico, non sia determinante e che tutte le reiterazioni di stampa siano esclusivamente da considerarsi “ristampe”. Secondo l’altra linea di pensiero, per la quale mi sono adoperato a portare pezze d’appoggio, ciascuna reiterazione di stampa è comunque distinguibile e come tale considerabile a rango di “tiratura” (Cipriani e Manzati, 2014; Cipriani, 2014). Mi rendo conto che la facile distinzione basata sui codici alfanumerici moltiplica il numero delle tirature; bisogna però ricordare quante volte abbiamo battuto tutti la testa contro il muro quando non esistevano possibilità di distinguere le tirature dalle ristampe. Basti pensare solo ai Castelli d’Italia o a una qualunque delle nostre serie ordinarie. Ad ogni modo la discussione è ancora ampiamente aperta e tutti sono invitati a dire la propria, purché supportata da dati.
Durante i primi sei mesi del 2017 sono stati reiterati alcuni francobolli delle piazze d’Italia. In particolare Piazza della Repubblica (Roma), Piazza del Plebiscito (Napoli) e Piazza del Duomo (Milano), ma devo specificare che le tirature sono state più di una, come riportato nella tabella di figura n. 9.
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Come riportato in tabella, Piazza della Repubblica (Roma) ha avuto ben tre tirature (figura 10), due Piazza del Plebiscito, Napoli (figura 11) ed una Piazza del Duomo, Milano (figura 12).
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Non è affatto facile stimare i quantitativi di fogli prodotti e, in base ai dati della tabella, fornisco valori che sicuramente sono inferiori, e non poco, alla realtà, specialmente per la II tiratura di Piazza del Plebiscito (Napoli). Questo non vuol dire tirare dei numeri a caso, bisogna invece vedere questi dati nel contesto di una ricerca evolutiva che porterà, con nuovi ritrovamenti, ad un affinamento continuo dei risultati e consentirà di avvicinarci per integrazioni successive ai dati reali.
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Le informazioni principali
Come il lettore avrà ben capito, la numerazione dei fogli attraverso il codice alfanumerico è un dato fondamentale che consente di distinguere le produzioni annuali ed anche le tirature all’interno di uno stesso anno. Due sono le informazioni principali che a tale scopo fornisce il codice alfanumerico:
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1- Gli intervalli dei codici di ciascuna emissione sono piuttosto complicati da individuare. Per averne un’idea non proprio esatta, si richiede il controllo di tutte le emissioni stampate da una stessa macchina. In particolare per la macchina calcografica (contraddistinta dalla lettera B) bisogna seguire le produzioni commemorative, e non, in modo da tenere sotto controllo la successione dei codici di tutta la produzione. Il controllo della produzione filatelica è stato operato in modo abbastanza preciso da Giuseppe Preziosi e Sergio Mendikovic i quali hanno riportato questo immenso lavoro di registrazione dei codici in un prontuario che viene aggiornato periodicamente (Preziosi e Mendikovic, 2016). Il Prontuario fornisce, oltre alla descrizione di ciascuna emissione, numerose informazione, tra cui tutti gli intervalli numerici, empiricamente individuati, indicativi di ciascuna emissione. Più volte è stato richiesto, unendo le voci mia e di Preziosi, a Poste Italiane, tramite il suo responsabile per la filatelia, di fornire gli intervalli numerici di ciascuna emissione, ma sembra che questi dati rientrino nei famosi segreti di Stato che difficilmente verranno desecretati anche in futuro.
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2- La posizione verticale del codice sulla cimosa dei fogli e del suo corrispondente a barre è stampato da un sistema non vincolato al sistema di stampa della Goebel su cui è montato; esso quindi viene messo a registro tutte le volte che viene sostituita la produzione della macchina da stampa. La messa a registro può essere richiesta per più motivi, sicuramente uno è il formato dei fogli da stampare. Generalmente per una stessa produzione, ancorché realizzata con più bobine di carta, il codice alfanumerico resta sempre in posizione costante, a meno di altri interventi che richiedano lo spostamento del sistema inkjet/laser. Questa costanza è stata notata fino al 2016. Segnatamente con le piazze d’Italia, sono stati notati spostamenti lenti e continui (ordine del millimetro) della posizione del codice alfanumerico verso l’alto (o in basso) in fogli contigui; saltuariamente la differenza tra due fogli consecutivi può raggiungere il centimetro ed oltre. Questo scombussola un po’ le nostre conoscenze e la posizione del codice non garantisce più, come un tempo, di essere uno strumento discriminatorio. D’ora in poi questo carattere avrà sempre bisogno di essere verificato in parallelo con il numero progressivo del codice per avere la certezza che un determinato lotto non sia intercalato da altre emissioni.
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Cosa e come collezionare
Dalla Giornata della filatelia del 10 ottobre 2008, l’Italia ha adottato l’uso del codice a barre per identificare ciascuna emissione. I collezionisti si sono tuffati su questo nuovo elemento posto sul bordo del foglio collezionando il francobollo ad esso adiacente. Tale elemento è definito commercialmente codice prodotto, è tipico di ciascuna emissione ed è presente sempre identico su tutti i fogli. Al di là delle considerazioni di rarità del francobollo con il bordo che lo ha, questo elemento rientra esclusivamente nella sfera della fantasia e dell’edonismo che ciascuno di noi ha in modo più o meno accentuato. Invece il codice alfanumerico è un elemento determinante per riconoscere ciascuna tiratura di una stessa emissione. Naturalmente mi riferisco essenzialmente a chi collezione serie ordinarie perché, a parte qualche evento accaduto pochi anni or sono, la stampa dei commemorativi avviene con un unico lotto. A questo proposito si deve anche tenere presente che proprio grazie al codice alfanumerico sono state riconosciute differenti tirature per i commemorativi che sono stati stampati in più di un lotto. Sono quindi le serie ordinarie quelle in cui il codice alfanumerico riveste molta importanza. Ma chi colleziona seguendo argomenti limitati, sicuramente segue anche alcune specializzazioni. La distinzione delle tirature è senz’altro una tra le tante che molti collezionisti seguono.
È noto che seguire le serie ordinarie da quando vengono emesse, si possono allestire delle belle collezioni con poca spesa, sia per l’aspetto filatelico senso stretto, sia per la storia postale. Basta infatti seguire i mercatini di vario livello per imbattersi in bordi di foglio mancanti o belle affrancature a basso costo. C’è poi chi le affrancature se le costruisce appositamente, ma questo è un divertimento decisamente personale. Nell’ottica di quanto esposto in questo articolo, una collezione filatelica delle due ordinarie attuali può essere improntata curando le distinzioni tra le varie tirature. A questo scopo si possono acquistare i bordi destri interi che contengono i tre codici (a barre, figure di registro e l’alfanumerico) oppure limitare l’acquisto alla parte bassa del bordo destro che contiene la base del foglio ed il codice alfanumerico, oppure acquistare solo i 2-3 francobolli con il bordo che lo contengono. La seconda possibilità consente di registrare l’altezza del codice alfanumerico rispetto agli altri due; questa scelta consente anche di contenere i costi e di avere tutte le informazioni utili alla completezza della collezione.
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Ringraziamenti
Da circa 7-8 anni si è creato, strada facendo, un piccolo gruppo di collezionisti studiosi che registrano, quanto più possibile, i codici alfanumerici delle emissioni italiane. Le persone coinvolte sono cresciute di numero un po’ nel tempo. All’inizio eravamo io e Giovambattista Spampinato, poi ci siamo accorti che in parallelo anche Giuseppe Preziosi e Sergio Mendikovic stavano operando nella stessa direzione. Abbiamo quindi unito le nostre forze. Nel tempo abbiamo coinvolto anche Pasquale Fiumanò, Marco Marchini, Leonardo Cavallaro e Massimo Massetti. Poi ci sono altri amici che, pur non seguendo strettamente la ricerca, comunque si sono resi disponibili a fornire le loro informazioni relative alla numerazione del codice alfanumerico come Stefano Proserpio, Roberto Cruciani, Claudio Manzati, Antimo D’Aponte ecc. Mi scuso se ne ho dimenticato qualcuno, desidero comunque ringraziare tutti questi amici per il loro contributo a tenere sotto osservazione la produzione dell’IPZS. Ritengo che poter registrare e pubblicare quella parte dei dati relativi alla produzione dei francobolli ordinari, che altrimenti verrebbe persa senza alcuna possibilità di ritrovarne traccia in futuro, sia un atto fondamentale per chi ama la diffusione delle informazioni in filatelia e non solo. Anche i commemorativi sono stati oggetto di differenti tirature e la conferma arrivò a suo tempo proprio da Poste Italiane che fu costretta ad affermare che alcuni valori furono stampati in più di una volta. Ciò comportò la distribuzione di numerose emissioni in cui era palese una differenza cromatica mal giustificabile con un’unica tiratura.
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Bibliografia
Cipriani N. L. e Manzati C. E. (2014) – Tiratura? Ristampa? Tipo? Cerchiamo di fare chiarezza, Il Francobollo Incatenato n. 217.
Cipriani N. L. (2014) – https://www.peritofilatelico-cipriani.it/tiratura-ristampa-tipo-cerchiamo-di-fare-chiarezza/.
Cipriani N. L. (2016) – I piccoli valori di posta italiana. Ed. Cifo.
Preziosi G. e Mendikovic S. (2016) – Il Prontuario dei Servizi Postali Prepagati 2014-2015, ediz. PreGi, Salerno.
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